Calcio

Granit Xhaka non ha paura di tirare un calcio di rigore

Alla vigilia della delicata sfida contro la Danimarca, il capitano rossocrociato è tornato sulla controversa esecuzione di Embolo in Serbia e sui fischi del pubblico di Leskovac: «Non mi attendevo un trattamento differente»
©KEYSTONE/GIAN EHRENZELLER
Red. Sport
14.10.2024 18:25

Sabato sera, dopo il mortificante 2-0 subito in Serbia, non aveva rilasciato dichiarazioni. Con la Svizzera spalle al muro e - una volta per tutte - chiamata a reagire contro la Danimarca, Granit Xhaka è tornato ad affrontare di petto la situazione. Una situazione critica. «Paragonare l’Europeo alla Nations League o alle prossime qualificazioni ai Mondiali non è possibile. Ma dobbiamo fare meglio, non si discute. Contro la Serbia non tutto è stato da buttare. A tratti abbiamo sviluppato un gioco piacevole. Purtroppo siamo stati puniti a ogni disattenzione, subendo gol evitabili e peccando in termini di efficacia. I fischi del pubblico? Non mi attendevo un trattamento differente. In campo, invece, i giocatori avversari sono stati molto corretti».

A Leskovac ha fatto parecchio discutere il rigore fallito. O meglio, l’autore dell’errore. «La prima cosa da precisare, è che i rigoristi li sceglie il ct» ha indicato Xhaka nella pancia del kybunpark e con Yakin al suo fianco. «Embolo non figurava sulla lista di tre nomi decisa prima del match. Breel però mi ha detto di sentirsela». Ma perché il capitano non si è assunto la responsabilità? Il tentativo fallito agli ottavi di Euro 2016 pesa ancora? «No, vi assicuro che non ho nessuna paura di presentarmi sul dischetto. E se mi sentirò bene, m’incaricherò della prossima esecuzione». 

In Danimarca, poco più di un mese fa, la Svizzera aveva perso la prima partita della campagna, mentre a Xhaka erano saltati i nervi. Il centrocampista del Leverkusen, espulso nel finale, aveva puntato il dito contro il mancato fair-play di Höjbjerg e compagni. «Ma domani sera a San Gallo non cerchiamo la vendetta» ha sottolineato il numero 10 rossocrociato. «No, si tratta di vincere». A destra non ci sarà lo squalificato Widmer. «E, sul piano del sistema di gioco e dei suoi interpreti, non escludo sorprese» ha annunciato il il selezionatore Murat Yakin, alludendo a una possibile difesa a quattro. «Non cerchiamo scuse, comunque. Dopo la sconfitta di sabato ho tenuto diversi colloqui individuali arricchenti e pertinenti». 

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