A Davos un brodino tiepido per nutrire l’anima bianconera
Un punticino. Che non fa classifica e che non cambia le sorti di un Lugano alla sesta sconfitta nelle ultime sette partite (2-1 il risultato a Davos). Un punticino che è come un brodino caldo per chi soffre di una forte influenza, con febbre alta: serve a poco, ma dà un minimo di sollievo. Ecco, dopo la pausa i bianconeri dovranno provare a ripartire proprio da qui. Dal modo in cui si sono perlomeno guadagnati il diritto di giocarsi l’overtime.
Il colpo del Fazz
Per lunghi tratti in apnea e in difficoltà al cospetto della velocità del Davos, stavolta il Lugano ha avuto il merito di non mollare. E quando sembrava destinato ad incassare l’ennesima sconfitta piena di questo campionato, a meno di due minuti dalla terza sirena - con Schlegel rientrato in panchina da due secondi - Luca Fazzini ha trovato il pertugio giusto per superare Aeschlimann. «Loro - spiega coach Gianinazzi - sono stati complessivamente superiori a noi, soprattutto in fase offensiva. Ma ci siamo dati la possibilità di vincere la partita. Questo ci deve servire da lezione per il prosieguo della stagione».
Niente Dahlström dopo il 60’
All’overtime, dopo un pericoloso tiro di Alatalo, a fare la differenza è stato Julius Honka. In tre contro tre - si sa - la sfida può andare dalle due parti. Ma è clamoroso che il Lugano sia di fatto costretto per scelta tecnica a giocare il supplementare senza il suo difensore straniero. Già, Calle Dahlström nell’overtime non è sceso sul ghiaccio. Il Giana non lo ammetterà mai, ma di fatto lo svedese è troppo lento e macchinoso per «rischiarlo» in tre contro tre.
Tra pausa e lavoro
Ora è arrivato il tempo di riordinare le idee. I bianconeri si sitroveranno dopo due giorni di riposo. Si alleneranno tre giorni e poi avranno libero anche il prossimo weekend. «Sì, si tratta di liberare la mente - afferma Gianinazzi - ma anche di lavorare su aspetti ben precisi del nostro gioco. Penso in particolare al forechecking, al possesso offensivo del disco e al power-play».
L’importante è crederci
Già, ancora una volta in superiorità numerica il Lugano ha davvero fatto troppa fatica. Ma anche Lorenzo Canonica - per una volta - preferisce concentrarsi soprattutto sugli aspetti positivi della serata: «È un peccato, ma siamo rimasti attaccati al Davos fino alla fine. Ci abbiamo creduto e siamo stati ricompensati: dovremo ripartire da questo atteggiamento positivo».