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Ambrì, è una ripartenza dolorosa

I biancoblù devono digerire la brutta sconfitta in casa dell’Ajoie, fanalino di coda - È l’ottavo rovescio nelle ultime nove uscite - In pista si è vista una squadra pasticciona e spenta sul fronte offensivo - Il coach Luca Cereda: «Sono arrabbiato, è una prestazione che fa male»
© Keystone/GEORGIOS KEFALAS
Giacomo Notari
17.11.2024 16:12

La ripartenza falsa dell’Ambrì Piotta, dopo due settimane senza campionato, è racchiusa in un momento, simbolico. A metà gara contro l’Ajoie, immediatamente dopo aver subito la terza rete di serata, Luca Cereda ha avvertito l’esigenza di ricorrere al «time-out» per cercare di dare una scossa ai suoi uomini. Una decisione che, vuoi per il parziale di 3-1, vuoi per quanto non mostrato sul ghiaccio dai biancoblù, non è stata sorprendente. E il problema, a conti fatti, risiede proprio lì. Difficile capire per quali ragioni un Ambrì al completo, fresco, e con tanta voglia di lasciarsi un periodo negativo alle spalle non sia stato capace di esprimersi meglio in casa dell’ultima della classe, che ventiquattr’ore prima si era inchinata per 5-2 in casa del Kloten. «Eravamo pasticcioni e in uno stato piuttosto confusionario, anche prima della loro terza rete» ha spiegato Luca Cereda al termine dell’incontro. «Dovevamo tornare a giocare più da squadra e non con ognuno che provava a risolverla da solo. È andata un po’ meglio dopo quel gol, ma non siamo riusciti a recuperarla, e questo fa male». Sì, perché la trasferta di Porrentruy era una di quelle partite da vincere. E invece, oltre ai punti, a mancare è stata anche la prestazione, chiaramente insufficiente per sperare di portare in Leventina un altro risultato. Anche l’allenatore biancoblu, a fine partita, ha ammesso che per l’Ajoie di Greg Ireland si è trattata di une «vittoria meritata». E questa non è di certo una notizia rassicurante per l’Ambrì Piotta, la cui serie di risultati negativi prosegue.

Regali pesanti

Non potranno recuperare i punti smarriti sabato sera a Porrentruy, i leventinesi. Analizzare una simile disfatta è però necessario, soprattutto viste le tredici partite in poco più di un mese che attendono l’Ambrì Piotta a partire dal derby di venerdì. E allora, la prima cosa da evitare assolutamente saranno gli inizi di partita simili. No, la squadra di Luca Cereda non può permettersi di ripetere quanto fatto sabato nel Giura, mettendosi in difficoltà da sola e permettendo così al suo avversario di portarsi in vantaggio su situazioni definite dallo stesso allenatore come «regali». «Sono arrabbiato, perché questo ci ha obbligati a rincorrere per tutta la partita. Abbiamo commesso due errori individuali non applicando quello che avevamo studiato prima della partita» ha sottolineato il coach di Sementina. Un’analisi condivisa dal capitano Daniele Grassi: «Abbiamo mancato di lucidità e non abbiamo messo sul ghiaccio la giusta intensità, e da lì la partita si è messa sui binari sbagliati». Il tempo a disposizione per raddrizzare la situazione, però, non mancava. Ed è proprio il fatto che l’Ambrì Piotta non sia stato in grado di tornare in partita a preoccupare maggiormente. La disfatta biancoblu in casa dei giurassiani non può essere riassunta sottolineando soltanto l’approccio sbagliato e i citati regali di troppo.

Attacco sottotono

Sia Luca Cereda, sia Daniele Grassi, a fine partita, hanno assicurato che la squadra non si era presentata in casa del fanalino di coda di National League peccando di presunzione. D’altronde, i leventinesi, reduci da sette sconfitte nelle ultime otto partite, non potevano permetterselo. «Sapevamo che sarebbe stata difficilissima, e forse il problema è proprio che tutti pensavano di venire qui e vincere 5 a 0» ha assicurato l’allenatore biancoblù. L’Ajoie, anche grazie all’euforia generata da un avvio di gara riuscito, ha mostrato parecchie cose positive, prendendo coraggio col passare dei minuti. E ha anche potuto contare sull’apporto decisivo dei suoi stranieri, verrebbe da aggiungere. Sul fronte opposto, al contrario, dai vari Kubalik e DiDomenico, per citare due nomi simbolici, sarebbe stato lecito attendersi qualcosa in più. Le due stelle straniere, tuttavia, così come l’attacco leventinese a livello globale, hanno vissuto una ripartenza sottotono. I trenta tiri in porta coi quali l’Ambrì Piotta ha chiuso la partita, segnando soltanto in due frangenti grazie a Landry e Virtanen, non devono illudere. L’ex portiere biancoblu Ciaccio non ha dovuto compiere miracoli, ma ha soprattutto approfittato della debole verve offensiva dei suoi avversari, in particolar modo prima del «time-out» chiamato al giro di boa della gara.

Ora la squadra di Luca Cereda dovrà prendersi il tempo di capire il perché di questa ripresa infelice, per poi cercare di mostrare il suo lato migliore venerdì, in casa del Lugano. «A partire di lunedì metteremo a posto quello che è andato storto» ha assicurato l’allenatore biancoblu. «Ci dobbiamo tenere dentro questa arrabbiatura fino alla prossima». Un po’ di furore agonistico in più, in occasione del secondo derby stagionale, sarà necessario.

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