Il Lugano vede biancoblù e di colpo torna il sereno
Se giocasse ogni dieci giorni in casa contro l’Ambrì Piotta, il Lugano avrebbe sicuramente parecchi punti in più in classifica. Quando vede biancoblù alla Cornèr Arena, la squadra di Luca Gianinazzi si trasforma. In meglio, ovviamente. Se giocasse ogni dieci giorni in trasferta contro il Lugano, l’Ambrì Piotta avrebbe sicuramente parecchi punti in meno. Quando vede bianconero alla Cornèr Arena, la squadra di Luca Cereda si trasforma. In peggio, ovviamente. Sì, il Lugano ha più che meritatamente vinto il terzo derby stagionale, prendendo una boccata di ossigeno che gli permetterà per lo meno di trascorrere un Natale con il sorriso. Nel 2025 si vedrà, insomma. L’Ambrì Piotta dal canto suo non deve farne un dramma, ma deve interrogarsi sull’incapacità - oltre che di trovare una certa continuità di risultati - di dare maggiormente fastidio ad un Lugano non certo al massimo a livello di fiducia nei propri mezzi.
Finalmente a pieni Jiri
Solo nei primi venti minuti - chiusi in vantaggio - i leventinesi hanno dato l’illusione ai propri tifosi di potersela giocare alla pari. In seguito i bianconeri hanno preso in mano il pallino del gioco - dimostrando di sapere anche reagire alle avversità - e non l’hanno più mollato. Il Lugano ha dominato il periodo centrale ed è riuscito a ribaltare il risultato in poco meno di due minuti. Tanto che Cereda è stato costretto a chiamare un time-out che, però, non ha portato frutti concreti. Nelle primissime fasi del terzo tempo un gioiellino di Thürkauf ha di fatto chiuso i conti. Non si è mai avuta l’impressione che i bianconeri potessero perdere questo derby e mai i biancoblù hanno dato la sensazione di poter pensare ad una rimonta. Sia chiaro: il Lugano non ha dato spettacolo e l’incontro - seppur intenso - non è stato di livello tecnico eccelso. Ma le motivazioni del derby consentono ai bianconeri di mantenere costantemente alta concentrazione e disciplina. Soprattutto in fase difensiva, dove nessuno ha fatto caso all’assenza dell’ultimo minuto dell’ammalato Calle Dahlström.
In fase offensiva a fare la differenza sono poi stati gli uomini di maggior tasso tecnico del Lugano. Fazzini, Thürkauf e soprattutto un redivivo Jiri Sekac hanno messo a nudo i limiti difensivi dell’Ambrì Piotta. Il ceco - finalmente! - ha mostrato tutto il suo potenziale, disputando la migliore partita da quando veste la maglia bianconera. Un caparbio spunto individuale in occasione del pareggio del Lugano, un assist al bacio a Thürkauf e un enorme lavoro a tutta pista gli sono giustamente valsi il premio di miglior bianconero in pista. Era davvero ora.
Stranieri cancellati
Difensivamente, il principale merito del Lugano è stato quello di riuscire a cancellare la super linea biancoblù di Kubalik, Maillet e DiDomenico. Cereda ha puntato tutto o quasi sul suo terzetto di lusso, ma la mossa questa volta - a differenza di quanto accaduto nelle ultime uscite - non ha portato i frutti sperati. Il coach biancoblù ha forzato oltre misura la sua linea tutta straniera, che alla lunga ha pure perso la necessaria lucidità. I tentativi di rimonta dell’Ambrì Piotta sono allora stati controllati con relativa tranquillità dalla retroguardia bianconera.
Feste di riflessione
Nella breve sosta natalizia, le due squadre dovranno riflettere su quanto accaduto in questa prima fase della stagione. L’Ambrì senza andare in panico, il Lugano senza pensare di essere uscito dalla crisi.