Isacco Dotti: «Siamo stati bravi a stringere i denti e a sfruttare le occasioni»
Davos, ZSC Lions, Losanna. In testa alla classifica ci sono queste tre squadre. Eppure, negli ultimi 10 giorni, l’Ambrì Piotta le ha battute tutte. Alla Swiss Life Arena di Zurigo, i leventinesi hanno giocato la loro miglior partita stagionale sul piano dell’abnegazione difensiva, del cinismo e della lucidità. Non impeccabili nella gestione del disco sull’arco dei 60 minuti, gli uomini di Cereda hanno avuto il merito di sfruttare i primi due power-play per prendere subito il largo. In seguito, hanno fatto la differenza in zona difensiva, costringendo lo ZSC a girare lontano dalla porta. Con la loro aggressività, Grassi e compagni hanno inoltre impedito ai padroni di casa di sviluppare il loro micidiale gioco in transizione. La squadra di Marc Crawford si è presto innervosita, ad immagine di Baltisberger e Andrighetto. Due giocatori abituati ad emergere, ma che forse, per una notte, si sogneranno la marcatura stretta di un gregario quale Isacco Dotti, emblema di un Ambrì tutto cuore e grinta.
«Una grande vittoria»
«Abbiamo saputo soffrire ogni volta che lo Zurigo si è installato nel nostro terzo», spiega il numero 7. «Loro sono molto forti con il disco, ma noi siamo stati bravi a chiuderci e a stringere i denti. Inoltre, non gli abbiamo concesso spazio nelle ripartenze, rallentando la loro velocità. Per una volta, siamo stati cinici noi, sfruttando le nostre occasioni per portare a casa una grande vittoria». Andato sul 3-0 al 28’ grazie ad Heim, l’Ambrì ha visto rimaterializzarsi l’incubo dell’ennesimo overtime. Dapprima, un ingenuo fallo in attacco di Grassi ha permesso a Grant di segnare l’1-3 in 5 contro 4 alla fine del periodo centrale. Poi, all’inizio della terza frazione, Lammikko ha beffato l’ottimo Senn riaprendo completamente la partita. Stavolta, però, i leventinesi non hanno mollato la presa, resistendo fino alla liberatoria doppietta di DiDomenico a porta vuota. «Dopo quattordici overtime un po’ ci si pensa alla possibile beffa, ma avevamo tutti una gran voglia di vincere e lo abbiamo dimostrato fino alla fine, bloccando i tiri e allontanando il disco dalla zona di pericolo», conclude Isacco. Un difensore che ultimamente sta risalendo le gerarchie nello scacchiere di Luca Cereda. «L’unico segreto che conosco è non mollare. La vita è fatta così, di alti e di bassi. Quando si è giù, bisogna spingere per tornare su. E quando si è su, si deve fare di tutto per restarci». Stasera l’Ambrì farà di tutto per regalarsi un altro sorriso, in casa con il Davos, prima della meritata pausa.