Hockey

Un imperdonabile crollo avvicina il Lugano all’inferno

I bianconeri hanno buttato via un vantaggio di due reti venendo rimontati nello scontro diretto di Ginevra - La squadra di Uwe Krupp è nuovamente penultima - Jiri Sekac: «Dobbiamo guardare sia verso l’alto che verso il basso»
L'amarezza del top-scorer dei bianconeri, Luca Fazzini, durante la sfida persa a Ginevra. © Keystone/Salvatore Di Nolfi
Giacomo Notari
11.02.2025 23:35

Dai presupposti per una convincente vittoria ad un’imperdonabile sconfitta. Dall’obiettivo play-in più vicino all’incubo playout sempre più minacciante. È andata male, la decima partita di Uwe Krupp sulla panchina del Lugano. Anzi, malissimo. Lo scontro diretto di bassa classifica contro il Ginevra Servette era un’occasione da non perdere. Un appuntamento che non si doveva sbagliare. Eppure, nonostante la gara si fosse messa sui binari giusti, Thürkauf e compagni sono usciti sconfitti dal duello contro le Aquile, crollando clamorosamente nel terzo periodo. Con sei partite ancora da giocare, il Lugano è così scivolato nuovamente al penultimo posto. Gli scenari più brutti, in ottica post-season, non possono essere ignorati.

Un crollo inspiegabile

L’analisi della prestazione dei bianconeri avrebbe dovuto essere decisamente diversa. Per più di metà partita la squadra di Uwe Krupp ha convinto, dimostrandosi capace di soffrire senza andare in panico, ma anche di sfruttare le occasioni giuste per prendere il controllo della gara. Al giro di boa dell’incontro era quasi impossibile immaginare un Lugano non ripartire dalle Vernets con un successo, a maggior ragione considerando quanto il Ginevra sembrava spento e sfiduciato. Ma allora, cosa è capitato? Pure Jiri Sekac ha faticato a trovare delle spiegazioni nel post-partita: «Non so cosa dire, - ha commentato l’autore della prima rete -. Sappiamo che dobbiamo vincere le partite e non lo facciamo. Non penso che abbiamo mollato dopo il loro primo gol. Abbiamo continuato a giocare nello stesso modo, ma abbiamo commesso un paio di errori e il disco è finito in rete». Aebischer, Alatalo e Mirco Müller sono infatti stati tutt’altro che impeccabili in occasione delle reti della rimonta ginevrina. Al di là degli errori individuali, tuttavia, è la sensazione di fragilità emanata dai bianconeri una volta la partita rilanciata che rende la sconfitta più preoccupante.

Occhio ai playout

E così, si è passati da uno scenario che avrebbe riportato Sekac e compagni a -1 dai play-in ad un ritorno al penultimo posto. Il tutto avendo disputato una partita in più di quasi tutte le concorrenti. Prima di fare calcoli, però, bisognerà capire quali segni uno scenario del genere lascerà ai bianconeri in un momento così cruciale della stagione. «Sappiamo di dover guardare sia in alto che in basso, - ha osservato Jiri Sekac -. Nessuno ha voglia di giocarsi i playout e non penso che la squadra mollerà dopo questa sconfitta. Dobbiamo spingere».

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