Un orso non fa primavera e il Lugano si riscopre brutto
No, il Lugano non è guarito. E non è nemmeno in convalescenza. Dopo l’incoraggiante successo a Berna, sui bianconeri è di nuovo calato il buio. Il buio pesto. Già, un orso - per restare in clima di capitale federale - non fa primavera. Al termine di una prestazione sconcertante e al limite dell’accettabile per l’attitudine (non) mostrata, il Lugano è riuscito a farsi battere senza attenuanti da un Ginevra reduce da quattro sconfitte di fila e ancora privo di nove - sì, nove - titolari. Non possono nemmeno accampare la scusa delle assenze i bianconeri, insomma.
Disastro svedese
Già il Lugano almeno Zohorna e Dahlström li ha recuperati. Ecco, forse allo svedese qualche giorno in più di riposo non avrebbe fatto male. Il difensore ha disputato una partita da festival degli orrori, culminata in una penalità per aver scagliato il disco in tribuna (zona secondo anello...) dopo essere scivolato da solo e senza il minimo disturbo da parte degli avversari. Non che i suoi compagni di squadra abbiamo fatto molto meglio - il solo Michael Joly ha saputo emergere dal grigiore generale - ma Dahlström si sta vieppiù confermando uno straniero totalmente inutile per il campionato svizzero. Al limite del dannoso, per questo Lugano.
Dieci minuti e basta
Un Lugano che ha giocato con lo spirito giusto solo per dieci minuti, nella seconda parte del periodo centrale dopo una scazzottata tra Sekac e Berni. Un episodio che per alcuni istanti ha svegliato i bianconeri dal loro torpore. In quei momenti di pressione è arrivato il gol di Daniel Carr, ma nel terzo tempo il Lugano non è stato più in grado di cambiare ritmo. «La verità - spiega Mark Arcobello - è che le partite durano 60 minuti, non solo dieci. In casa non possiamo concedere un tempo intero al Ginevra. E pensare che prima della partita abbiamo parlato tanto, tra di noi. Sapevamo che loro avevano tanti assenti e che non stavano vivendo un buon momento. Ma non siamo quasi mai riusciti a fare ciò che avevamo in mente».
Senza disperazione
E così il Ginevra, quasi incredulo, è tornato a casa con i tre punti senza dover sudare più di quel tanto. Al Lugano farà invece un gran bene la pausa, dopo l’ultimo impegno a Kloten: «Dobbiamo ritrovare la disperazione di Berna - chiosa Arcobello -. Sì, la sosta ci permetterà di riordinare le idee, ma a Kloten dobbiamo vincere».