La partita

La pressione del Servette e la promessa di Mattia Croci-Torti

Domani, allo Stade de Genève, va in scena la semifinale di Coppa Svizzera – «Loro hanno tutto da perdere» sottolinea il tecnico bianconero – Nel 2003, con il Malcantone/Agno, il Crus sorprese già i granata: «I capelli rosa? Pronto a rifarli in caso di riconquista del trofeo»
©CdT/Gabriele Putzu
Massimo Solari
04.04.2023 18:38

Mattia Croci-Torti era in campo, nel 2003, quando la Coppa apparecchiò l’ultimo scontro tra una formazione ticinese e il Servette. «E spero che la cavalcata del Malcantone/Agno mi porti di nuovo fortuna» afferma l’allenatore bianconero, ricordando sia l’impresa nei sedicesimi, sia il successo contro l’YB al turno successivo. «Come nella scorsa edizione, appunto» indica il Crus, a cui - a ridosso del penultimo atto dello Stade de Genève - abbiamo sottoposto una proposta indecente. Già, quanto l’acconciatura tenuta all’epoca. Sarebbe disposto a ritingersi i capelli di rosa - alla Freddie Ljungberg o se preferite l’attualità alla Amalia Mirante - in caso di riconquista del trofeo? «Dovrei chiedere alle mie figlie, ma se devo fare un fioretto con il CdT, non mi tiro indietro». Bene, prima di spingersi così in là, però, di granata c’è solo il Servette.

«La pressione è tutta loro»

A proposito di fughe in avanti. Nelle ultime settimane, proprio il club ginevrino si è adoperato con decisione in questo esercizio. «Guardo e leggo tutto ciò che viene detto dagli avversari sul Lugano» osserva il Crus poco prima di lasciare il ritiro di Nyon per dirigersi a Ginevra. «Alain Geiger, per esempio, ha dichiarato che, quello della semifinale, è stato un sorteggio favorevole. Beh, la ritengo un’uscita opinabile. Oddio, a fronte delle avversarie rimaste e della gara in casa, forse, avrei affermato lo stesso. Una cosa però è certa. Queste e altre parole caricheranno ulteriormente la mia squadra. Rispettiamo il Servette, ma nel tunnel che porta al terreno da gioco lo guarderemo dritto negli occhi, senza mai abbassare lo sguardo. Sarà una partita per uomini veri. E noi, ve lo assicuro, non abbiamo paura».

Entusiasmo e personalità

Croci-Torti si aggrappa alla primavera del 2022. A un periodo magico, segnato dalle entusiasmanti vittorie contro Lucerna e San Gallo. Aggrapparsi al gruppo che mise le mani sulla Coppa, invece, non è possibile. «È vero, le dinamiche sono cambiate» ammette il 40.enne momò. «Oggi affrontiamo il Servette con molti giovani. Giocatori forse meno affamati di alcune figure del passato, ma spinti da un maggiore entusiasmo. Desiderosi, insomma, di mettersi in evidenza e accrescere il proprio status in spogliatoio. Sono convinto che questa personalità emergerà allo Stade de Genève e che dalla nostra avremo pure l’esperienza e la lucidità accumulate grazie al trionfo di un anno fa». A decidere il match di questa sera, tuttavia, saranno anche altri fattori. La testa, soprattutto. «Non c’è una favorita» indica Croci-Torti. Per poi comunque sbilanciarsi: «A Ginevra regna un’enorme pressione. E la pressione, a volte, può giocare brutti scherzi. Quando, a due mesi dalla fine del campionato e con la squadra al 2. posto, annunci il tecnico del futuro, significa che nell’aria c’è qualcosa di sottile; basta poco per far cambiare il vento. L’ultima vittoria del Servette, poi, risale al 2001. Sui canali ufficiali del club non si parla d’altro. Insomma, hanno tutto da perdere».

Il Pibe non si accontenta

E il Lugano? Può davvero permettersi di affrontare la gara senza tensione? Il Crus scuote la testa: «Tocca a me far capire, una volta di più, quanto è importante per il FC Lugano, per Lugano e per il Ticino tornare a Berna. È di vitale importanza. Confermerebbe quanto di buono fatto l’anno scorso e pure che non siamo appagati. Vogliamo alzare ancora la voce in Svizzera e rivivere le emozioni del Wankdorf». Mattia Bottani, che non partirà dal primo minuto, conferma tale ambizione. Personale e collettiva. «Ho la stessa fame. La Coppa è un viaggio straordinario, capace di regalare emozioni impagabili in poche partite. Emozioni che il campionato, se non lotti per il titolo, non è in grado di fornire. La finale e i giorni che la precedono danno vita a un’esperienza unica. Di cui non si è mai sazi». Domani sera scopriremo se è davvero così.

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