La promessa di Vladi: «Che cosa so fare? Segnare»
Si è presentato con un gol al Bellinzona, giovedì in amichevole. Che poi, ai granata aveva già rifilato una tripletta la scorsa estate. Per molti tifosi bianconeri potrebbe bastare anche così, ma Shkelqim Vladi non è esattamente il tipo che si accontenta. Non a 22 anni. Non all’alba di un’esperienza forse decisiva per l’esplosione della sua carriera. Ha le spalle larghe, il nuovo attaccante del Lugano. Letteralmente. Un armadio, non molto alto, ma comunque un armadio. Bicipiti e addominali scolpiti non raccontano però tutto dell’ex giocatore dell’Aarau. Anche i numeri sono importanti, per quanto tarati sul campionato di Challenge League. Numeri da centravanti vero: 15 gol in 25 partite, con nel mezzo un brutto infortunio al ginocchio. Non il primo, fra l’altro. Poco male: a Cornaredo è bastato per investire sull’ennesimo profilo giovane e dal grande potenziale. «Avevo un’altra offerta in Super League (del Lucerna, ndr), ma le migliori condizioni per fare un passo avanti le ho trovate nel progetto bianconero» sottolinea Vladi.
Scuola Young Boys
Le cifre dell’operazione non sono note. Ma nell’ambiente argoviese, a fronte delle prestazioni garantite nell’ultima stagione, il caso dell’attaccante era addirittura stato avvicinato alle due cessioni più redditizie nella storia della società: Roberto Di Matteo, nel 1993 passato alla Lazio per 1,7 milioni di franchi, e Albert Baning, ingaggiato dal PSG nel 2006 per 1,2 milioni. Dettagli. Con in tasca un contratto sino al 2027, Vladi ha nel frattempo rotto il ghiaccio: «La prima impressione, in campo, è stata molto buona» conferma il 22.enne, commentando il test andato in scena a Bioggio: «Naturalmente c’è ancora tanto lavoro da fare, ma l’intesa con i compagni e Mattia Croci-Torti non manca, così come la qualità della rosa. Conoscevo già alcuni elementi, su tutti Kreshnik Hajrizi con cui ho condiviso le giovanili dello Young Boys». Già, i gialloneri. A Berna Vladi è diventato grande, disputando pure l’UEFA Youth League e segnando a raffica con la U21. «Che attaccante sono? Un attaccante che cerca e trova con regolarità la via della rete» afferma non a caso. Banale, forse. E però tutto fuorché secondario per una squadra che potrebbe presto perdere per strada la punta di riferimento Zan Celar. «Il mio ruolo, in termini di gerarchia, non è stato ancora un tema di discussione con l’allenatore» taglia corto Shkelqim. «Sono qui per fornire il mio contributo, va da sé cercando di convincere Croci-Torti a puntare pure su di me». Il passato con la casacca dell’YB non può tuttavia essere liquidato così, in poche battute... Come la mettiamo con la recente finale di Coppa Svizzera? Per chi batteva il cuore di Vladi? «È vero, devo molto alla scuola giallonera. Dopo aver ultimato il percorso nel vivaio ho comunque preso altre strade, prima a Yverdon e poi ad Aarau. Il cordone ombelicale, insomma, era staccato da un po’. E dal momento che le trattative con il club erano avviate, non nego che desiderassi maggiormente un successo del Lugano». Scaltro sotto porta e pure a parole.
Il richiamo di Pristina
Quando sul tavolo viene posto il tema successivo, a prendere il sopravvento è invece la prudenza. Shkelqim Vladi, nato a Thun il 21 settembre del 2000, possiede sia il passaporto svizzero, sia quello kosovaro. E se il collaterale del ginocchio non avesse ceduto lo scorso settembre, la prima convocazione con la selezione balcanica sarebbe - di lì a poco - divenuta realtà. «Sì, il Kosovo è senz’altro un tema che alberga i miei pensieri» ammette il neoacquisto bianconero: «I prossimi impegni sono in agenda a settembre, vedremo se già per allora si presenterà una nuova opportunità». L’incrocio in programma, oltretutto, avrebbe un sapore speciale. A Pristina, in effetti, si disputerà il match di qualificazione a Euro 2024 contro la Svizzera. «Naturalmente l’ipotesi di una chiamata in rossocrociato ha il suo fascino, ma al contempo non posso dimenticare le origini dei miei genitori» osserva Vladi. Nello spogliatoio del Lugano, Uran Bislimi ha scelto diversamente. Prima concedendosi ai dardani - seppur in gare non ufficiali -, poi rifiutandoli, infine cogliendo al volo la chance offertagli da Murat Yakin e la Svizzera. «Sono scelte molto personali, che ciascuno di noi valuta attentamente al momento opportuno» indica il 22.enne, chiudendo il capitolo.
Quello a Lugano si è aperto una decina di giorni fa, con delle approfondite visite mediche. Nella sua giovane carriera Vladi ha d’altronde conosciuto già quattro stop prolungati. Maledette ginocchia. «Ma questi problemi, nella mia testa, sono archiviati. Fanno parte del passato. Fisicamente, ora, mi sento in forma» evidenzia il diretto interessato, il gol che scorre nelle vene. «Il mio idolo e modello per stile di gioco è sempre stato Karim Benzema» racconta, svelando infine un’altra passione. «Nello spogliatoio dell’Aarau il dj ero io. A Lugano ho visto che a gestire la musica sono in diversi». L’avventura in bianconero, ed è ciò che più conta, ha preso avvio sulle note del gol.