Calcio

L'ACB e la licenza in seconda istanza: ecco perché

A nome della Swiss Football League e in qualità di membro dell'autorità di ricorso, parla l'avvocato Gianluca Airaghi: «È stato chiarito, dalla A alla Z, chi controlla il club»
©Keystone/PETER KLAUNZER
Massimo Solari
26.05.2023 21:15

Il Bellinzona ha staccato la licenza al secondo tentativo e anche la prossima stagione potrà militare regolarmente in Challenge League. Ma come si è arrivati a ribaltare il verdetto - negativo e preoccupato - pronunciato in prima istanza? L’avvocato Gianluca Airaghi, membro dell’autorità di ricorso e portavoce per la SFL, fa una premessa fondamentale. «Si tratta di una procedura documentale e in quanto tale va definita. Il ricorso, nella fattispecie, ha permesso al Bellinzona di produrre maggiori informazioni per fugare i dubbi sollevati dall’istanza inferiore. Dubbi, per loro natura, riconducibili a una documentazione incompleta». La domanda alla quale l’ACB non era riuscito a rispondere in modo chiaro, secondo la commissione licenze, è semplice. «A chi appartiene veramente il club?» spiega Airaghi. Per poi confermare che le dichiarazioni fornite in un secondo tempo dai granata «sono servite, in quanto esaustive dalla A alla Z, a risalire all’intera catena di controllo». L’autorità di ricorso della SFL, in sostanza, ha riconosciuto la centralità della Supergoal SA. E dunque di Gabriele Gilardi, in qualità di avente diritto economico sulla stessa attraverso la società G3L Holding SA. Poco importa - perché non era il quesito sottoposto all’autorità di ricorso - se vi siano altri finanziatori. Come la famiglia Bentancur e come avviene in molte altre realtà sportive. Di più. «Il nostro organo si muove entro il perimetro del regolamento per il rilascio delle licenze SFL» indica Airaghi: «Sappiamo, per esempio, che esistono delle normative sugli agenti calcistici. Ma se lo si è. E noi, sul nostro tavolo, non avevamo il dossier di un agente che si dichiara anche proprietario di un club. Fosse stato il caso, avremmo evidentemente dovuto dirimere una questione differente da quella che ci è stata sottoposta». Il riferimento, va da sé, è all’attività di consulente di calciatori condotta da Pablo Bentancur. Non era il tema. Non lo è stato, se non a margine dell’iter che ha coinvolto l’ACB, la Swiss Football League e le sue commissioni.

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