Mondiali e tempi di recupero: ma cosa sta succedendo?

In altre circostanze, forse, Qatar-Ecuador sarebbe finita al novantesimo. Una gara senza storia, in uno stadio svuotatosi già dopo la pausa. Nonostante l'esito chiaro e il disinteresse quasi generale, l'arbitro Daniele Orsato ha però concesso sei minuti di recupero. Sia al 45', sia al 90'. Non molti, ma - appunto - nemmeno pochissimi. Un indizio, ad ogni modo, di quanto sarebbe successo nelle partite seguenti. Sì, perché la seconda giornata del Mondiale è stata segnata da tempi di recupero record. Cose mai viste, se non in contesti periferici e - spesso - caratterizzati da mazzette e corruzione. Prendete Inghilterra-Iran: al tramonto del primo tempo - è vero complice l'infortunio del portiere iraniano - si è giocato addirittura per altri 15 minuti; non bastasse - e con il risultato oramai sul 6-1 - il finale di gara ha conosciuto un extra-time di ulteriori 14 minuti. Insomma, complessivamente quasi mezz'ora. Mezz'ora! Che l'Iran ha sfruttato per rendere meno pesante la sconfitta. Bene. Stati Uniti-Galles, in serata, non è stata da meno: 4 minuti di recupero alla pausa e ben 11 al novantesimo.
I tifosi sul web, va da sé, si sono scatenati. Ma cosa diavolo sta succedendo? Di più: con l'esordio contro il Camerun che si avvicina a gran passi, pure lo staff rossocrociato farebbe bene a chinarsi sulla questione. Banalmente perché performare sul piano atletico e nervoso per 95 minuti è una cosa, farlo per 115 un altro. Per comprendere quella che a tutti gli effetti appare come una tendenza, non serve comunque indagare troppo a fondo. Alla vigilia della cerimonia d'inaugurazione, il capo della Commissione arbitri della FIFA Pierluigi Collina aveva infatti avvisato tutti. «Vogliamo rispettare i 3 milioni di persone che assisteranno dal vivo alla Coppa del Mondo. Così come i miliardi che lo faranno da casa. Per questa ragione abbiamo raccomandato ai nostri direttori di gara - e invero lo avevamo fatto già per Russia 2018 - di essere particolarmente minuziosi nel calcolare i tempi di recupero. Le perdite di tempo verranno soppesate secondo un catalogo di episodi molto preciso. Una partita che offre 42, 43 o 45 minuti di gioco effettivo non è accettabile. Vogliamo evitarlo. Perciò, ripeto, faremo attenzione a tutto: infortuni, sostituzioni, rigori, espulsioni o esultanze dopo una rete, che in quanto momenti di gioia possono prendere sino a un minuto e mezzo. Potete insomma immaginare cosa significhi gestire una frazione con tre o più gol. Questo tempo va compensato correttamente. Per non parlare dei frangenti necessari per gli interventi del VAR. Ripeto: non è nulla di nuovo. Quattro anni fa era un obiettivo già dichiarato e non a caso ricordo recuperi sino a 9 minuti. Una volta di più, in Qatar, è quindi nostra intenzione offrire il giusto spettacolo a chi segue i differenti incontri». Duri quel che duri.