Volley Lugano

«Non abbiamo giocato la nostra vera pallavolo»

Dopo il secco 3-0 subito dal Neuchâtel nella finale di Coppa Svizzera, in casa delle rosanero prevale il rammarico per non essere mai entrate davvero in partita
© Keystone/Manuel Geisser
Fernando Lavezzo
06.04.2024 19:34

Una finale senza storia: 25-20, 25-10, 25-19. Ed è proprio la sensazione di non essere mai entrate in partita a lasciare le ragazze del Volley Lugano con l’amaro in bocca. Al NUC Neuchâtel, grande favorito della vigilia, sono bastati 63 minuti per portare a casa la seconda Coppa Svizzera di fila. Di nuovo contro le rosanero. Ma se l’ultimo atto del 2023 era stato intenso e vibrante, con le ticinesi andate avanti 2 set a 0, quello di oggi non è mai stato in bilico. Alla WIN4 Axa Arena di Winterthur, la squadra di Apostolos Oikonomou non ha opposto resistenza, compromettendo ogni set già nei primi punti con parziali in entrata di 5-1, 7-1 e 8-2. Impossibile sperare di rientrare contro una corazzata come quella romanda, capace di attaccare con il 60% e di difendere tutto o quasi. «Le nostre avversarie sono state molto brave, hanno disputato un’ottima gara, ma da parte nostra c’è un po’ di rammarico per non essere riuscite a proporre la nostra vera pallavolo. E loro ne hanno approfittato», ci dice il libero ticinese Arianna Mortati. «Anche l’esperienza è stata un fattore importante. Per molte di noi era la prima finale a questi livelli. Il NUC, invece, è abituato a sfide di questo tipo. Certe emozioni non sono facili da gestire». Questa l’analisi della palleggiatrice argentina Luli Cosulich, titolare nei primi due set prima di lasciare spazio alla canadese Averie Allard: «Non siamo riuscite ad andare oltre i nostri limiti. Anzi, non siamo proprio riuscite a giocare, a mostrare quanto sappiamo fare. A volte è stato merito del NUC, a volte colpa nostra».

Abitudine alla vittoria

Visibilmente deluso il direttore sportivo del Volley Lugano, Gianbattista Toma. Non per la sconfitta in sé, ma per l’andamento della finale: «Bisogna essere onesti, si è vista una squadra sola e non era la nostra. Il Neuchâtel è una compagine di alto livello, una finalista di Coppa CEV, ed è entrata in campo con la giusta mentalità. Le nostre ragazze, purtroppo, non sono riuscite a mettere in pratica quello che l’allenatore ha preparato in settimana. Non so se sia stata la tensione a giocarci un brutto scherzo. Di sicuro ci manca l’abitudine alla vittoria. Questa è la seconda finale di Coppa che perdiamo, ma per perderle bisogna arrivarci. Noi ci siamo riusciti due anni di fila e questo significa comunque tanto. Ora inizieremo a riflettere sul futuro. Sarebbe importante confermare qualche tassello, perché ripartire ogni anno da zero è un terno al lotto».

Fabiana e Fabiana

Sul fronte delle vincitrici ci sono anche due ex luganesi, Fabiana e Fabiana. La ticinese Branca e la mesolcinese Mottis. Quest’ultima ha giocato la sua prima partita della stagione, dopo il grave infortunio rimediato agli Europei con la Nazionale: «Tornare in campo è stata un’emozione indescrivibile. A fine partita ho iniziato a piangere, tutte le compagne mi hanno abbracciata ed è stato bellissimo».

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