Calcio

Petkovic si presenta: «L'arabo? Prima voglio andare d'accordo col francese»

Il nuovo commissario tecnico dell'Algeria si è presentato al pubblico – Per lui un contratto valido sino al 2026 e due obiettivi da raggiungere – «Pressione? Ci sono abituato, gli algerini mi ricordano i tifosi della Lazio»
©Keystone/JEAN-CHRISTOPHE BOTT
Massimo Solari
04.03.2024 16:30

«As-salam aleikum». L’era di Vladimir Petkovic sulla panchina dell’Algeria si è aperta così. Con la mano del nuovo selezionatore tesa al Paese. «E ai suoi 44 milioni di abitanti che voglio rendere orgogliosi insieme alla squadra» ha dichiarato «Vlado» ad Algeri, dove nel primo pomeriggio è stato presentato alla stampa. Poche ore prima, l’ex commissario tecnico della Nazionale svizzera aveva sottoscritto un contratto valido sino al 2026. Eccola, dunque, la nuova avventura, attesa, ponderata, colta, dopo praticamente due anni di stop.

Di fronte a un importante numero di giornalisti, Petkovic si è sciolto con il passare dei minuti. Oltre 45, quelli concessi ai presenti per fare conoscenza con il neoselezionatore delle Fennecs e le sue idee. Affiancato da una traduttrice, il 60.enne di Sarajevo si è espresso quasi esclusivamente in italiano. «Perché voglio che i miei messaggi siano chiari» ha spiegato. «L’arabo? Prima di tutto voglio andare d’accordo con il francese, che in ogni caso capisco pienamente e so pure parlare. In un secondo momento sarà poi mia premura imparare qualche parola di arabo, così da poter comunicare sul campo pure in questa lingua».

La filosofia già adottata in rossocrociato

Petkovic, dicevamo, torna su una panchina a due anni di distanza dal flop di Bordeaux e quasi tre dall’exploit ottenuto con la Svizzera a Euro 2020. «I quarti di finale di quel torneo? Non sono una persona che ama cullarsi nel passato» ha sottolineato «Vlado». «Nel calcio conta migliorare di giorno in giorno. Conta la prossima partita. E, ve lo assicuro, non sono qui per partecipare. Ma per vincere». All’ex tecnico rossocrociato, al proposito, sono stati posti due obiettivi: la qualificazione alla Coppa d’Africa del prossimo anno, in Marocco, e l’accesso ai Mondiali del 2026. «Riuscirci costituirebbe un traguardo davvero importante» ha indicato Petkovic, chiamato a risollevare una nazionale che nell’ultima edizione del torneo continentale - in gennaio - ha fallito clamorosamente il superamento della fase a gironi. «Ho seguito la recente Coppa d’Africa e conosco molti elementi che vi hanno preso parte» ha rilevato il neoct dell’Algeria: «Un conto, però, è osservare da fuori, un altro toccare lo spogliatoio con mano. La mia idea di gioco, infatti, si fonda sulla rosa a disposizione. Una rosa, ci tengo a precisarlo, che non sarà per forza formata dai 23 più dotati tecnicamente. Quanto dai 23 che funzionano meglio insieme». Concetti già espressi ai tempi della Nazionale elvetica, già. E, in tal senso, non sorprende nemmeno la filosofia di gioco che Petkovic intende promuovere nei prossimi mesi: «Provare a battere ogni avversario. Dominandolo attraverso uno stile e un atteggiamento positivi e propositivi».

«Credo che i risultati parlino a mio favore»

Il primo raduno è dietro l’angolo. L’ultimo fallimento freschissimo. E con le qualificazioni al citato Mondiale del 2026 già scattate - con due vittorie e la testa provvisoria del girone G - le attese nei confronti dell’allenatore residente in Ticino sono molto elevate. «E noi - ha tenuto a far notare un giornalista locale - non siamo gentili come gli svizzeri». Petkovic, ad ogni modo, non si è scomposto. «Sono abituato a lavorare sotto pressione. Ad alto livello, ritengo sia bello e quasi normale. Ho iniziato a tastare il polso degli algerini. A respirare l’atmosfera che regna attorno alla nazionale. E posso dire che mi ricorda quella avvertita a Roma, da allenatore della Lazio». «Vlado» ha quindi insistito: «Quando si attende molto da una persona, questa può solo essere contenta. Ripeto: sono un tecnico ambizioso e credo che i risultati parlino a mio favore. Pochi allenatori, lungo la propria carriera, riescono a mettere le mani su un trofeo. Ebbene, io ho avuto il piacere di vivere questa sensazione alla guida della Lazio». La Coppa Italia vinta nel maggio del 2013, e non contro un avversario qualunque: la Roma.

Un tecnico ticinese nello staff?

Petkovic dovrebbe percepire un salario mensile di 135 mila euro. Una somma alla quale aggiungere gli eventuali bonus per il raggiungimento degli obiettivi condivisi con la federazione e verosimilmente da ridistribuire ai membri dello staff. Alla questione, i giornalisti algerini hanno prestato molta attenzione. Chi accompagnerà «Vlado» nella sua nuova avventura? «Ho le idee chiare» ha risposto il diretto interessato. «Non posso fare ancora nomi, dal momento che vi sono dei contratti da firmare. Di sicuro porterò con me due persone». E, stando a nostre informazioni, una è ticinese e ha già diretto diverse formazioni del nostro cantone.

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