Il grande volo di Simon Ammann

Il sangallese sogna un'altra impresa olimpica
Red. Online
09.08.2013 06:45

EINSIEDELN - Da vicino, il trampolino principale di Einsiedeln incute timore. Imponente, ripido, quasi mostruoso. Riesce difficile immaginare che da quella lingua inospitale possa uscire qualcosa di magnifico, sportivamente divino. Simon Ammann qui è di casa. Si allena regolarmente assieme agli altri saltatori di Swiss Ski. Anche ieri, nonostante la pioggia battente, ha mostrato lampi del suo talento. E della sua ironia, visto che dopo un salto particolarmente lungo ha esclamato: «Volevo arrivare all?Abbazia». Quattro ori olimpici, una carriera ricca di successi, un soprannome – Harry Potter – che ne sottolinea la natura magica e magnetica, Ammann è di fronte all?ennesima grande sfida: le Olimpiadi di Sochi, nel 2014, a 32 anni suonati. «Ma io non sono costretto a vincere ancora» dice. È l?inizio di una lunga intervista.Partiamo dal presente: settimana prossima ad Einsiedeln si terrà il Grand Prix estivo, lei vi prenderà parte. Quanto è importante la stagione «calda» rispetto a quella classica, in inverno?«Molto. In generale, vale la massima secondo cui se uno è bravo in estate lo sarà anche in inverno. Certo, dopo i cambiamenti a livello di regolamento ed equipaggiamento ci sono diverse eccezioni. Ma se in questo momento dell?anno salti con i migliori, allora hai buone chance di fare bene dopo. Quando sai dove sei e dove vuoi arrivare, avverti una grande fiducia. E un saltatore ha bisogno come il pane di fiducia e buone sensazioni. Per questo, a Courchevel e poi ad Einsiedeln voglio puntare al risultato».Torniamo a Sochi. Come fa a mantenere l?equilibrio, ovvero a dare il giusto peso alle tappe di avvicinamento?«Nella mia testa ho un grande disegno, una mappa diciamo. E quel disegno si chiama Olimpiade. Poi sta a me trovare i singoli dettagli, vivere il momento. Penso a Sochi da due anni oramai. Ci sono stato per la prima volta con mia moglie, nel 2011, quasi da turista. Ho voluto scoprire la città, l?ambiente, la regione dove si trova il trampolino. È stato un viaggio interessante, una cosa diversa rispetto a quando giro il mondo per gareggiare. Sono tornato in Russia in un secondo momento per studiare da vicino il profilo del trampolino, che a mio parere è parecchio impegnativo».Il pensiero di Sochi dunque non è un?ossessione?«No, anzi. Mi ha aiutato la scorsa stagione, molto difficile per me. Avevo impostato un lavoro durissimo in palestra per guadagnare forza».

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