Svizzera-Serbia, al lavoro per evitare il caos del 2018

Innovativa, trasparente, proattiva. E visionaria. L'Associazione svizzera di calcio (ASF) s'immagina così, da qui al 2025. O meglio, è già al lavoro per dimostrarsi tale. Nei fatti, insomma. A ribadirlo, giovedì mattina nel quartier generale di Muri bei Bern, sono stati i vertici della federazione. Riuniti per illustrare al pubblico la strategia dei prossimi tre anni. «Una tabella di marcia chiara» per dirla con il presidente Dominique Blanc. L'anno è importante. Importantissimo, anzi. A fine anno sono in programma i Mondiali in Qatar, mentre quest'estate sarà la selezione femminile a mettersi in mostra agli Europei. Vetrine, soldi, ispirazioni. Per il bene dell'ASF stessa, ma soprattutto agli occhi dei giovani calciatori e delle giovani calciatrici. Formazione e competizione che si fondono, in un percorso che non si vuole accidentato. Coeso, quello sì, guardando alla salute, ai benefici sociali e - va da sé - al risultato sportivo. Bravi e meno bravi. Con la Nazionale A «nel ruolo di locomotiva» e a cascata i talenti delle Under rossocrociate, e le migliaia di ragazzi che ogni giorno inseguono un pallone nel club del proprio comune. Sì, il calcio - a livello maschile - rimane lo sport più praticato in Svizzera. Probabilmente anche il più amato. In grado di smuoverti dentro. Di sognare, anche.
Rispetto all'ultimo Mondiale, è stato fatto notare in apertura, è cambiato molto. Quasi tutto. Nell'organigramma come pure nella filosofia. Un esempio? Lo ha fornito il responsabile della comunicazione Adrian Arnold, a sua volta subentrato dopo il torneo disputato quattro anni fa in Russia. Quello delle controverse esultanze dell'aquila di Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri, già. E del polverone sollevato dalla sfida esplosiva con la Serbia, durante la fase a gironi. «Guardando al futuro, e dunque alla partita che si ripresenterà anche in Qatar, abbiamo voluto cambiare il nostro approccio» ha spiegato in merito Arnold. «Proprio ieri ne abbiamo discusso a lungo, con i vertici della selezione maggiore e dell'ASF. Cercheremo di essere proattivi, affrontando per tempo il tema sia con la squadra, sia con la federazione serba. A Doha, nell'ambito dei sorteggi, se ne è iniziato a parlare. Siamo in contatto e al prossimo congresso UEFA a Vienna intendiamo approfondire ulteriormente la questione. Credo che i diretti interessati abbiano imparato la lezione. Noi tutti lo abbiamo fatto. E perciò vogliamo farci trovare pronti. Anticipando gli eventuali scenari e facendo il possibile affinché la gara di inizio dicembre non si trasformi in una nuova battaglia politica. No, il protagonista dovrà essere solo e soltanto lo sport». Il motto dell'ASF, d'altronde, è chiaro. «Vogliamo entrare nel cuore dei tifosi svizzeri». Ecco perché alcuni errori non andranno ripetuti. Ecco perché la strategia 2021-2025 cercherà di essere innovativa, trasparente e, per l'appunto, proattiva.