Qatar 2022

Svizzera-Serbia, al lavoro per evitare il caos del 2018

L'ASF intende muoversi proattivamente con la federazione serba, per evitare che la sfida dei Mondiali in Qatar si trasformi in una «battaglia politica»
Granit Xhaka e il controverso gesto dell'aquila, dopo il gol alla Serbia ai Mondiali del 2018. © Keystone/Laurent Gillieron
Massimo Solari
07.04.2022 12:29

Innovativa, trasparente, proattiva. E visionaria. L'Associazione svizzera di calcio (ASF) s'immagina così, da qui al 2025. O meglio, è già al lavoro per dimostrarsi tale. Nei fatti, insomma. A ribadirlo, giovedì mattina nel quartier generale di Muri bei Bern, sono stati i vertici della federazione. Riuniti per illustrare al pubblico la strategia dei prossimi tre anni. «Una tabella di marcia chiara» per dirla con il presidente Dominique Blanc. L'anno è importante. Importantissimo, anzi. A fine anno sono in programma i Mondiali in Qatar, mentre quest'estate sarà la selezione femminile a mettersi in mostra agli Europei. Vetrine, soldi, ispirazioni. Per il bene dell'ASF stessa, ma soprattutto agli occhi dei giovani calciatori e delle giovani calciatrici. Formazione e competizione che si fondono, in un percorso che non si vuole accidentato. Coeso, quello sì, guardando alla salute, ai benefici sociali e - va da sé - al risultato sportivo. Bravi e meno bravi. Con la Nazionale A «nel ruolo di locomotiva» e a cascata i talenti delle Under rossocrociate, e le migliaia di ragazzi che ogni giorno inseguono un pallone nel club del proprio comune. Sì, il calcio - a livello maschile - rimane lo sport più praticato in Svizzera. Probabilmente anche il più amato. In grado di smuoverti dentro. Di sognare, anche. 

Rispetto all'ultimo Mondiale, è stato fatto notare in apertura, è cambiato molto. Quasi tutto. Nell'organigramma come pure nella filosofia. Un esempio? Lo ha fornito il responsabile della comunicazione Adrian Arnold, a sua volta subentrato dopo il torneo disputato quattro anni fa in Russia. Quello delle controverse esultanze dell'aquila di Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri, già. E del polverone sollevato dalla sfida esplosiva con la Serbia, durante la fase a gironi. «Guardando al futuro, e dunque alla partita che si ripresenterà anche in Qatar, abbiamo voluto cambiare il nostro approccio» ha spiegato in merito Arnold. «Proprio ieri ne abbiamo discusso a lungo, con i vertici della selezione maggiore e dell'ASF. Cercheremo di essere proattivi, affrontando per tempo il tema sia con la squadra, sia con la federazione serba. A Doha, nell'ambito dei sorteggi, se ne è iniziato a parlare. Siamo in contatto e al prossimo congresso UEFA a Vienna intendiamo approfondire ulteriormente la questione. Credo che i diretti interessati abbiano imparato la lezione. Noi tutti lo abbiamo fatto. E perciò vogliamo farci trovare pronti. Anticipando gli eventuali scenari e facendo il possibile affinché la gara di inizio dicembre non si trasformi in una nuova battaglia politica. No, il protagonista dovrà essere solo e soltanto lo sport». Il motto dell'ASF, d'altronde, è chiaro. «Vogliamo entrare nel cuore dei tifosi svizzeri». Ecco perché alcuni errori non andranno ripetuti. Ecco perché la strategia 2021-2025 cercherà di essere innovativa, trasparente e, per l'appunto, proattiva.

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