Virtanen: «Che delusione, è un'occasione sprecata»

Finisce così, con gli applausi di mezza Gottardo Arena - l’altra metà si è già svuotata per la delusione - alla squadra e ai sicuri partenti: Conz, Fohrler, Kneubuehler e... Spacek salutano i tifosi. Già, l’Ambrì Piotta è in vacanza, l’auspicata notte magica non è arrivata. Ai playoff e a sfidare gli ZSC Lions ci va il Bienne. Per i leventinesi i prossimi saranno i giorni dei bilanci. Adesso prevale invece la tristezza per non aver saputo cogliere l’attimo in questi play-in: dapprima nel derby con il Lugano e ora con il Bienne.
Una doppia mazzata
Un Bienne, va detto, che alla Gottardo Arena non ha rubato proprio nulla. I seeländer hanno aumentato il ritmo rispetto a gara-1 e hanno soprattutto approfittato delle lacune di un Ambrì che, per lunghi tratti, ha dato l’impressione di non averne più. Né fisicamente - ad immagine dei due leader difensivi Virtanen e Heed - né mentalmente.
Di fatto i biancoblù hanno concesso un intero periodo al Bienne. Il primo, durante il quale la squadra di Luca Cereda è apparsa passiva e poco propensa ad accettare il duello fisico. I seeländer nei primi venti minuti hanno fatto ciò che hanno voluto, trovando in 41’’ un doppio vantaggio grazie al quale hanno potuto gestire con calma - relativa, ovviamente - il resto dell’incontro. Una mazzata dalla quale di fatto l’Ambrì Piotta, se non con qualche fiammata, non si è più ripreso.
Poca cattiveria
I biancoblù non hanno mollato, non hanno tirato i remi in barca, ma non hanno mai davvero dato l’impressione - nonostante il risultato lo lasciasse sperare - di poter far sua la sfida. Certo, sono tornati due volte in partita, dapprima con Landry e poi con Dauphin, ma dietro il Bienne non si è mai lasciato prendere dal panico. Cereda le ha provate tutte, mescolando in continuazione i suoi terzetti offensivi, ma i seeländer sono semplicemente stati superiori. Ci sarebbe voluto un altro Ambrì per mettere in difficltà i vice-campioni svizzeri, ma è mancata la cattiveria agonistica, la capacità di spingersi oltre i propri limiti.
Atmosfera ovattata
Insomma, non è stata serata e questo il pubblico della Gottardo Arena lo ha probabilmente avvertito immediatamente. L’atmosfera non è allora mai stata davvero elettrica: solo nei minuti finali, prima della rete a porta vuota di Künzle, i tifosi hanno spinto per davvero. Troppo tardi, per evitare le vacanze.
«La verità è che siamo veramente delusi»
In lontananza la Curva Sud concede un ultimo, sentito abbraccio a chi - con certezza o presumibilmente - a partire dall’anno prossimo non vestirà più la maglia biancoblù. Mentre Conz, Spacek, Fohrler e Kneubuehler si alternano sul ghiaccio, nella pancia della Gottardo Arena il resto dei compagni sta pian piano iniziando a metabolizzare la seconda delusione incassata nei play-in. Fatale, questa volta sì, nella corsa al sogno playoff. Jesse Virtanen, uno dei leader della compagine leventinese, è tra i primi a riemergere dagli spogliatoi. E nonostante basterebbe l’espressione sul suo volto per trasmettere le emozioni che sta provando, accetta di stilare un bilancio in merito a quanto accaduto nelle ultime due settimane. «La verità è che siamo davvero delusi - ci dice il terzino finlandese -. Sia contro il Bienne, sia contro il Lugano in precedenza, abbiamo avuto l’opportunità di staccare un biglietto per i playoff. Non ci mancava niente, eravamo pronti ed infatti siamo sempre rimasti incollati agli avversari nel punteggio. Però non abbiamo sfruttato la nostra occasione. Anzi, l’abbiamo sprecata. Ognuno di noi ha dato il massimo, di questo sono più che sicuro, ma non è bastato e bisognerà capire perché. Rispetto alla scorsa stagione abbiamo fatto un piccolo passo avanti, ma non è stato sufficiente».
Anche l’analisi dell’allenatore leventinese Luca Cereda, per forza di cose, è pregna di delusione. Nonché un pizzico di pragmatismo. «Abbiamo avuto quattro occasioni, ma non siamo riusciti a vincere neanche una partita, incamerando due sconfitte e due pareggi. E quindi, giustamente, siamo fuori». La sensazione è che al suo Ambrì sia mancato qualcosa, nella fase più calda della stagione, per gettare il cuore oltre l’ostacolo. «Di sicuro nel primo tempo dell’ultima sfida col Bienne ci è mancata la nostra mentalità. Forse la voglia di fare bene ci ha traditi, rivelandosi fatale. Nel complesso invece, gettando lo sguardo a tutte e quattro le sfide, è difficile trarre ora delle conclusioni. Nelle prossime settimane avremo tempo di analizzare con calma questo finale di campionato, per capire cosa abbiamo fatto di buono e cosa invece non ha funzionato. A caldo, ad ogni buon conto, mi sento di dire che il fatto di essere sempre stati molto vicini ai nostri avversario nel punteggio, senza però essere mai riusciti a imporci, è stata la nostra grande pecca. In questo momento, come detto, prevale la delusione per l’eliminazione e non riesco ad avere sentimenti positivi verso la stagione. Una volta terminate tutte le analisi, vedremo che sensazioni ci lasceranno».