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«Au revoir Algeria»: la Svizzera «colonialista» in un fumetto-tabù

La puntata del 12 gennaio 2024 del podcast CdTalk—L'ospite: Il racconto illustrato di uno dei lati più oscuri della storia elvetica, l'emigrazione delle famiglie povere verso le colonie francesi con una delle autrici, Marisa Fois (storica)
Una delle autrici del fumetto «Au revoir Algeria», Marisa Fois (storica); sullo sfondo e attorno, la copertina del libro (scaricabile gratis in forma integrale in pdf)
Jona Mantovan
12.01.2024 06:00

Oggi, nel podcast del Corriere del Ticino, trattiamo di una pagina scomoda della storia svizzera: il colonialismo in Algeria. Non siamo abituati a pensare alla Confederazione come un Paese colonialista, eppure... Questa «scoperta» la faremo attraverso le pagine di un media trasversale e universale come il fumetto. A parlarci di tutto questo—dell’esodo, della cacciata e dell’amaro ritorno a casa di chi era partito dalla Svizzera con l'illusione di trovare un nuovo «Eldorato»—è la storica Marisa Fois, autrice, oltre che del fumetto in questione, anche di uno studio sulla presenza svizzera nel Paese nordafricano. Le prime tavole del fumetto «Au revoir Algeria», pubblicato da Seismo Editore, si presentano con l’innocente curiosità del giovane Daniel, che di lì a poco spalancherà il sigillo di uno spinoso vaso di Pandora. I personaggi hanno una linea semplice ed espressiva. Il tratto della fumettista Aminata Devillers-Pierson ricorda quello di Peyo, ovvero Pierre Andrè Gabrielle Culliford, il creatore belga dei famosi puffi. Il suo approccio alla materia anche più drammatica lascia sempre un tocco di leggerezza e sensibilità. Daniel è rappresentato come un ragazzino dei giorni nostri: capelli neri scompaginati, un abbigliamento informale e un grande amore per la nonna. L’anziana ha i tipici capelli raccolti in un candido chignon, esaltato dal bianco e nero delle tavole.

Il reportage, completo di foto, videointerviste e infografica, è stato pubblicato sul sito internet all’indirizzo cdtlink.ch/algeria.

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