L'iniziativa

A bordo del trenino dei turisti si sogna il quartiere che verrà

L’Associazione Locarno Campagna organizza singolari visite grazie a un convoglio di solito riservato ai vacanzieri in città: «Vogliamo coinvolgere la popolazione al fine di ripensare un rione di cui spesso si ignora perfino il nome»
Una delle brevi soste per illustrare lo stato di alcuni progetti di primo piano, qui nella zona dei margini della Maggia.
Jona Mantovan
30.07.2023 09:30

L’aria è carica di aspettative al centro diurno «Insema» di Pro Senectute, in pieno quartiere Campagna (e non Solduno come molti pensano), a Locarno. Nella corte risuona il vociare delle famiglie e dei bambini che giocano durante l’attesa. Mancano pochi minuti alle 18 e il brusio è interrotto da gridolini di meraviglia. Il trenino è arrivato. Sì, quello blu. Di solito usato dai turisti.

Questa volta, però, è lì per gli abitanti del rione «il cui nome è spesso ignorato». L’idea è dell’Associazione Locarno Campagna: esplorare l’area per immaginarne il futuro. E che c’è di meglio se non sognare al suono della campanella che si fa strada nel traffico? Gli organizzatori pensano sia «una possibilità per riflettere sulle esigenze di chi vive qui. Desideri che saranno poi inseriti nel Piano di azione comunale, il documento sullo sviluppo della città».

È il mezzo ideale per far conoscere alcuni angoli meno noti del quartiere. Posti in cui a molti capita di passare quotidianamente, ma senza sapere con esattezza cosa siano o cosa significhino
Francesco Albi, 38 anni, del comitato Associazione Locarno Campagna nonché architetto e consigliere comunale

Tutti in carrozza...

«Vogliamo ascoltare ogni voce, anche quelle dei più piccoli, che non hanno diritto di voto ma sono il nostro domani», dice Francesca Machado, del comitato dell’associazione nonché consigliera comunale verde. «Ogni idea conta, in questo progetto partecipativo», aggiunge mentre piano piano tutti prendono posto sui vagoncini azzurri, la cui capacità è quasi al limite.

Le fa eco il collega Francesco Albi: «Questo mezzo è ideale per far conoscere alcuni angoli meno noti del quartiere. Posti in cui a molti capita di passare quotidianamente, ma senza sapere con esattezza cosa siano o cosa significhino», spiega il 38.enne esponente di Sinistra Unita e che nella vita è architetto.

Tra gli ospiti dell’evento c’è anche Simone Ferrari, responsabile delle opere pubbliche per la città. Sarà lui a fornire alcuni aggiornamenti in occasione di un paio di soste: dai progetti appena portati a termine alle idee in fase di allestimento. «È una situazione nuova», conferma il funzionario 38.enne, il quale ha deciso di ‘spendere’ qualche ora del suo tempo libero per ascoltare i cittadini.

Qualcosa di diverso ci voleva. In fondo, è anche bello portare in giro gli abitanti della mia Locarno
Giancarlo Borghetti, 42 anni, conducente del 'trenino blu' dei turisti

...e si parte!

Intanto Giancarlo Borghetti, l’autista della comitiva, sblocca le ruote e avvia i motori che si accendono con alcuni sonori sbuffi. «Qualcosa di diverso ci voleva», esclama il 42.enne. «In fondo, è anche bello portare in giro gli abitanti della mia Locarno», osserva sorridente, inforcando gli occhiali da sole e controllando che la strada sia libera prima di svoltare.

Dal Centro Isolino (‘stazione’ di partenza e arrivo) all’ospedale («che non è in Città Vecchia, bensì sempre in Campagna»), dalla Piazza Cinque Vie (e non solo «Cinque Vie») alla Morettina, fino alla zona verde–polmone del quartiere–dove hanno sede gli orti comunali, il centro logistico, il centro giovani.

Quasi un’ora trascorsa a scoprire questa parte della città sotto una nuova prospettiva. Un’escursione che procura, a tratti, qualche perplessità. Il treno (dei desideri?) torna al punto di partenza e accosta piano piano. I viaggiatori scendono ordinatamente dalle carrozze.

Quando ho ricevuto l’invito non sapevo bene cosa aspettarmi, ma devo dire che è stata proprio una bellissima esperienza
Simone Ferrari, 38 anni, responsabile delle opere pubbliche della città di Locarno

L’ora del rinfresco

Il tragitto, che sarà riproposto il 29 agosto, è finito. Ma la serata ancora no. All’interno, un rinfresco aspetta i partecipanti, ma non solo: sulle tavolate ci sono alcuni scatti d’epoca. Molti posti appena visti sono irriconoscibili. Una serie di blocchetti di biglietti adesivi dai colori più disparati invita a scrivere le proprie impressioni.C’è chi ha già iniziato ad appenderne alcuni.

«Poche piste ciclabili», recita uno di questi, messo sotto il cartello «Criticità». «Mancano grandi spazi verdi collegati», riporta un altro. «Basta tagliare alberi». «Non ci sono mezzi pubblici». Le indicazioni, in generale, sono molto dettagliate.

«Quando ho ricevuto l’invito non sapevo bene cosa aspettarmi», ammette Ferrari dopo aver ascoltato alcuni cittadini. È molto richiesto e c’è già chi vuole farsi avanti per aggiungere qualcosa. «Ma devo dire che è stata proprio una bellissima esperienza e trovo che sia stata molto utile per capire cosa pensano le persone che abitano qui e che vivono nel secondo quartiere più popoloso della città, considerando comunque che quello più grande è costituito, in realtà, da due entità diverse, accorpate solo di recente sotto la denominazione Rusca-Saleggi».

Una comunità di 3.800 residenti–incastrata tra Solduno, Città Vecchia, Saleggi e Monti della Trinità–che, grazie a iniziative come questa, cerca di conquistare una sua identità.

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