Il reportage

Bellinzona ha trovato il lago in Piemonte

Abbiamo visitato i borghi che ispirarono Gianni Rodari e che rientrano nel progetto Interreg dedicato alla Via Francisca - Il collegamento tocca la Valle di Blenio, la Riviera e il Bellinzonese - Si punta decisi sulla riscoperta della cucina di Maestro Martino
L'isola di San Giulio merita... di essere immortalata. © CdT/ADD
Alan Del Don
30.04.2025 06:00

«Abbiamo molte cose in comune con Bellinzona e la vostra regione dal punto di vista storico, culturale e paesaggistico. Anche nel turismo servono coraggio, visione, intuizione e lungimiranza come hanno avuto gli imprenditori di Omegna nel primo dopoguerra». Da un anno Daniele Berio è sindaco del Comune piemontese di quasi 15 mila abitanti che si affaccia sul lago d’Orta e che ha dato i natali al compianto Gianni Rodari, scrittore e giornalista fra i più noti ed apprezzati in Italia, ma anche a storiche aziende quali la Bialetti, la Girmi, l’Alessi e la Calderoni.

Lunedì il 59.enne ha indossato i panni di Cicerone accogliendo autorità e giornalisti provenienti dalla Turrita. Fra quest’ultima e la provincia del Verbano-Cusio-Ossola si sta sviluppando un «gemellaggio» lungo la Via Francisca alla scoperta delle «Tracce di meraviglie», dal nome del progetto Interreg che vi avevamo presentato sull’edizione dello scorso 7 marzo.

L’emissario scorre all’insù

Bellinzona ha la Fortezza (ed altro, ovvio) ed è bella così, sia chiaro. «Le manca solamente il lago». Quante volte, scherzando, l’abbiamo pensato. Adesso ha persino trovato quello più romantico - come l’hanno definito alcuni poeti - che scorre nella vicina Penisola. Situato tra la piana dell’Ossola e la sponda occidentale del basso lago Maggiore, in questo corso d’acqua d’origine glaciale lungo poco più di 13 chilometri si specchiano borghi stupendi che molti ciclisti ticinesi hanno imparato ad apprezzare. Talmente stupefacente che uno dei suoi emissari - la Nigoglia - scorre verso... nord.

Orgoglio e passione

È un motivo di vanto per Omegna, prima tappa del nostro «(educo)tour» con visita al Museo del casalingo. Cosa c’azzecca con la Via Francisca, vi starete chiedendo? Uno degli obiettivi è la valorizzazione della cucina di Maestro Martino, nato a Grumo, in Valle di Blenio, lo chef europeo più noto del XV secolo, ritenuto l’ispiratore e promotore della cucina italiana. Sì, avete ragione. Ai tempi non preparava i «maccaroni romaneschi» (gli odierni spaghettoni cacio e pepe) o la «torta bianca» (la pastiera napoletana) con gli utensili inventati dagli imprenditori omegnesi. Ma il collegamento è quello della gastronomia, del territorio, del passato medievale. Il cibo unisce, ieri come oggi.

Il principe dei fornelli

Non è dunque un caso che sul bus che ci ha portati oltre confine c’erano anche Egon Maestri e Franco Gasparoli, rispettivamente vicepresidente e membro di comitato dell’associazione Blenio Bellissima costituita nel 2000 per promuovere attività ricreative, culturali e sportive nella Valle del sole. Nella «patria» di Maestro Martino, principe dei fornelli nel Rinascimento, verrà realizzato un «Wall of fame» (un muro dei famosi, per capirci, dove saranno appesi mestoli, padelle, cucchiai, eccetera) quale testimonianza dei grandi cuochi elvetici e della vicina Penisola. Non solo, grazie alle competenze di Blenio Bellissima si darà spazio alla riscoperta del ricettario e anche alla casa dello chef. Si prevede, oltre alla raccolta di libri e documenti legati alla cuisine médiévale, una cucina didattica nei pressi del paese natale del cuoco ducale.

Si sognano gli chef stellati

La speranza - come ci hanno spiegato lo stesso Maestri e Juri Clericetti, direttore dell’Organizzazione turistica regionale (OTR) Bellinzonese e Alto Ticino - è di poter convincere i ristoranti della nostra regione a proporre ricette (in parte rivisitate) d’antan. C’è chi già lo fa, ma sono pochi, come l’esercizio pubblico di Giubiasco nel quale domenica hanno pranzato il sindaco di Omegna Daniele Berio ed altre autorità nonché i colleghi di Radio Spazio 3, VCO Azzurra TV e Video Novara dopo aver ammirato la Fortezza, Palazzo Civico e Curzútt. E poi c’è il sogno. Portare chef stellati e personaggi televisivi come Carlo Cracco (fondatore, nel 2011, dell’Associazione culturale Maestro Martino, di cui è tuttora presidente, che promuove la formazione delle giovani leve della ristorazione) ed Antonino Cannavacciuolo in Valle di Blenio per degli eventi a tema.

Quel patrimonio mondiale

Il destino ha voluto che Villa Crespi, il «regno» proprio di Cannavacciuolo, si trovi ad un tiro di schioppo dal Sacro Monte di San Francesco ad Orta San Giulio, patrimonio UNESCO come i castelli e la Murata bellinzonesi. La chiesa di San Nicolao custodisce il gruppo ligneo della Madonna della Pietà, mentre le venti cappelle ripercorrono la vita del santo di Assisi che ha ispirato, ad esempio, il defunto Papa, Jorge Mario Bergoglio. Un’altra meraviglia è l’isola di San Giulio con l’omonima basilica, l’abbazia benedettina Mater Ecclesiae ed il sarcofago del duca longobardo Mimulfo che venne fatto decapitare nel 590 proprio lungo la Via Francisca. Storie nella Storia che verranno riscoperte grazie alla collaborazione dell’Associazione Amici della Via Francisca del Lucomagno presieduta da Matteo Oleggini che ha aderito subito al progetto Interreg.

Purtroppo - al momento - non si è riusciti a coinvolgere i partner attivi sul ramo lombardo di questo collegamento ricco di parchi, cultura e arte. «Le idee non mancano. Queste visite sono fonte di ispirazione e consentono di creare quello spirito di squadra fondamentale per poter operare, assieme, per il bene del territorio. Il bacino potenziale di turisti è enorme», sottolinea Juri Clericetti. L’OTR, ricordiamo, ha assunto il ruolo di capofila svizzero.

L'isola tra le montagne

Da Bellinzona partono due Vie Francische. La prima, antica Via romana, risale al 590 dopo Cristo, passa dal lago d’Orta e porta il nome Via Francisca da quei secoli. È quella che - per quanto riguarda il tratto italiano - abbiamo potuto ammirare in parte lunedì. La seconda (antica via romana, meno utilizzata nel Medioevo) risale al XII secolo e passa per il Malcantone e la Val Ganna. Possono anche essere chiamate Via Francisca orientale e occidentale. «In mezzo alle montagne c’è il lago d’Orta. In mezzo al lago d’Orta, ma non proprio a metà, c’è l’isola di San Giulio», ripeteva il barone Lamberto di rodariana memoria.

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