Con Avatar Locarno torna al cinema e le sale sperano nel 2023
Il 2022 si è concluso in bellezza per i cinema del Locarnese. Il numero di spettatori–anche grazie al nuovo Avatar, ‘magia’ d’incassi diretta da James Cameron–è tornato a livelli molto simili a quelli del 2019. Il Palacinema ha iniziato a sorridere nel periodo delle feste, anche se gli addetti ai lavori di Enjoy Arena, la società che anima la programmazione delle tre sale, precisano: «Siamo molto contenti dello sviluppo segnato da tutto il 2022». Il 2023, poi, fa ben sperare, con grandi titoli all’orizzonte. Dal nuovo Ant-Man (‘Uomo formica’, a febbraio) al quarto capitolo di John Wick (marzo), il terzo dei Guardiani della Galassia (maggio), Missione impossibile (luglio)… e ancora: la seconda parte di Dune, Indiana Jones, Dungeons & Dragons… gli amanti delle pellicole ‘di cassetta’ non sono gli unici a sfregarsi le mani.
Opere d’autore
Il cinema Otello di Ascona intende offrire un’esperienza diversa ma altrettanto apprezzata. «A inizio 2022 eravamo preoccupati, poiché scarseggiavano sia l’offerta sia il pubblico», spiega Antonio Prata, programmatore della sala del Borgo che dopo dieci anni ha «riallacciato» i contatti con il Locarno film festival, rientrando nella lista delle sale che ospitano i suoi film. «Siamo rimasti colpiti dalle ultime settimane dell’anno, quando in poco tempo siamo riusciti a superare gli otto mesi post-pandemici. Abbiamo recuperato tutto, insomma. Anche se, all’appello, mancherebbero ancora diverse migliaia di spettatori. L’importante, però, è avere questo segnale di ripresa».
Secondo il 51.enne, poi, occorre capire una certa «nuova sensibilità» del pubblico: «Non dobbiamo pensare solo alla quantità di spettatori, ma anche alla qualità delle nostre scelte. Credo che con la pandemia sia successo qualcosa nelle persone. Stiamo lavorando anche all’ampliamento della nostra offerta per il pubblico più giovane. Vogliamo continuare a puntare pure sulle dirette dell’opera del balletto da Londra, un progetto che seguiamo da parecchi anni e che è rimasto in sospeso durante la pandemia». Prata rileva come l’offerta proposta ad Ascona sia poco comune. «Il cinema d’autore non è solo quello intelligente o culturalmente elevato. Ci sono molti titoli realizzati con pochi soldi e che devono trovare ancora degli schermi per farsi conoscere. Il nostro cinema sarà lì per loro, che si tratti di opere nazionali o internazionali», afferma. Una strada simile, fra l’altro, la percorre anche il Circolo del cinema di Locarno con una nutrita lista di proiezioni al GranRex. Come all’Otello, anche loro portano sullo schermo le attività cinematografiche degli Amigos de la lengua española come pure dell’Alliance française (vedi anche riquadro in basso).
Verso una riconversione
A pochi minuti a piedi oltre la stazione ferroviaria di Locarno c’è il Rialto, in via San Gottardo a Muralto. Incastrato tra un centro fitness e le vetrine di un negozio specializzato in monopattini, la storica sala passa quasi inosservata, se non fosse per la grande insegna che riporta il marchio «by Enjoy Arena Locarno» in piccolo e di fianco al nome scritto a caratteri cubitali.
La struttura è chiusa e riapre soltanto durante i dieci giorni del Locarno film festival. Il sindaco Stefano Gilardi, però, ha qualche idea per alcuni sviluppi futuri e puntualizza: «La utilizziamo regolarmente nell’ambito del nostro FestivalLibro, la cui terza edizione quest’anno si terrà dal 2 all’11 marzo, per le proiezioni di pellicole ispirate alle opere degli scrittori che presentiamo. Ma stiamo lavorando anche su un modello che vede i suoi spazi come punto d’incontro per una vita comunitaria, per esempio un centro diurno, animato e di qualità. Non dimentichiamo che abbiamo una popolazione anziana, plurilingue: dovremmo tenerne conto per trovare nuove offerte di proiezioni durante la giornata», dice Gilardi. Il sindaco nonché titolare del dicastero sociale e culturale del Comune aggiunge che il progetto è in ballo da tempo e, da parte sua, c’è tutto il sostegno per un’apertura di questo genere. «C’è la speranza di una ripresa della fruizione della settima arte in gruppo e non solo tramite il grande schermo a domicilio», conclude.