Berna

Dopo lo scontro con la polizia, il passo indietro di Michael Graber: «Reazione eccessiva»

Il consigliere nazionale UDC si è scusato per avere accusato un agente di Fedpol di obbedire ciecamente agli ordini come gli scagnozzi di Hitler: «Parole pronunciate nella foga del momento»
© Screenshot video nau.ch
Red. Online
14.06.2024 09:30

Breve zuffa, mercoledì, sulle scale di Palazzo federale, a Berna. Come vi abbiamo riferito, il capogruppo UDC Thomas Aeschi e il collega Michael Graber si sono scontrati con agenti dell'Ufficio federale di polizia (Fedpol) armati che bloccavano le scale nell'area d'ingresso, durante la visita del presidente del parlamento ucraino Ruslan Stefanchuk. Graber è arrivato ad accusare i poliziotti di obbedire ciecamente agli ordini come gli scagnozzi di Hitler. Quello che è accaduto nell'atrio di Palazzo federale ha lasciato l'amaro in bocca a molti deputati, anche colleghi di partito. Tanto che il consigliere nazionale vallesano ha deciso di fare un passo indietro: «Mi dispiace e chiedo scusa ai poliziotti», ha dichiarato in un'intervista al Blick.

Graber ha ammesso che la sua «è stata una reazione eccessiva» e di essersi «pentito della dichiarazione» fatta all'agente, motivando le sue parole con «la foga del momento». Ha però ribadito che il dispositivo di sicurezza messo in atto per la visita del numero 2 ucraino non avrebbe dovuto ostacolare l'attività dei parlamentari. «Avete mai provato a prendere l'ascensore? L'attesa è molto lunga. Qualcuno, per questo, non è riuscito a rientrare in aula e ha perso una votazione», ha fatto notare, precisando pure che non vi era stata alcuna comunicazione sull'inagibilità della scalinata principale.

Su quanto accaduto si è espresso pure il responsabile del Dipartimento federale della giustizia Beat Jans: «Quando qualcuno viene in visita dall'Ucraina, da un Paese in guerra, il livello di sicurezza è alto. Il dispositivo messo in atto, a mio avviso, era necessario», ha dichiarato. Ma Michael Graber non è dello stesso avviso: «La vera anomalia della giornata è stata proprio il dispositivo di sicurezza, con la polizia armata di mitragliatrici cariche sulle scale che non distingue tra parlamentari democraticamente eletti e persone che potrebbero rappresentare un pericolo», si legge sul Blick. «Trovo discutibile che si crei una minaccia invitando ospiti durante una sessione parlamentare». «Dovremmo invitare ospiti che rendono Palazzo federale insicuro?», scrive su Facebook.

Niente di personale, dunque, nei confronti del singolo agente accusato di poter «eseguire addirittura gli ordini impartiti da Hitler nel Terzo Reich». Il deputato vallesano vorrebbe incontrarlo di persona: «Porterò con me una bottiglia di vino».

Il consigliere federale dell'UDC Albert Rösti ha nel frattempo espresso comprensione per i colleghi di partito. «I parlamentari eletti, che sono noti a tutti, devono poter svolgere le loro attività», ha dichiarato al programma Rundschau di SRF. «Le misure di sicurezza devono garantire la loro libertà di movimento». «All'interno di Palazzo federale ci sono delle regole che stabilisce il parlamento stesso», ha commentato dal canto suo la consigliera nazionale del Centro, Elisabeth Schneider-Schneiter. «Le forze di sicurezza rispettano tali regole su nostro incarico. L'atteggiamento di questo parlamentare è una vergogna». Il copresidente del PS, Cédric Wermuth, ha criticato aspramente le parole di Graber: «Ancora una volta l'UDC sminuisce Olocausto e fascismo. A Palazzo federale. Questa mancanza di rispetto per le vittime del nazismo mi lascia senza parole».

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Il consigliere nazionale UDC non ha rispettato l'ordine degli agenti di Fedpol di attendere, poiché stavano scattando le foto in occasione della visita del presidente del parlamento ucraino Ruslan Stefanchuk, per la quale sono state incrementate le misure di sicurezza – «Il punto è che il lavoro parlamentare ha la priorità sulle visite degli Stati esteri durante la sessione»