Ecco come gli elfi rispondono alle letterine (e intanto, al Centro pacchi è di nuovo Natale)
La magia è oltre un paio di rampe di scale, al Centro pacchi di Cadenazzo de La Posta: Moritz Succetti, 55 anni e in questo periodo responsabile degli «elfi postini», fa strada nel corridoio spoglio. Una serie di finestrelle di vetro, tuttavia, fa trasparire l'atmosfera natalizia: disegni appesi a mo' di decorazione, musica nell'aria e profumo di cannella, persino. La targa sulla porta dice «Sala conferenze Stella del Sud». Ma, una volta aperta, di conferenze neanche l'ombra. Otto «elfe», abbigliate con un coprispalle ovviamente rosso e bianco, sono all'opera sullo sfondo delle note dell'immancabile Michael Bublé. Ed è tutta una sinfonia di lettere aperte, di tasti pigiati sulle tastiere dei terminali. Anche il saluto sembra un coro. È qui che Babbo Natale e Gesù bambino si fanno aiutare per rispondere a tutti coloro che hanno mandato la loro letterina. Grandi o piccoli e nelle tre lingue nazionali «più l'inglese», sottolinea il nostro accompagnatore, evidenziando come in realtà ci siano anche Christkind, Père Noël, Weihnachtsmann... «Certo, non lavoriamo per uno solo», esclama Laura, una delle otto ai tavoli. È la prima esperienza del genere per la 36.enne e anche l'emozione si fa sentire: «Viviamo la magia del periodo più spirituale dell'anno. Vediamo uno spaccato della società che spesso tendiamo a dimenticare: dalla povertà alle situazioni familiari che stanno mutando». «A volte scrivono anche degli adulti», le fa eco Lisa, 42 anni e al suo secondo «mandato» in veste di «elfa». «Magari per salutare qualcuno che hanno perso. O forse perché hanno problemi con i figli».
La nostra interlocutrice dice che sono già 20 mila le lettere elaborate finora. Ma la strada è ancora lunga. «Iniziamo già l'ultima settimana di novembre, ma ci fermeremo qualche giorno dopo Natale, per non lasciare indietro quelle che sono state imbucate all'ultimo momento». L'anno scorso, le letterine destinate alle celebrità del periodo delle feste erano state oltre 33.600, mentre l'anno prima, nel 2021, c'era stato il primato con quasi 36 mila (per la precisione, 35.903). Non male, soprattutto se si pensa che negli anni Cinquanta le missive del genere erano appena 450.
Ma, appunto, come fanno le lettere ad arrivare qui? «Ormai abbiamo l'esperienza acquisita in oltre settant'anni... Noi postini riconosciamo la letterina e, alla fine, è convogliata in questo ufficio», interviene Succetti. Fermo restando che anche la magia di Babbo Natale e Gesù bambino danno il loro contributo. «Vale soprattutto per le risposte», spiega ancora Lisa. «Spesso il mittente non è indicato in maniera chiara. A volte i bambini scrivono solo il nome, il paese o un pezzo di via. O addirittura non c'è niente. Ma noi facciamo il possibile per rintracciare tutti. E così, quotidianamente, l'elfo capo stampa le letterine con gli indirizzi, le impostiamo aggiungendo il regalino e spediamo».
Alle spalle della donna ci sono ancora tre cassette grigie colme di letterine ancora da aprire. Ai divisori trasparenti e sulle vetrate, sono appese le coloratissime creazioni con disegni di tutti i tipi. C'è anche quella di Liam, che ha creato un giornale intitolato Corriere delle renne: una serie di vignette rappresentano Babbo Natale alle prese con «la boccia più grande del mondo», oppure «in vacanza» con gli occhiali da sole. «Che storia, lo sapevi che Babbo Natale è forzuto?», mentre il disegno lo rappresenta mentre solleva pesi.
Desideri, timori e tanti disegni
«Queste sono le decorazioni più belle che si possano avere», dice ancora Succetti mentre rimira le ghirlande realizzate unendo le opere mandate dai piccoli. Ma cosa chiedono, più di ogni altra cosa, i bambini? «Beh, Lego e telefoni, giochi elettronici, queste cose vanno sempre per la maggiore, come Barbie per le bambine», ammette Sara, 53.enne e al suo quinto anno di esperienza. Anche se non mancano gli animali. Gatti? Cani? Cavalli, pony? E richieste ben più mirate come carte regalo Amazon oppure soldi. Soldi, già.
«Ma ci sono bimbi che chiedono di salutare i nonni che non ci sono più, oppure quelli che chiedono un regalo per la mamma o magari un compagno per lei, un papà». Due anni fa c'era il coronavirus, «quindi i bambini erano preoccupati quello. Quest'anno c'è la guerra, certo, i piccoli sono preoccupati anche per quello che succede nel mondo. Magari scrivono che hanno paura che Babbo Natale si possa ammalare, oppure che non possa più raggiungerci perché c'è una guerra».
«Siamo felici di rendere magico il Natale ai bambini, oltre a essere molto orgogliosi di questo lavoro. Rispondiamo singolarmente a ogni bambino», aggiunge. «Sono tutte speciali», dice ancora Laura. «Si sente la purezza dei bambini, sono molto spontanei. Alcuni magari sono così piccoli che è ancora la mamma a scrivere. Anche questo lo trovo molto bello, perché c'è la volontà di trasmettere una tradizione che magari parte ancora dai genitori. Ogni lettera ha una storia e ogni lettera ha la sua magia».
Nel frattempo, al pian terreno...
«Sì», conclude la giovane. «Ci sono tante scoperte. A livello umano, parlano molto delle famiglie che ci sono ancora o di quelle che magari si sono sgretolate. Le righe che riceviamo aprono un mondo che conosciamo, ma che forse tendiamo a non volerlo vedere». Ancora Lisa: «C'è il bambino che ci mette l'impegno, che ti fa un disegno elaborato. C'è la lettera toccante, c'è chi ti scrive che magari ha perso qualcuno o vorrebbe parlare con il papà che non ha mai conosciuto. E c'è chi, invece, lo fa solo per ricevere il nostro piccolo regalo», esclama.
È arrivata l'ora del congedo. È la prima volta che La Posta apre le porte del suo «laboratorio degli elfi di Babbo Natale e Gesù bambino». Il responsabile, Moritz Succetti, segnala poi come ci sia anche un apprendista che accompagna il lavoro delle otto esperte. «Potrà annoverare questa particolare esperienza nel suo curriculum». Una cosa che proprio non è da tutti...
Intanto, qualche piano più in basso, la musica è ben diversa. Il rumore incessante di carrelli elevatori, muletti e nastri trasportatori è unito alle indicazioni che i postini e gli addetti alla logistica si passano tra loro. «Occhio, arriva un Amazon! Ce l'hai tu il Calzedonia?». Sembrano quasi frasi in codice. Ma poi i pacchetti arrivano davvero. E tanti, tanti pacchetti.
Volumi su del 30-40%
«Eh, ormai siamo sotto le feste», spiega Luca Dellamora, responsabile del settore di distribuzione Locarno-Ticino, che comprende anche il Centro pacchi regionale di Cadenazzo. Il 52.enne si muove con disinvoltura tra i corridoi marcati per il transito pedonale nel gigantesco complesso industriale. Meglio seguirlo con attenzione, perché i muletti carichi di pacchi e pacchetti sfrecciano a tutta velocità.
«In questo periodo, i nostri volumi aumentano dal 30 al 40%», riprende l'esperto. «Significa che abbiamo più merce da lavorare, più pacchi da recapitare. Si vive un momento molto intenso nell'arco di una manciata di settimane». Intanto gli addetti hanno iniziato a scaricare ognuno la sua gabbia d'acciaio colma di, si può ben ipotizzare, regali di Natale. «Ci sono 170 collaboratori, tra coloro che sono nel centro per lo smistamento e coloro che partono da qui per il recapito. La pressione di questo periodo richiede un incremento di dieci persone».
«Ho notato che il lavoro è aumentato, da quando sono arrivata qui», sottolinea Natalia, 23.enne impiegata nella logistica. Dalle offerte commerciali all'accumulo di scatolette di cartone che contengono sorprese, il passo è breve. «C'è stato il Black Friday e ora abbiamo altri sconti per Natale. Ma lo vedo come una come una sfida, mi dà motivazione».
Migliaia di scatole
E, a proposito del Black Friday, Dellamora evidenzia come «in questo periodo superiamo giornalmente il milione, il milione e 200 mila pacchi recapitati in Svizzera. Ma anche qui a Cadenazzo abbiamo il nostro primato, un volume di 98 mila pacchi in un giorno. Un primato stabilito proprio poco dopo il Black Friday e che non avevamo visto nemmeno durante la pandemia: quasi 100 mila pacchi in un giorno da recapitare in Ticino, incredibile».
Vedremo però quanto la crisi, la guerra, l'aumento dei costi e la stagnazione dei salari in molti settori abbiano influito sugli ordini natalizi. Il nostro interlocutore non può dire molto, perché i dati di dicembre non sono ancora ovviamente disponibili. «Ma calcoliamo che di regola recapitato, in questi periodi, dai 30 ai 35 mila pacchi al giorno».
Conclude Natalia: «Già. Ricordo che una volta avevo ordinato da Amazon e quando avevo poi ricevuto a casa il pacchetto mi ero chiesta: magari sono stata proprio io a trattarlo a Cadenazzo, chissà. In ogni caso, mi sento parte della grande catena che porta sorprese nelle case dei ticinesi. Abbiamo tutti la nostra responsabilità e mi prendo cura di quel che poi entrerà, in un modo o nell'altro, nelle vite e nelle case delle persone che vivono qui nei dintorni».