L'iniziativa

Ecco il primo sondaggio tutto dedicato alla maternità in Ticino

C'è tempo fino a settembre per partecipare, su internet e anonime, all'inchiesta del gruppo «Mamma, nascita, libertà»: «Per essere unite, come una sorellanza»
Un sondaggio che mira a migliorare, se necessario, la condizione di chi diventa mamma; in primo piano, Angela Notari, promotrice del progetto
Jona Mantovan
10.03.2023 16:30

La sala è gremita. Le mamme che questo venerdì mattina hanno risposto «ci siamo» alla presentazione del primo sondaggio dedicato alla maternità in Ticino (primo perlomeno nel suo genere e nelle sue modalità), sono parecchie. E c'è anche qualche papà. Ovviamente, non potevano mancare loro: bambini e bambine, anche di pochi mesi. Saluti, abbracci, emozioni e passeggini. Piano piano, si fanno strada Angela Notari, Marija Paganini e Christelle Pagnamenta. Sui tavoli e sulle sedie spiccano i volantini con l'indirizzo per partecipare all'inchiesta via internet, fino a fine settembre. «Siamo tante cose, tra cui tre mamme – ha esordito Angela Notari, promotrice del progetto –. Tre mamme diverse, anche. Non solo per la provenienza geografica, ma perché abbiamo vissuto esperienze molto differenti. Ci riconosciamo sotto il motto ''Mamma.Nascita.Libertà'' e siamo fiere di mostrarvi il primo questionario che chiede alle protagoniste come si nasce oggi in Ticino». Lo slogan richiama quel ''Donna, vita, libertà'' scandito dai manifestanti che si battono per i diritti delle donne in Iran, il cui dibattito democratico è oppresso dal regime. «È questo il punto. Dobbiamo diventare una sorellanza, le mamme devono unirsi. Nel nostro caso, basta davvero pochissimo. Un questionario».

L'iniziativa si sviluppa attorno alle tante testimonianze di mamme che hanno condiviso il loro percorso: «Dopo aver ascoltato, letto, pianto su mille vissuti diversi, ci siamo chieste: ''Perché non farne qualcosa? Perché non usare queste esperienze per unirci, capire e chiedere un cambiamento, se necessario?''», riprende la 36.enne, che nella vita si occupa di comunicazione. «Siamo molto curiosi. Cosa ci diranno i risultati? Cosa potremo provare a cambiare? Quali tendenze emergeranno? Oggi non lo sappiamo. Abbiamo bisogno di tutte per scoprire la verità». 

Ero stata sommersa da messaggi, decine e decine... forse un centinaio. Tutti da parte di donne che raccontavano le loro esperienze di parto, negative e positive
Marija Paganini

La tragedia in Italia

«Subito dopo la tragedia del Pertini, a gennaio, avevo pubblicato alcune storie sulla mia esperienza nei miei profili sui media sociali», dice Marija Paganini prendendo la parola e facendo riferimento alla morte di un neonato per soffocamento nell’ospedale romano, sembrerebbe a causa della madre che – stremata – si sarebbe accasciata sopra di lui. «Ero stata sommersa da messaggi, decine e decine... forse un centinaio. Tutti da parte di donne che raccontavano le loro esperienze di parto, negative e positive. Ho capito che c’era un divario notevole tra tutte queste testimonianze. A volte riferite allo stesso ospedale e nelle stesse condizioni. Volevo capire perché un'esperienza così delicata fosse tanto diversa da donna a donna», sottolinea la 38.enne. 

Non ho potuto avere alcun contatto immediato con il nascituro. Ricordo di averlo potuto sentire tra le mie braccia solo molto più avanti, già lavato e vestito di tutto punto. Ma non era una cosa che avevo deciso io
Christelle Pagnamenta

Cambiare si può

«Il cambiamento è possibile, ma per raggiungerlo è importante parlarne», spiega Christelle Pagnamenta, giornalista e mamma a tempo pieno. «Nel mio caso, sono passata da un'esperienza di parto negativa a una positiva». La 39.enne, infatti, alla nascita del primo figlio ha mancato una fase che considera vitale e importante, «che fa la differenza: non ho potuto avere alcun contatto immediato con il nascituro. Ricordo di averlo potuto sentire tra le mie braccia solo molto più avanti, già lavato e vestito di tutto punto. Ma non era una cosa che avevo deciso io. L'aveva fatto qualcun altro per me. Dal punto di vista medico era tutto a posto, tutte le procedure erano state seguite alla perfezione. Questo avvenimento, però, mi ha tormentata parecchi mesi. Per fortuna, con il secondo, avevo ottenuto un cambiamento netto. Dopo averne parlato con i medici e con le ostetriche, è emersa una soluzione che è stata poi adottata per tutte le mamme». Madri o neomadri che, finalmente, hanno potuto legare con i loro neonati sin da subito. 

Non vogliamo insistere sul parto naturale a tutti i costi. Non siamo contro chi sceglie il ‘cesareo’. Non demonizziamo chi non allatta e nemmeno chi lo fa per lungo tempo
Angela Notari

Non si fanno classifiche

«Viviamo in una nazione, la Svizzera, che offre moltissimi privilegi, oltre a un grande benessere economico. Il settore della salute si riflette in questo quadro, e ci fa godere di livelli molto alti», riprende ancora Paganini. «Ma resto dell'idea che garantire il diritto al benessere intimo e mentale durante il parto sia uno scalino in più da superare».

«Troppo spesso per le mamme, e anche per i papà, il parto è qualcosa di pesante, quasi da dimenticare», afferma Notari. «Ma questo non è normale. Se la nascita vi umilia, vi spaventa e vi mortifica... non va bene. C'è qualcosa che non va. Le mamme non vanno lasciate sole. Vogliamo impegnarci per migliorare le cose. Questa inchiesta non serve a stilare classifiche o dimostrare chi è la più tosta. Siamo tutte mamme, siamo tutte forze della natura. Non vogliamo insistere sul parto naturale a tutti i costi. Non siamo contro chi sceglie il ‘cesareo’. Non demonizziamo chi non allatta e nemmeno chi lo fa per lungo tempo. Vogliamo solo assicurarci che tutte le mamme possano avere la loro voce». Notari, poi, parla della necessità di rafforzare, sostenere, ascoltate e aiutare. «Per poi voltarci indietro e offrire, a quelle che partoriranno in futuro, dei miglioramenti, anche se sono piccoli».

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