Aggregazioni

Ecco il Ticino da cento Comuni

Via libera del Parlamento alla nascita di «Lema», «Giornico» e «Quinto» – Norman Gobbi: «La politica dei piccoli passi e lo sforzo di sindaci e Municipi alla fine ha premiato»
© CdT/Chiara Zocchetti
Irene Solari
28.05.2024 18:38

Sono ufficialmente nati tre nuovi Comuni in Ticino. Il Gran Consiglio, nella seduta di questo pomeriggio, ha avallato con un plebiscito le unioni dando il benvenuto tra gli applausi al Comune sottocenerino di «Lema» (formatosi dal matrimonio degli oramai ex enti locali di Astano, Novaggio, Curio, Bedigliora e Miglieglia) e a quelli leventinesi di «Giornico» (unione di Bodio e Giornico) e «Quinto» (fusione di Quinto e Prato Leventina). Nella votazione del 26 novembre scorso la popolazione aveva accolto favorevolmente le aggregazioni con percentuali del sì che si aggiravano sul 70% (e gli exploit di Astano e Miglieglia arrivati al 90%).

Dalle ceneri ai matrimoni

Unioni che sono state salutate positivamente anche dal direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi: «Queste sono aggregazioni che mostrano la volontà di non mollare». Sottolinenado come tutte siano nate dalle ceneri di precedenti fallimenti: la fusione del Medio Malcantone, quella di tutta la Bassa Leventina e quella dell’Alta Leventina. «Vorrei sottolineare lo sforzo che Comuni, sindaci e Municipi hanno svolto in questi anni nel costruire un consenso attorno ai progetti. È la politica dei piccoli passi che alla fine premia», ha aggiunto il consigliere di Stato. «In questo modo il Gran Consiglio permette al Ticino di diventare nel 2025 un Cantone con cento Comuni».
È stato invece respinto per tutti e tre i nuovi Comuni l’emendamento proposto dal Movimento per il socialismo (MPS) che voleva l’adesione alla cassa pensioni del Cantone (IPCT) per i dipendenti del settore pubblico e parapubblico. Emendamento che aveva trovato anche una «ferma opposizione» espressa in una nota dai Comuni di Bodio e Giornico che lo ritenevano un «peggioramento delle condizioni attuali» nonché «una violazione dell’autonomia comunale».

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