Mesolcina

Escavatori nel fiume e asfalto sbriciolato: ecco il cantiere dell'A13

L'USTRA ha organizzato un sopralluogo sul luogo del disastro, dove la Moesa ha spazzato via un tratto di autostrada – «L’autostrada è qui da quasi 50 anni e non è mai successa una tragedia di queste dimensioni, fortunatamente in quel momento non transitava nessuno»
© CdT/Gabriele Putzu
Irene Solari
26.06.2024 17:36

Le automobili si fermano. Oltre un certo punto non possono più proseguire: si arriva solo qualche chilometro oltre lo svincolo di Lostallo lungo l’A13. Un tratto aperto eccezionalmente questa mattina per il sopralluogo organizzato dall’Ufficio federale delle strade (USTRA). Troppi i detriti - soprattutto pezzi di legno, rami e sassi - che si incontrano per strada. Più si avanza più la velatura grigia del fango sull’asfalto si fa sempre più spessa. Si continua quindi a piedi, camminando accanto a enormi cataste di tronchi e pezzi di asfalto sbriciolato, verso il ponte Buffalora. La vista si apre poi sul fiume Moesa, fragoroso e ancora gonfio di acqua torbida. Poco più avanti, segnalato da barriere di sicurezza, il punto esatto in cui l’autostrada ha ceduto, distrutta dalla furia del nubifragio che ha colpito la Mesolcina.

Obiettivi in due tappe

A fare il punto della situazione è stato Guido Biaggio, vicedirettore USTRA: «L’obiettivo è riaprire due corsie, una per direzione di marcia, entro il 10 luglio per garantire il collegamento autostradale sud-nord». Parallelamente si lavora alla costruzione del rilevato autostradale e allo sgombero del materiale che si è incastrato sotto il ponte, così che non freni il flusso normale della Moesa. Per quanto riguarda il ripristino totale dell’autostrada, «è ancora un po’ ambizioso prevedere una data ma si può immaginare che per la fine dell’anno, prima che arrivi l’inverno, riusciremo a ripristinare anche la seconda corsia per senso di marcia».

Mai così tanti mezzi

Al lavoro, in mezzo ai rumori assordanti del cantiere, una trentina di operai e uno staff di ingegneri, progettisti e direzione lavori, una cinquantina le persone in totale. Le opere sono entrate nel vivo anche se di notte tutto si ferma, «perché la situazione è instabile e bisogna evitare i rischi, la scarsa visibilità non lo permetterebbe», ha spiegato l’ingegnere Marco Fioroni, capo della filiale USTRA di Bellinzona, indicando il cantiere. Il dispiegamento attuale di mezzi è imponente: «Penso che non ne abbiamo mai avuti così tanti al lavoro contemporaneamente. Per questo dobbiamo ringraziare i progettisti e le imprese che in poco tempo sono riuscite a mobilitare un gran numero di mezzi e manodopera per cercare di affrontare al meglio e nei tempi più rapidi questa situazione di emergenza». Schierare più forze di queste al momento è quasi impossibile, ha aggiunto il capo filiale di Bellinzona, in quanto già adesso le macchine stanno lavorando una vicina all’altra e aggiungerne altre diventerebbe troppo pericoloso.

Le sfide attuali

Il primo passo da fare adesso è quello di riportare la Moesa nel suo alveo originario. «Se andassimo a ricostruire il rilevatore autostradale con il fiume attuale, vi sarebbe il forte rischio che in pochi giorni venga di nuovo eroso in caso di piena o di forti piogge», ha precisato Fioroni. I lavori si concentrano anche sulla riva invasa dalla colata di fango che nasconde al suo interno enormi massi: «Ci sono materiali rocciosi grandi quanto un autotreno che stiamo facendo brillare prima di poterli spostare. Tutto dipende anche dalle condizioni meteorologiche che avremo».

Un altro problema da risolvere è quello del cavo ad alta tensione da 16 Kilovolt che si trova sotto il mantello stradale: «Stiamo realizzando un tracciato provvisorio per salvaguardare questo cavo che garantisce la corrente di tutta la valle». Ripercorrendo quello che è successo lo scorso venerdì, Fioroni ha spiegato che la zona, dove passa anche un riale, era ovviamente conosciuta ed era stata inserita nella carta dei pericoli. «Erano state fatte diverse valutazioni. Nel 2019 c’era stata una piccola colata di materiale, che era forse un decimo di quello capitato attualmente. Avevamo quindi preso qualche misura di protezione rinforzando il piede del rilevato autostradale, ma non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere. L’autostrada è qui da quasi 50 anni e non è mai successa una tragedia di queste dimensioni. Fortunatamente in quel momento non transitava nessuno».

La sicurezza prima di tutto

Le voci degli interlocutori vengono più volte sovrastate dal rumore degli elicotteri che sorvolano costantemente la zona e delle motoseghe intente a tagliare i tronchi per liberare la strada. Oltre a tutti i mezzi cingolati - escavatori e ruspe - che, insieme ai camion da cava, sono impegnati a sgomberare i detriti dai lati del fiume. Un lavoro non facile, per il quale vengono naturalmente prese delle precauzioni, come ha sottolineato Biaggio. «In questo momento c’è un problema con il livello delle acque, che è calato ma comunque resta superiore al normale. Per far fronte a eventuali emergenze è stato pure istituito un sistema di monitoraggio - tramite sentinelle - ed evacuazione del personale in caso di forti piogge e maltempo». Quanto ai costi che tutta l’operazione comporterà «è ancora prematuro parlarne ma, come ci si può bene rendere conto da quello che si vede, non si tratterà di un paio di migliaia di franchi».

Lo stato dei lavori

© CdT/Gabriele Putzu
© CdT/Gabriele Putzu

I lavori per riportare la Moesa nel suo alveo naturale potranno essere completati prima del previsto, fa sapere l'USTRA a fine pomeriggio. I primi lavori di riempimento per la costruzione del nuovo tratto di autostrada sono già stati completati grazie al lavoro di 30 operai, 10 grandi escavatori, diversi dumper e rulli compressori. L'Ufficio federale delle strade sta richiedendo l'autorizzazione per proseguire i lavori anche nel fine settimana.

La chiusura dell'autostrada A13 «ha avuto finora un impatto minimo sui percorsi alternativi», l'A2, il Sempione e il Gran San Bernardo. «Tuttavia, le prossime festività in Svizzera e all'estero avranno un influsso sul volume di traffico sulle strade svizzere». I vacanzieri metteranno in difficoltà il traffico, soprattutto, sull'autostrada A2 che attraversa il Ticino.

Oltre ai posti supplementari messi a disposizione dalle FFS sui treni, la società HUPAC – cooperatrice dell'Autostrada Viaggiante (sistema di trasporto per il traffico combinato di camion e autocarri su rotaia) – ha annunciato oggi che metterà temporaneamente a disposizione una capacità supplementare. Si sta anche chiarendo come il traffico S (traffico merci nazionale) sul Gottardo possa essere ulteriormente prioritario durante la chiusura della A13.

L'inizio delle vacanze in Svizzera e all'estero

8 giugno: Italia

15 giugno: Ticino

22 giugno: Germania – Bremen, Niedersachsen, Sachsen, Sachsen-Anhalt, Thüringen

29 giugno: Svizzera – Appenzello Interno, Basilea Campagna (in parte), Basilea Città, Friburgo Ginevra, Glarona, Grigioni (in parte), Obvaldo (in parte), Vaud, Vallese

29 giugno: Austria – Burgenland, Niederösterreich, Wien

29 giugno: Belgio –  Flandern

6 luglio: Svizzera 2 Argovia, Appenzello Esterno, Basilea Campagna (in pate), Berna, Friburgo (in parte), Grigioni (in parte), Giura, Neuchâtel, Nidvaldo, Obvaldo (in parte), San Gallo, Sciaffusa, Svitto, Soletta, Turgovia, Uri, Zugo

6 luglio: Germania – Nordrhein-Westfalen

6 luglio: Francia

6 luglio: Austria – Kärnten, Oberösterreich, Salzburg, Steiermark, Tirol, Vorarlberg

6 luglio: Belgio – Wallonien

6 luglio: Paesi Bassi – Gelderland (Süd), Limburg, Nordrabant (Süd), Zeeland

13 luglio: Svizzera – Zurigo

13 luglio: Germania – Hessen, Rheinland-Pfalz, Saarland

13 luglio: Paesi Bassi – Flevoland (Mitte), Gelderland (Mitte), Nordrabant (Mitte), Südholland, Utrecht (Mitte)

20 luglio: Germania – Berlino, Brandenburg, Hamburg, Mecklenburg-Vorpommern, Schleswig-Holstein

20 luglio: Paesi Bassi – Drente, Flevoland (Nord), Friesland, Gelderland (Nord), Groningen, Nordholland, Overijssel, Utrecht (Nord)

27 luglio: Germania – Baden-Württemberg, Bayern

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