«Estranei a ogni aggregazione: adesso vi spieghiamo perché»
«Stiamo bene così». «Siamo una realtà nuova e dobbiamo consolidarci». «Non siamo d’accordo, vogliamo discutere altri scenari». Sono miste, le reazioni dei Comuni che non rientrano nel panorama proposto dalla sezione degli Enti locali (il servizio di vigilanza sui Comuni del Dipartimento del territorio) a proposito di aggregazioni comunali attorno a Locarno. Il Cantone ha già ribadito di non voler imporre alcunché, soprattutto i tempi di concretizzazione, con l’unico scopo di lavorare affinché il Locarnese abbia più peso politico anche nei dibattiti a livello nazionale.
Dopo anni di deserto, però, sembra la volta buona: anche nel distretto «più diviso» inizia a delinearsi una strada per il futuro. Anzi, due. La prima, denominata «Urbano», vedrebbe Losone, Orselina, Minusio e Brione uniti alla Città di Locarno, mentre la seconda, denominata «Piano», coinvolgerebbe Gordola, Lavertezzo, Cugnasco-Gerra e Tenero-Contra.
«Non cambia nulla»
Ascona, con i suoi oltre 5.400 abitanti, è la realtà con più peso nel gruppo degli esclusi. Il sindaco, Giorgio Gilardi, spiega al Corriere del Ticino di non non aver ricevuto Norman Gobbi e Marzio Della Santa (il titolare del Dipartimento delle istituzioni e, rispettivamente, il caposezione degli Enti locali, che quest’anno hanno sondato gli enti locarnesi prima di avanzare la proposta di doppio scenario aggregativo, ndr): «Dovrà incontrare anche noi, ma la nostra posizione è chiara: non siamo d’accordo con l’aggregazione e la nostra idea è che possiamo continuare a collaborare come stiamo facendo già adesso, fra l’altro con ottimi risultati».
Il 66.enne ha inoltre precisato come gli scenari «Urbano» e «Piano» non cambino la situazione di Ascona: «Non ne abbiamo parlato in Municipio. Lo faremo, è di sicuro un tema, tuttavia per noi non è cambiato nulla rispetto a prima».
«Arrivano sollecitazioni»
Muralto (quasi 2.600 abitanti), invece, si trova in una posizione un po’ differente: incastonato tra i «grandi» Minusio (il secondo Comune del Locarnese con quasi 7.500 abitanti) e la Città stessa (16.555), sulla futura cartina post-aggregazioni risulterebbe soltanto come un piccolo triangolino entro i confini dello scenario «Urbano».
«Sono arrivate sollecitazioni da municipali di altri Comuni, evidenzia il sindaco, Stefano Gilardi, rivelando una certa pressione attorno ai confini di Muralto. Ma non solo. Il 72.enne sottolinea come il suo Esecutivo sia sempre «a disposizione per discutere in maniera dettagliata scenari aggregativi differenti da quelli proposti, come abbiamo già spiegato a più riprese».
«Abbiamo tante altre priorità»
Una visione, quella proposta con i due raggruppamenti «Urbano» e «Piano», che proprio non va giù, insomma. «L’aggregazione è un tema attuale da 25 anni, una questione che non si risolve dall’oggi al domani. Vedremo come si evolverà la situazione, c’è ancora tanto tempo», conclude il nostro interlocutore. Scetticismo sullo scenario di domani anche a Brissago (1.600).
La sindaca, Veronica Marcacci Rossi, a titolo personale non crede si andrà molto lontano. «Restiamo a guardare, vediamo se e quando riusciranno a concludere qualcosa». La 46.enne, al contrario di Muralto, non sente pressioni sul suo Comune. «Il tema non è nemmeno all’ordine del giorno, in Municipio abbiamo tante altre priorità» ricorda la collaborazione in corso, in ambito amministrativo, con Ronco Sopra Ascona. Con una popolazione di appena 500 abitanti o poco più, anche il vicino di Brissago è del tutto estraneo a un discorso di aggregazione: «In Municipio non abbiamo discusso delle manovre di aggregazione sul tavolo», dice il sindaco, Paolo Senn. Il 59.enne, poi, conferma come non sia stata fissata alcuna visita con Gobbi e Della Santa.
«Ci stiamo assestando»
Infine, ecco Verzasca (804). Una realtà, tra l’altro, a sua volta risultata da un’aggregazione tra sette comuni avvenuta nel 2020. «Siamo ancora in fase di assestamento, non siamo pronti per ulteriori fusioni», racconta il sindaco, Ivo Bordoli. Che, tuttavia, ammette come il suo ente sia «debole dal punto di vista finanziario».
Il 70.enne evidenzia poi come si stia lavorando «per migliorare la situazione. D’altronde è anche importante il sostegno del Cantone alle zone periferiche».
NOTA DI REDAZIONE: Una prima versione di quest'articolo riportava erroneamente il dipartimento di Norman Gobbi (era indicato «territorio» anziché «istituzioni») e la funzione di Marzio Della Santa («capoufficio» anziché «caposezione»), che ora sono stati corretti.