Il dibattito

Gli scenari «Urbano» e «Piano» lanciano la Locarno aggregata

Gli Enti locali, dopo una serie di incontri bilaterali, indicano a nove Comuni del distretto le strade verso le unioni – Da una parte, la Città con Losone, Orselina Minusio e Brione, dall’altra Gordola, Lavertezzo, Cugnasco-Gerra e Tenero-Contra
In vista ci sono due incontri di riflessione che saranno organizzati nel corso del 2025; in primo piano, Nicola Pini, sindaco di Locarno, 39 anni
Jona Mantovan
28.09.2024 06:00

Aggregazioni nel Distretto, la strada è tracciata. O, meglio, le strade. Al termine di una serie di incontri con undici Municipi del Locarnese, la sezione degli Enti locali del Dipartimento del territorio (il servizio di vigilanza sui comuni del cantone) propone infatti due scenari: il primo, denominato «Urbano», vedrebbe la Città con LosoneOrselinaMinusio Brione. Il secondo, «Piano», unirebbe gli enti di GordolaLavertezzoCugnasco-Gerra e Tenero-Contra. Due «raggrupamenti» che interessano complessivamente nove Comuni. Soddisfatto il caposezione, Marzio Della Santa, il quale al Corriere del Ticino rivela come le recenti elezioni comunali abbiano portato «a cambiamenti significativi di persone in alcuni Esecutivi, creando un fermento positivo attorno al tema».

Fuori dai discorsi, almeno a questo giro, la parte orientale – da Ascona a Brissago passando per Ronco, ai quali Gobbi e Della Santa non hanno nemmeno fatto visita dato che all’orizzonte non hanno intenzione di modificare i rispettivi confini – e Muralto – che come gli altri ha sempre respinto in maniera categorica qualsiasi invito, nonostante si trovi costretto a ricorrere a varie collaborazioni proprio con Locarno per garantire una serie di servizi – oltre a Verzasca.

Apprezzo l’apertura al dialogo e la volontà di sedersi a un tavolo per migliorare i servizi e parlare di sviluppo
Nicola Pini, 39 anni, sindaco di Locarno

«Aperti a tutte le idee»

Per gli altri Comuni, in vista ci sono due incontri di riflessione da organizzare nel corso del 2025 «con rappresentanti della società civile, delle aziende e delle autorità politiche e che daranno avvio a una fase cosiddetta di pre-studio aggregativo», aggiunge il 58.enne.

Ottimista il sindaco di Locarno (16.655 abitanti), Nicola Pini: «Apprezzo la chiara apertura al dialogo di diversi Comuni. Con alcune realtà avevamo avviato un discorso bilaterale, ma è positivo ampliare la prospettiva». Il 39.enne sottolinea come sia soltanto «un primo passo. Non bisogna illudersi, ma è sempre un buon segno sedersi attorno a un tavolo e riflettere insieme. Come Città, ci presenteremo aperti a tutte le idee, allo scopo di migliorare i servizi ai cittadini e favorire lo sviluppo sociale, economico e culturale di tutta la regione». Il nostro interlocutore, sulla questione di un «doppio polo» (con le realtà degli scenari «Urbano» e «Piano»), non teme una perdita di peso politico: «Il rischio più grande è restare fermi alla situazione frammentata di oggi. Un passo avanti di riflessione su due livelli, come quello proposto, è comunque un passo avanti. Probabilmente, una riflessione futura potrebbe portare a unire queste due realtà, creando una sola Città equilibrata tra Centro e Piano. Siamo aperti a una riflessione con il piano e non la escludiamo, vediamo cosa emergerà».

«Esploriamo le ripercussioni»

Ma non solo. La Città, infatti, governa già un’ampia fetta di territorio sul Piano: «Il quartiere Gerre di Sotto lo consideriamo strategico. D’altronde, la forza di Locarno è la sua varietà. Dal lago alla montagna, dal centro alla collina; è una Città che unisce e valorizza le peculiarità dei quartieri attraverso con una governance che coinvolge le associazioni di quartiere nelle decisioni».

Minusio (che con 7.500 abitanti è il sesto Comune più popoloso in Ticino nonché il secondo nel Locarnese), al contrario del suo vicino Muralto, non vuole essere escluso a priori nelle discussioni e negli incontri di riflessione, sebbene il sindaco Renato Mondada evidenzi come non sia una priorità: «Vogliamo comunque esplorare gli scenari e le ripercussioni pratiche per i cittadini, come la gestione dei servizi e degli investimenti». Il 40.enne è dell’idea che «prima o poi, tra qualche legislatura, il Locarnese sarà aggregato. E per Minusio sarà importante presentarsi all’appuntamento con qualcosa in dote».

«Una visione intelligente»

Qualche chilometro oltre, verso est, ecco Gordola (4.800 anime): il perno attorno al quale dovrebbe ruotare la nuova realtà aggregata ipotizzata nello scenario «Piano» (come detto con Lavertezzo, Cugnasco-Gerra e Tenero-Contra). «La proposta del Cantone di due realtà distinte conferma la nostra convinzione di avere un Comune forte sul piano», dichiara il sindaco Damiano Vignuta. Il quale aggiunge come si tratti di una visione «che il dipartimento ritiene corretta. Nulla da dire, l’idea di avere un Comune sul piano è intelligente, oltre a essere quella che raccoglie più consensi». Il 43.enne accenna anche alle collaborazioni di Locarno con gli enti vicini, a partire dai pompieri di Tenero, che dopo le dimissioni di capo e vice si trovano gestiti dalla Città. «Tenero ha fatto dei passi autonomi anche se gli altri Comuni andavano sentiti. Noi, insieme a Cugnasco-Gerra, abbiamo espresso dubbi su questa scelta. E non è scontato che si andrà avanti in questa modalità. Voglio poi ricordare che le nostre collaborazioni con i Comuni vicini sono più numerose e intense rispetto a quelle con Locarno».

Infine, tappa obbligata a Lavertezzo (1.200 abitanti e ormai ex «Lavertezzo Piano», mentre la parte in quota è oggi frazione del comune Verzasca), il cui Esecutivo della legislatura precedente aveva portato a Bellinzona un’istanza di aggregazione con Locarno, facendo così riaccendere la «passione» per le fusioni. Istanza che, alla luce dei nuovi scenari, è stata congelata.

«Un punto d’arrivo»

«Finalmente si parla in maniera seria di aggregazioni anche nel Locarnese», conferma il sindaco di Lavertezzo, Andrea Berri, che ha preso in mano il timone dall’aprile scorso grazie a una lista contraria all’unione con Locarno. «Le finanze non lasciano una gran scelta al Municipio e l’aggregazione è un punto d’arrivo. Non per forza, però, va fatta entro uno o due anni. In ogni caso, resto convinto del fatto che la direzione presa con Gordola come punto di riferimento per l’aggregazione sia la scelta migliore», conclude il 53.enne.

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