Il «downburst», il ribaltamento e la tragedia sul Lago Maggiore: che cosa sappiamo finora
L’uscita sul lago per una gita che parte col sole e finisce con la notte arrivata in anticipo, portata da un cielo «carico» e sempre più scuro. Poi è solo la luce dei potenti fari degli elicotteri di soccorso a riuscire a fare chiaro sulla superficie del lago Verbano. Alla fine, dei 23 presenti sulla barca salpata dai cantieri «Fratelli Piccaluga» di Sesto Calende domenica mattina, se ne salveranno 19. Gli altri quattro non ce l’hanno fatta: sono due uomini e due donne vittime di un fortissimo fortunale di lago dalla forza impressionante, in grado di capovolgere un’imbarcazione di 15 metri e inabissarla. E fra le vittime, su cui a lungo le autorità italiane hanno mantenuto uno strettissimo riserbo, vi sono due dipendenti dell’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, l’intelligence italiana.
Molti in salvo a nuoto
Tutto è successo nel tardo pomeriggio di domenica quando nessuna allerta particolare era stata diramata dalle autorità: possibili temporali sì, previsti per l’intero fine settimana anche in arco prealpino, ma nessun evento critico in arrivo. Invece il cielo ha cominciato, dopo le 18, a scurirsi e a far allontanare le diverse imbarcazioni presenti dal centro lago a metà strada fra la sponda lombarda e quella piemontese: le barche ad albero sono riuscite ad allontanarsi piuttosto agevolmente sfruttando le vele e a riparare sotto costa, mentre la «navetta olandese» risalente al 1982, più lentamente ha cercato di guadagnare la protezione offerta dalla riva lombarda. Trovando però a circa 200 metri al largo una fortissima raffica di vento che l’ha ribaltata facendo cadere in acqua tutti gli occupanti. Le immagini dei video girati dai vigili del fuoco sono piuttosto eloquenti: a segnare il punto in cui l’imbarcazione è affondata c’erano diversi piccoli relitti galleggianti, oggetti in legno e sedie impiegate a bordo sull’imbarcazione turistica utilizzata dallo skipper Claudio Carminati, che da tempo offriva servizi per piccole crociere sul Verbano. Fra i naufraghi c’è stato chi è riuscito a mettersi in salvo a nuoto, mentre altre persone sono state aiutate da alcuni natanti che, oltre a dare l’allarme, hanno prestato le prime cure. Ma all’appello, una volta fatto il conto di passeggeri ed equipaggio, mancavano ancora quattro persone. La macchina dei soccorsi si è mossa in forze facendo arrivare sul lago un elicottero sanitario partito dall’ospedale Sant’Anna di Como oltre a diverse automediche e ambulanze, oltre ai vigili del fuoco anch’essi sul posto con un elicottero del gruppo volo Malpensa. L’intera area è stata cinturata dai carabinieri e sul posto è stato chiamato un elicottero militare giunto dalla Guardia costiera di La Spezia con a bordo strumentazione a infrarossi. Attorno alle 21 le prime conferme, a mezze parole, dai soccorritori: «C’è un morto. E 4-5 dispersi». Il primo corpo ad essere stato rinvenuto è stato quello di un cittadino israeliano di 53 anni, poi la seconda vittima riportata in superficie dai sommozzatori dei carabinieri è stata una donna di origini russe di 50 anni, compagna dello skipper. Le rimanenti salme sono state trovate fra l’alba e la prima mattina di lunedì. Erano i due dipendenti dei Servizi italiani. «I due dipendenti, appartenenti al comparto intelligence, si trovavano in zona per partecipare ad un incontro conviviale organizzato in occasione del festeggiamento del compleanno di uno della comitiva», hanno fatto sapere dall’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica.
Aperto un fascicolo
Ma cosa è accaduto su quel piccolo traghetto turistico? Lo dovrà stabilire l’inchiesta della Procura della Repubblica di Busto Arsizio che ha aperto un fascicolo per ora contro ignoti. L’ipotesi di reato è quella di «naufragio colposo»: sono cominciate le attività di recupero del relitto attraverso alcuni palloni subacquei dei vigili del fuoco; l’imbarcazione verrà in seguito sottoposta ad analisi una volta portata in secca mentre i corpi sono a disposizione dell’autorità giudiziaria. La Procura in prima battuta propende per un’ipotesi legata ad un fenomeno naturale estremo, ma per non lasciare alcun dubbio ha disposto accertamenti in merito a profili di sicurezza e capienza del natante. Sull’evento atmosferico in sé gli esperti non lasciano dubbi: non si è trattato di una tromba d’aria come inizialmente ipotizzato bensì di un fenomeno chiamato «downburst», in pratica una forte raffica d’aria discendente che si abbatte al suolo in maniera potente, e che può arrivare all’improvviso anche a oltre 100 chilometri orari. Una sorta di vento che anticipa il temporale e che investe ogni cosa sul suo tragitto, come la superficie del lago, e tutto ciò che incontra.
Alle nostre latitudini, questo fenomeno è conosciuto. La scorsa estate, gli agricoltori del Locarnese avevano dovuto fare i conti con raccolti distrutti e danni. Prima ancora (era il 2021), un «downburst» aveva pesantemente investito l’aeroporto di Magadino.