«Il giudizio di noi studentesse? A Locarno una campagna poco originale, ecco perché»
Sono giovani, sono competenti, sono tre. Chiara Mogliazzi, Martina Armanni e Rebecca Riente. Tutte studentesse di grafica e comunicazione allo CSIA, il Centro scolastico delle industrie artistiche. Il Corriere del Ticino le ha invitate a Locarno-da Novazzano, Biasca e Paradiso-per chiedere loro di valutare il lavoro dei colleghi più esperti, autori delle campagne di comunicazione per le elezioni comunali del 14 aprile.
Un tripudio di sorrisi
La città è tappezzata di manifesti, un tripudio di sorrisi e sguardi ammiccanti. Se ne vedono di tutte le forme e dimensioni, di tutti i colori e di tutte le qualità. Tecniche, certo, ma non solo. Perché, a detta loro, le scelte espressive non possono passare in secondo piano. Forma e contenuto si devono amalgamare. Parole, tinte e foto devono «risuonare», meglio se completate da un sapiente uso dell’illustrazione. Ma quello che hanno visto nella breve passeggiata per le vie più battute del centro è stato... un po’ deludente. Sottotono. Come «santini» in formato gigante. Con molti spazi vuoti, ma «buttati, non sfruttati».
Qualcosa si salva
Fra tutti, però, è spiccato lo stile della compagine del PLR: «Interessante la scelta delle gradazioni di colore, mi dà un’impressione diversa rispetto agli altri. Una soluzione elegante che conferisce solidità, anche se io avrei puntato su una tonalità differente, più vicina al blu scuro della città e al colore simbolo del partito», spiega Martina. Il gruppo politico, infatti, qui ha fatto uso di un viola spento. Una scelta particolare, oggettivamente. Il volto di Nicola Pini, poi-che ha i numeri per succedere all’attuale sindaco, Alain Scherrer-, non ha convinto moltissimo a causa di «un riflesso verdognolo». Forse un errore di stampa?
Ma andiamo con ordine. Il giro inizia, com’è logico, dalla stazione. Scendendo verso Via Ramogna, Ecco un primo manifesto dei Verdi e indipendenti. «La foto è interessante, attira l’attenzione dei giovani», dice Martina, indicando l’istantanea di gruppo all’esterno, in mezzo alla vegetazione.
Scritte troppo piccole
Sulla destra, una colonna è intitolata «Obiettivi raggiunti». «Ma il testo è troppo piccolo, non si riesce a leggere a un primo sguardo». Rebecca e Chiara annuiscono. Quest’ultima aggiunge: «Capisco che sia la loro linea grafica, ma questi elementi inclinati mi danno un po’ fastidio. Forse si poteva fare unicamente con il titolo».
Lei vede invece di buon occhio il fatto che ci sia un codice a matrice che rimanda al modulo per ricevere aggiornamenti. Il trio di «giudici» è d’accordo nel rimarcare come la posizione dell’affissione sia azzeccatissima, vista l’area molto frequentata.
In Piazza Muraccio ecco spuntare il viso di Claudio Franscella, candidato del Centro. «Con esperienza e sicurezza per Locarno», recita il motto sul manifesto in formato «F200». Ma a intimorire di più le ragazze non è tanto la povertà visiva («messo così, lo slogan perde il suo significato»), quanto «un’esagerata preponderanza per una fototessera ingrandita a dismisura». Ma non è tutto. «Le informazioni principali sono messe in secondo piano, dovrebbero avere più importanza».
Una risata spontanea
Svoltato un angolo, il gruppo non riesce a trattenere una risata spontanea. La «vittima» dello scherno è il manifesto di Frano Dragun, candidato Lega/UDC. «No, quel disegno del cuore con la scritta “Politica col cuore” non si può proprio vedere!», afferma Chiara. «I giovani li fai scappare tutti», aggiunge Rebecca. Dopo un altro paio di giri nei dintorni, è il momento di fare il punto, una volta raggiunto il Castello Visconteo. «Penso che la politica abbia un problema, se non riesce a coinvolgere i giovani», attacca Chiara. «Credo sia necessario prestare più attenzione nel coinvolgere questo pubblico», aggiunge la 17.enne di Novazzano.
Più sforzo per i giovani
Martina si riallaccia al tema specificando che gli slogan sono apparsi «piuttosto deludenti. Mi aspettavo messaggi più incisivi, più importanti. Ma alcuni sono generici, come se non si parlasse neanche di politica. Molti non hanno nemmeno fatto lo sforzo di inventarne uno». La 18.enne di Biasca suggerisce di usare formule più accattivanti, «anche nell’uso del colore. Sfruttare più manifesti per raccontare una storia». Conclude Rebecca, 17.enne di Paradiso: «Si potrebbe provare a lasciare il segno con qualcosa di umoristico. Quello sì che resta nella testa delle persone».
La proposta delle studentesse
Il Corriere del Ticino ha chiesto alle tre studentesse di grafica e comunicazione (tutte al terzo anno del loro percorso di studi al Centro scolastico delle industrie artistiche) di immaginare una campagna che rispondesse correttamente ai requisiti proposti nella loro analisi dei manifesti a Locarno. Ecco quel che hanno proposto e come hanno giustificato le loro scelte. Si tratta ovviamente di bozzetti non definitivi, elaborati con il solo scopo di dare un'idea:
SLOGAN
«Costruiamo insieme il nostro domani» ti fa sentire coinvolto nel cambiamento, nel progetto del partito, ti spinge ad essere parte attiva, come se il tuo contributo potesse essere significativo.
MANIFESTO POLITICO 1
Con un'illustrazione molto semplificata, rappresento uno dei simboli di Locarno: il Lago Maggiore, caratterizzato dai toni del blu. Questo aggiunge un tocco distintivo senza appesantire l'immagine complessiva. Lo slogan è il primo elemento visibile, seguito dalla foto del candidato che mostra direttamente il suo nome. Questo crea delle linee guida che dirigono lo sguardo lungo un percorso preciso.
MANIFESTO POLITICO 2
In questo caso, la struttura dei testi e dell'immagine rimane regolare; ad attrarre l'attenzione sono i colori contrastanti che mettono innanzitutto in risalto lo slogan, ma riescono comunque a integrarsi bene tra di loro. Si può notare come un manifesto con una struttura semplice e ordinata possa essere migliorato significativamente dall'uso dei colori. Inoltre, l'immagine di una candidata sorridente, con i capelli leggermente disordinati, contribuisce ad avvicinare il pubblico, quasi a farlo identificare con lei. Non è la solita immagine formale con una postura perfetta per lo scatto.