Sotto la lente

Il polo bellinzonese fiorisce grazie alle scienze della vita

Gli investimenti della Città nell’ambito biomedico stanno dando i loro frutti: uno studio condotto da BAK Economics ha rilevato la creazione di 300 posti di lavoro a tempo pieno e un valore aggiunto di 80 milioni – C’è anche la collaborazione con il Poli
© CdT/Chiara Zocchetti
Irene Solari
21.12.2023 20:30

Quando si dice raccogliere i frutti del proprio lavoro. È proprio il caso di Bellinzona e del settore delle scienze biomediche (chiamate anche scienze della vita, dal termine inglese life sciences). Un settore nel quale la Città ha sempre creduto e investito molto. Basti pensare che nel 2020 erano già oltre 300 i posti di lavoro a tempo pieno creati in questo ambito. Un investimento che ha generato alla Città un valore aggiunto di quasi 80 milioni di franchi, superiore di una volta e mezzo rispetto alla produttività media economica di Bellinzona. A renderlo noto è il Municipio, tramite un comunicato diffuso oggi.

Un’analisi approfondita

Questi dati fanno riferimento - spiega la Città - a uno studio realizzato nel corso del 2023 dall’istituto BAK Economics su incarico del Municipio e ora messo a disposizione del pubblico. Uno studio che parte da dati statistici ed economici per ampliare poi la propria analisi sul fronte qualitativo grazie anche a contatti diretti con i principali attori di questo ambito presenti nella capitale, come Humabs Biomed SA e Peptone Switzerland AG. L’analisi condotta prende in considerazione l’intero settore delle scienze della vita, che include diversi ambiti quali la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati. Ma anche la produzione di strumenti connessi al settore o il commercio all’ingrosso di prodotti farmaceutici e articoli medicali, la ricerca e lo sviluppo sperimentale in biomedicina e nel campo delle scienze naturali e dell’ingegneria, come anche i laboratori di analisi cliniche. Sempre secondo questi dati, il settore dominante delle scienze biomediche a Bellinzona è quello della biotecnologia. Un ramo che, nel 2020, rappresentava già due terzi del valore aggiunto prodotto e dei posti di lavoro settoriali. Una tendenza che sembra trovare conferma nelle interviste qualitative svolte dallo studio: l’onda positiva è tutt’ora in corso e si sta concretizzando in una crescita del numero dei ricercatori e in un forte incremento di collaborazioni e di progetti di portata regionale, nazionale e internazionale.

Investimento e sviluppo

Dietro la scelta di Bellinzona di investire nell’ambito delle scienze biomediche ci sono diversi motivi. Innanzitutto questo è un ramo di sviluppo identificato come uno dei più strategici e interessanti per il Comune. «Si tratta di una scelta politica forte», spiega il Municipio, «nata dalla convinzione che realtà come l’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB) o l’Istituto oncologico di ricerca (IOR) avrebbero trovato nella nostra città un luogo in cui crescere e affermarsi». Ma non solo. In questo modo verranno create sul territorio le condizioni quadro per attrarre nuove attività di ricerca e produzione, «permettendo a Bellinzona di posizionarsi in modo competitivo sullo scacchiere internazionale». Uno sviluppo che, al contempo, ha aperto la Città e il Cantone a nuove opportunità. Come la nascita all’USI della Facoltà di scienze biomediche, con il relativo programma di Master in medicina, collegati al campus bellinzonese tramite IRB e IOR. Ma non solo. Come ricorda la Città, c’è anche l’insediamento del Centro di competenze life sciences allo Swiss Innovation Park - il quale farà parte del futuro Quartiere Officine - e il progetto del nuovo ospedale nel comparto Saleggina, una struttura di nuova generazione che potrà stare al passo con gli sviluppi in ambito medico e tecnologico. E, proprio lanciando uno sguardo al futuro, la Città vorrebbe dare continuità a questa evoluzione positiva grazie alla messa a disposizione di spazi adeguati dedicati al lavoro e alla ricerca.

«Motivo di orgoglio»

Di questo riscontro positivo vi avevamo già riferito nel corso dell’intervista al capodicastero Finanze, economia e sport Fabio Käppeli, il quale aveva rilevato l’importanza del polo anche in termini economici: «I risultati sono interessanti ed incoraggianti. La presenza di istituti di pregio, noti in tutto il mondo, è motivo di orgoglio. A ciò si aggiunge ora che ben più di un posto di lavoro su 100 già oggi è nel settore delle scienze della vita. La direzione intrapresa è quella giusta. E lo sviluppo è promettente. Le scienze della vita daranno stabilità nel tempo e prospettive interessanti».

C’è la collaborazione con il Poli

Il Centro di ricerche biomediche della Svizzera italiana Bios+, insieme a IRB e IOR, sta inoltre collaborando con il Politecnico di Zurigo a un progetto che è stato sottoposto al concorso del Fondo nazionale svizzero. «Il nostro progetto in comune è piaciuto al Politecnico che ha deciso, tra altri progetti, di portarlo avanti collaborando con noi», spiega Franco Cavalli, presidente di Bios+. «Se il sostegno del Fondo nazionale dovesse andare in porto, si tratterebbe di un contributo da 20 milioni di franchi». Ma, precisa Cavalli, «per ora siamo solo all’inizio dell’iter, abbiamo fatto il primo passo presentando la nostra candidatura».

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