Parigi 2024

Imane Khelif denuncia «atti di cyberbullismo aggravato», aperta un'inchiesta

Chiamati in causa in tribunale nella capitale francese anche nomi eccellenti, tra cui Elon Musk, J.K. Rowling e Donald Trump
© KEYSTONE (AP Photo/John Locher)
Red. Online
14.08.2024 22:00

Su Imane Khelif si è detto e letto di tutto. Soprattutto in Italia (dopo il ritiro, in soli 46 secondi, dell'azzurra Angela Carini). Molte meno righe sono state scritte per la sua vittoria della medaglia d’oro nei pesi welter femminili ai Giochi Olimpici. La pugile algerina ha battuto la cinese Liu Yang 5:0, concludendo la migliore serie di combattimenti della sua carriera pugilistica.

Khelif è stata al centro delle polemiche per essere – è quello che è emerso – una donna con una eccessiva produzione di ormoni maschili (androgeni), in particolare di testosterone. Le è stato detto di tutto e durante Parigi 2024 ha subito bullismo social. Ha dovuto affrontare falsità e illazioni sulla sua identità di genere da parte di leader mondiali, celebrità e colleghi sportivi che hanno messo in dubbio la sua idoneità a partecipare alle Olimpiadi nella competizione femminile. La medaglia d’oro di Khelif è la prima algerina nel pugilato femminile, la seconda d’oro nel pugilato della nazione e la settima medaglia d’oro nella storia olimpica algerina. «Per otto anni, questo è stato il mio sogno e ora sono la campionessa olimpica e medaglia d’oro. Siamo alle Olimpiadi per esibirci come atleti e spero che non vedremo attacchi simili nelle future Olimpiadi», ha dichiarato.

Ma l'ondata di fake news e polemiche che ha travolto Imane Khelif avrà un seguito. Prima di lasciare la Francia con la medaglia al collo, l’algerina ha depositato alla procura di Parigi una denuncia contro ignoti per «atti di cyberbullismo aggravato». L’atleta e il suo staff avevano deciso di aprire un fronte giudiziario per combattere la campagna d’odio già prima della finale, ma hanno aspettato. 

Alla denuncia contro ignoti l’avvocato di Khelif, Nabil Boudi, ha allegato anche un faldone contenente decine di messaggi e post online, tra cui anche quelli di politici internazionali. Secondo una stima, i post con contenuti offensivi hanno avuto circa due milioni di visualizzazioni. «Abbiamo sporto denuncia per la giustizia, la dignità e l’onore», ha annunciato l’avvocato Boudi, citato da Repubblica. «Abbiamo assistito alla più grande campagna mondiale di cyberbullismo scatenata contro una singola persona. Le ingiuste aggressioni subite dalla campionessa di pugilato rimarranno la più grande macchia su questi Giochi Parigi».

«I primi autori del cyberbullismo ai danni di Imane Khelif sono personalità politiche e personaggi pubblici che hanno usato i propri account sulle piattaforme social in questa campagna contro la mia cliente», ha quindi aggiunto Boudi parlando con uno dei principali quotidiani algerini, El Watan. «In tal caso il problema dell'identificazione non si pone, essendo ben noti». Il legale non ha citato i nomi eccellenti chiamati in causa in tribunale nella capitale francese, dove è stata aperta un'inchiesta.   

Nomi che invece ha rivelato la rivista americana Variety: l'imprenditore miliardario statunitense Elon Musk, la scrittrice britannica J.K. Rowling e, secondo indiscrezioni, l'ex presidente USA e candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump. Le prove dell'aggressione online ai danni di Khelif «sono principalmente le pubblicazioni sulle diverse reti sociali – ha detto l'avvocato Boudi –. Con un contenuto circostanziato, ripetuto, gli attacchi sul suo fisico, il suo genere, la sua nazionalità, sulla sua immagine in generale e sulla sua qualità di donna. Secondo il legale si tratta di contenuti «aggressivi, misogini e razzisti e la stragrande maggioranza degli attacchi è arrivata dall'estero».

L'inchiesta è stata avviata dal Centro nazionale per la lotta contro l'odio online per «molestie informatiche a causa del genere, insulto pubblico a causa del genere, provocazione pubblica alla discriminazione e insulto pubblico a causa dell'origine», ha precisato l'organismo giudiziario. Le indagini sono state affidate all'Ufficio centrale per la lotta contro i crimini contro l'umanità e i crimini ispirati dall'odio. 

Trump è arrivato a definire Khelif «una transgender», mentre Musk e Rowlings sono intervenuti rilanciando l'hashtag #StandWithAngelaCarini, con l'italiana mostrata come una vittima di chi l'ha fatta «combattere contro un maschio». «Le Olimpiadi di Parigi saranno per sempre offuscate dalla brutale ingiustizia fatta a Carini. A una giovane pugile è stato appena portato via tutto ciò per cui aveva lavorato e si era allenata perché è stato permesso a un maschio di salire sul ring contro di lei» ha scritto J.K. Riwling. E in un altro tweet ha aggiunto: «Potrebbe qualche immagine rappresentare meglio il movimento per i diritti dei nostri nuovi uomini? Il sorriso compiaciuto di un uomo che sa di essere protetto da un sistema sportivo misogino, che gode della sofferenza di una donna che ha appena colpito alla testa e i cui sogni ha appena infranto». Elon Musk, tra le altre cose, aveva ricondiviso le parole della nuotatrice Riley Gaines, che dal suo profilo ha scritto: «Gli uomini non appartengono agli sport per le donne #StandWithAngelaCarini».

Al momento non è noto sapere se la giustizia francese si dichiarerà non competente per quanto riguarda i profili social di altri Paesi. 

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