Rancate

In autostrada fu una tragica fatalità

L'estate scorsa una donna perse la vita dopo una caduta in moto – Venne in seguito investita da un'auto – Impossibile fugare ogni dubbio sulle cause esatte del decesso
© Rescue Media
Stefano Lippmann
25.04.2023 06:00

Era la notte del 3 luglio 2022 quando, un incidente in autostrada all’altezza di Rancate, causò la morte di una 36.enne italiana domiciliata nel Mendrisiotto. Donna che era in sella a una moto, quale passeggera, che stava viaggiando verso sud, in direzione di Chiasso. Per cause che l’inchiesta di polizia dovrà stabilire, si leggeva allora nella nota stampa della Polizia, la donna è caduta dalla moto ed è stata poi investita da un’auto guidata da una 23.enne, sopraggiunta sulla corsia sinistra. A oggi, l’inchiesta coordinata dal procuratore pubblico Simone Barca, non ha permesso di fugare ogni dubbio. Stando a nostre informazioni, infatti, gli accertamenti non hanno permesso di capire se la 36.enne – madre di due bambine – sia morta a causa della caduta (causata da un colpo di sonno o da un malore) o in seguito all’investimento. Un elemento, nuovo, riguarda il casco che la passeggera della motocicletta indossava. All’interno dello stesso non sarebbero state trovate tracce biologiche da ricondurre all’incidente. Questo porterebbe dunque a due conclusioni: o che fosse slacciato o che si sia sfilato al momento della caduta. L’inchiesta, forte anche di una perizia, ha permesso inoltre di accertare che il conducente della motocicletta stava viaggiando di pochi chilometri orari oltre il limite consentito e che non ha effettuato alcuna manovra brusca o, come viene definita in gergo, «temeraria». Per quel che concerne l’impatto con l’auto, la perizia ha appurato che l’automobilista ha visto il corpo della donna soltanto una trentina di metri prima e per fermarsi in tempo la sua velocità – sebbene circolasse in autostrada – sarebbe dovuta essere di 50 chilometri orari. Per questo motivo nei prossimi giorni il procuratore pubblico dovrebbe firmare i due decreti d’abbandono nei confronti del motociclista e dell’automobilista, in un primo momento indagati per il reato – sin da subito contestato – di omicidio colposo. 

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