Acquisti

La franchigia a 150 franchi per frenare la spesa all'estero non piace all'Associazione dei consumatori

«I consumatori svizzeri sono già salassati a sufficienza», scrive l'ACSI, che invita piuttosto i distributori a ridurre i propri margini di guadagno e a rendere i propri prezzi più competitivi
© CdT/ Chiara Zocchetti
Red. Online
05.12.2023 17:20

«È comprensibile che alcuni consumatori decidano di fare una parte dei loro acquisti all’estero, nel caso del Ticino in Italia». È questa la premessa dell'Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (ACSI) alla presa di posizione contro la proposta del Consiglio federale di dimezzare il limite di esenzione dall’IVA per le merci acquistate oltre confine (da 300 a 150 franchi). «I consumatori svizzeri pagano prezzi più elevati anche per prodotti identici rispetto ai loro omologhi dei Paesi confinanti».

L'ACSI, richiamando il «periodo inflazionistico» e «i premi di cassa malati che continuano a salire vertiginosamente», ricorda che i distributori dovrebbero ridurre i propri margini di guadagno («più elevati dei loro omologhi esteri») e rendere i propri prezzi più competitivi, anziché cercare di costringere i consumatori ad acquistare prodotti più cari «con la forza». E accusa pure i distributori di avere «fatto sentire tutto il loro peso in Parlamento». Il giro di vite era infatti stato chiesto da quest'ultimo: nell’autunno del 2021 le Camere avevano accolto una mozione della Commissione delle finanze del Nazionale per migliorare l’equità fiscale nel flusso di merci sul confine e al tempo stesso avevano dato seguito a due iniziative dei Cantoni di frontiera di Turgovia e San Gallo. Gli interventi avevano l’obiettivo comune di contrastare il turismo degli acquisti e migliorare l’equità fiscale. La mozione chiedeva di ridurre il limite della franchigia, le iniziative cantonali di abolirlo del tutto.

La proposta di dimezzare la franchigia sulla spesa – messa in consultazione fino al 15 marzo 2024 – andrebbe a «ridurre la libertà dei consumatori – già salassati a sufficienza – e a fare invece gli interessi di chi vende». Inoltre, «comporterebbe oneri burocratici e costi tanto per il personale delle dogane quanto per le consumatrici e i consumatori, su importi tutto sommato piccoli».

L'Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana sottolinea pure come i ticinesi, qualora il limite di esenzione dall’IVA per le merci acquistate oltre confine scendesse a 150 franchi, finirebbero per «aggirarlo» recandosi più spesso in Italia. «Con conseguente aumento del traffico, l’ultima cosa di cui la nostra regione ha bisogno». Insomma, «questa proposta creerà unicamente problemi». Infine, l'ACSI informa che la Konsumentenschutz ha lanciato una petizione contro la modifica.

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