Maltempo

«La grandinata si è abbattuta sulle piante e sul nostro morale»

Dopo il violento temporale che ha colpito il Bellinzonese a metà luglio, al Garden Center di Camorino è iniziata la conta dei danni – Il co-titolare Stephan Bürgi: «Per alcuni aspetti ora dobbiamo ricominciare da zero»
© Ti-Press / Alessandro Crinari
Prisca Dindo
25.07.2024 19:30

«È un disastro», spiega Stephan Bürgi mostrando quel che resta di una camelia. I rami scortecciati, le foglie rinsecchite, l’aspetto spelacchiato. Più che da un vivaio a cinque stelle, l’esemplare sembra uscito da un film di Tim Burton. «Purtroppo il maltempo di due settimane fa ha ridotto così molte piante che abbiamo in esposizione all’esterno». Spiega il co-titolare dello storico Garden Center a Camorino. «Una vera catastrofe» aggiunge, mentre un forestale alle sue spalle carica su un camion l’ultimo trancio di tronco dell’enorme Pinus pinea collassato sopra al furgone posteggiato di fronte al negozio.

Lavoro che si tramanda

Stephan non nasconde il suo scoramento e neppure mamma Cristina, il fratello Paul e la sorella Manola. Quella del Garden Center Bürgi è un’attività tramandata di padre in figlio da più di settantacinque anni e la grandine sembra aver distrutto non solo anni di lavoro, ma pure il morale di questa famiglia di professionisti. «Siamo architetti paesaggisti, vivaisti, giardinieri: la natura è la nostra vita, anche quando purtroppo ci presenta il suo lato più oscuro e violento» commenta amaro Stephan. Il forte ed esteso temporale di metà luglio che ha coinvolto un’ampia area dal Gambarogno al Bellinzonese, passando per il Piano di Magadino, ha messo in ginocchio diverse aziende e cooperative agricole, colpite come il Garden Center Bürgi, dall’intensa grandinata. Come riportato dal nostro sito, in termini di misure, i chicchi caduti venerdì 12 luglio non hanno raggiunto le dimensioni di quelli che, un anno fa, flagellarono il Locarnese. Tuttavia, sono state le raffiche di vento a provocare i danni maggiori. Gli esperti di MeteoSvizzera hanno registrato alla stazione di Magadino punte che oltrepassavano i 105 chilometri orari.

Chicchi come proiettili

«La grandine sparata a quella velocità contro le piante è stata devastante, i chicchi invece di scendere dall’alto verso il basso hanno colpito gli alberi da tutte le parti, danneggiandoli nella loro parte più viva, ossia appena sotto la corteccia, proprio dove scorre la linfa». Stephan spiega che alcune lesioni si notano subito «come quelle causate ai nostri agrumi, che hanno perso subito foglie e frutti». Altri danni invece si riveleranno più tardi, perché «i chicchi di grandine, colpendo rami e ramoscelli, hanno aperto ferite che si presteranno alle infezioni da funghi e da batteri». Ci sono poi gli esemplari più piccoli, che hanno subito uno choc termico a causa del ghiaccio depositatosi vicino alle radici. «Ho girato un video per documentare come la grandine colpiva le nostre piante e le serre. Sembravano fucilate».

Centinaia di migliaia di franchi

Difficile per ora quantificare i danni. «Tuttavia, abbiamo già effettuato un primo giro ricognitivo durante il quale abbiamo fatto un calcolo e, ad occhio e croce, crediamo che la fattura possa ammontare ad alcune centinaia di migliaia di franchi». Nelle prossime settimane verrà effettuata una selezione delle piante. Quelle più colpite verranno smaltite, le altre saranno curate e recuperate. «A volte però il danno può affiorare dopo mesi o anni, quindi alcuni esemplari colpiti dal maltempo non possono essere venduti ai nostri clienti; certo, potremmo far finta di nulla ma l’etica professionale che contraddistingue da sempre la nostra attività non ce lo permetterebbe».

Un anno da dimenticare

L’unica consolazione è che malgrado la violenza inaudita del maltempo abbattutosi sulla zona, nessuno si sia fatto male. Neppure sotto quel maestoso pino alto quindici metri collassato sul piazzale. «L’aveva piantato cinquant’anni fa nostro nonno - ricorda Stephan - ci piange il cuore, quella pianta era lì da sempre, era sopravvissuta a grandi nevicate e a piogge torrenziali, eppure settimana scorsa è crollata come fosse un fuscello. Per fortuna che è successo dopo l’orario lavorativo, quando sul piazzale non c’erano né collaboratori né clienti. Il furgone centrato dal pino era vuoto. Soltanto mia madre si trovava ancora nel negozio. Tuttavia lei non si è accorta di nulla: il rumore della grandine e delle raffiche di vento era tale che non ha sentito nemmeno l’albero cadere». Chi ha un’attività come quella della famiglia Bürgi lo sa bene. Quest’anno la stagione non è partita con il piede giusto. Le piogge che hanno contraddistinto la primavera e i tanti fine settimana grigi non hanno incentivato la clientela a pensare ai loro giardini. «Quando finalmente è arrivato il sole, ecco un evento estremo a metterci un nuovo bastone tra le ruote. Ci sono alberi che stavamo curando da anni; piante pregiate, che coltiviamo per la vendita. Per alcuni aspetti ora dobbiamo iniziare da zero: questo ormai è un anno da scordare».

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