«La minaccia di guerra potrebbe non essere imminente, ma non è impossibile»
Un coro di no. Così abbiamo descritto le reazioni all'ipotesi lanciata lunedì da Emmanuel Macron di un intervento diretto sul terreno, in Ucraina, di truppe dei Paesi europei aderenti alla NATO. Uno scenario remoto che non ha raccolto praticamente alcun consenso. Il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, ha chiarito che «non esistono programmi per truppe da combattimento NATO sul terreno in Ucraina». Anche gli Stati Uniti non hanno intenzione di inviare soldati sul campo in Ucraina e che «non ci sono nemmeno piani per inviare forze armate della NATO». «La Russia non può e non deve vincere questa guerra», aveva chiarito il presidente francese, «per raggiungere quest'obiettivo, tutto è possibile». La dichiarazione di sostegno forte «non è soltanto un messaggio rivolto all’Ucraina ma anche alla Russia: se andate oltre, siamo pronti a intervenire», ha commentato Mario Del Pero, esperto internazionale di storia delle relazioni transatlantiche. Insomma, porte chiuse. Ma oggi la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è tornata (indirettamente) sulla questione nell'intervento in plenaria al Parlamento europeo a Strasburgo: «La minaccia di guerra potrebbe non essere imminente, ma non è impossibile. I rischi di una guerra non dovrebbero essere esagerati, ma dovrebbero essere preparati», ha detto.
Von der Leyen ha specificato che l'Europa dovrebbe sforzarsi di sviluppare e produrre la prossima generazione di capacità operative vincenti. E per garantire che disponga della quantità sufficiente di materiale e della superiorità tecnologica «di cui potremmo aver bisogno in futuro». Ciò significa potenziare la capacità industriale della difesa nei prossimi cinque anni.
«Lo Strumento europeo per la pace ha mobilitato 6,1 miliardi di euro per sostenere le forze armate ucraine con attrezzature e forniture militari letali e non letali – ha aggiunto la presidente della Commissione europea –. Il Fondo europeo per la difesa sta investendo in capacità di difesa di fascia alta in settori critici quali il combattimento aereo, navale, terrestre, il preallarme spaziale e il cyber. E abbiamo compiuto grandi passi avanti nella crescita delle nostre capacità industriali e produttive nel settore della difesa. Nelle prossime settimane annunceremo le decisioni di aggiudicazione nell'ambito del programma ASAP. Questo finanziamento ci consentirà di raddoppiare all'incirca la produzione europea di munizioni, portandola a oltre 2 milioni di proiettili all'anno entro la fine del 2025».
«Acquisti comuni di armi come per gas e vaccini»
Il messaggio lanciato da Strasburgo è chiaro: l'Europa deve spendere di più, spendere meglio, spendere in modo europeo. Nelle prossime settimane saranno presentate alcune proposte con «la prima strategia europea di difesa industriale». Uno degli obiettivi centrali sarà quello di dare priorità agli appalti congiunti nel settore della Difesa. «Proprio come abbiamo fatto con i vaccini o con il gas naturale», ha dichiarato von der Leyen, «ciò ci aiuterà a ridurre la frammentazione e ad aumentare l'interoperabilità». È quindi necessario «inviare collettivamente un segnale forte all'industria», dando alle aziende del settore della Difesa ordini stabili e prevedibilità nel lungo periodo.
Utilizzare i beni confiscati per acquistare attrezzature per l'Ucraina
«Vorrei che pensassimo in grande – ha quindi tuonato da Strasburgo la presidente della Commissione europea –. È tempo di avviare una conversazione sull'utilizzo degli extraprofitti dei beni russi congelati per acquistare congiuntamente attrezzature militari per l'Ucraina. Non potrebbe esserci simbolo più grande e utilizzo migliore di quel denaro per rendere l'Ucraina e tutta l'Europa un posto più sicuro in cui vivere».
E se «l'industria della Difesa in Europa ha bisogno di accesso al capitale», von der Leyen incoraggia «istituti di credito pubblici e privati a sostenere in particolare le PMI, spina dorsale dell'industria e motore dell'innovazione. Questo è il motivo per cui sono personalmente a favore di un commissario per la Difesa designato per la prossima Commissione».