Vallemaggia

«L'attività alpestre ticinese è destinata a scomparire»

Gli allevatori, impegnati in un'azione di protesta a Cevio, hanno incontrato (brevemente) il Consiglio di Stato a Prato Sornico – L'ALPA: «Il Governo deve capire l'urgenza di ridurre drasticamente il numero di lupi» – Zali: «C'è un quadro normativo, non possiamo dare spazio alle emozioni»
Jenny Covelli
21.08.2024 16:30

Hanno bloccato per qualche minuto il ponte militare «provvisorio» di Visletto, a Cevio, con lo slogan «Basta lupi! Cantone sveglia». Poi, gli allevatori si sono spostati a Prato Sornico, dove era previsto che i consiglieri di Stato – riuniti in Vallemaggia per la Giornata del presidente del Governo – incontrassero una delegazione del Comune di Lavizzara per ribadire la vicinanza alla popolazione e all’intera regione colpita dal disastro del 30 giugno scorso. «Il sindaco, Gabriele Dazio, ha sostenuto pubblicamente la nostra azione», spiega Giorgio Speziale, vicepresidente della Società agricola valmaggese. «Da valligiano, conosce il problema ed è dalla nostra parte. Christian Vitta, dal canto suo, ha detto due parole: che il Consiglio di Stato ci è vicino e che capiscono il problema. Poi sono andati oltre. Adesso vedremo se lanceranno questi benedetti ordini di abbattimento per il lupo».

Speziale è demoralizzato: «È anni che lanciamo l'allarme, che ci indigniamo perché i nostri animali vengono sbranati dai lupi. Ma non si muove mai niente. Adesso la situazione non è grave, è gravissima. Siamo attorniati. In tre giorni si sono verificati tre diversi attacchi riconducibili al lupo in tre alpeggi differenti, tutti in Vallemaggia. Questa mattina sono state scaricate l'alpe Zaria e l'alpe Mognola. Io ho 200 capre sull'alpe di Robiei e un attacco da parte del lupo può avvenire da un momento all'altro. Quando non hanno più da mangiare dove si trovano, i grandi predatori si spostano altrove. Magari, ora, verranno da me. Per quei due o tre alpeggi non ancora toccati dal problema è solo questione di tempo, a meno che il Governo non si dia subito una mossa».

L'ALPA è dalla parte dei contadini di montagna

Al fianco degli allevatori si è schierata anche l’Alleanza patriziale ticinese (ALPA): «La mancata o la troppo poco incisiva gestione del lupo in Ticino sta portando all’abbandono della pastorizia e dell’allevamento, e questo per noi è inaccettabile!», si legge in una nota del Consiglio direttivo. Che «reputa insufficienti i passi intrapresi dal Governo ticinese per affrontare di petto questa deplorevole situazione, ormai sfuggita di mano». Gli alpeggi scaricati per situazioni «ritenute giustamente insostenibili da parte di alpigiani sconsolati e giustamente insoddisfatti dalle (non) risposte della politica cantonale e federale» costituiscono «un grave danno», tanto che la situazione ticinese è considerata «non più sostenibile né in alcun modo giustificabile»: «Il Governo deve capire l’urgenza di ridurre drasticamente il numero di lupi. In caso contrario, l’attività alpestre, uno dei fiori all’occhiello dell’economia ticinese, è destinata a scomparire. È uno scenario deleterio, dal quale l’ALPA si distanzia con forza».

L'interrogazione al Consiglio di Stato

Sem Genini, segretario dell'Unione contadini ticinesi e granconsigliere per la Lega dei ticinesi, ha presentato (come annunciato in mattinata) un'interrogazione dal titolo «A che punto siamo con la caccia regolatoria e proattiva del lupo in Ticino?», firmata da altri 16 deputati. Al Consiglio di Stato viene domandato se si sia già attivato e abbia inoltrato all’Ufficio federale dell’ambiente le sue richieste di abbattimento per l’imminente periodo di regolazione e qual è la strategia adottata.

Le altre domande:
- Il Consiglio di Stato è intenzionato ad abbattere il lupo/i lupi che stanno ormai da diverso tempo uccidendo diversi animali da reddito (almeno 7 capre morte e 20 disperse) sugli alpeggi di Mergozzo e Nimi sopra Gordevio, dove la soglia minima per un abbattimento è stata raggiunta e superata?
- Considerata la recente predazione diurna sull’alpe Grossalp e i precedenti di questo caso (vedi richiesta di eliminazione inoltrata nel dicembre 2023 all’UFAM, ma non accolta), il Consiglio di Stato come intende superare l’ostacolo della diversa interpretazione giuridica dell’Ordinanza federale per poter eliminare urgentemente il branco come sarebbe necessario per poter dare continuità all’attività alpestre in quella regione?
- Quale strategia intende adottare il Consiglio di Stato onde evitare un abbandono dell’attività alpestre, sia degli alpeggi pascolati da ovini, sia di quelli con produzione di formaggio con latte di mucca e di capra, come purtroppo sta avvenendo in questi ultimi anni?

Pieno sostegno dal Centro

L’Ufficio presidenziale del Centro esprime pieno sostegno ai contadini ticinesi. «Bisogna agire subito per evitare che le regioni alpine siano condannate a un progressivo spopolamento e all’abbandono di importanti attività esercitate in queste zone», ha commentato il consigliere agli Stati Fabio Regazzi.

I Giovani UDC chiedono «l'abbattimento totale dei lupi problematici»

I Giovani UDC Ticino chiedono con urgenza l'abbattimento immediato di tutti i lupi problematici in Ticino, «senza fare distinzione se sono lupi in branco o solitari»: attacchi e predazione dimostrano che «la diffusione del lupo sta diventando un problema serio che interessa ormai vaste aree del Ticino, mettendo in serio pericolo l’esistenza degli alpeggi, una minaccia inaccettabile per l’agricoltura svizzera e per la tradizione alpina». Per proteggere gli allevatori, «ponendo fine al romanticismo che circonda la figura del lupo», i Giovani democentristi chiedono al Consiglio federale e alle autorità competenti «di rivedere con urgenza la politica di gestione del lupo, autorizzando l’abbattimento immediato di tutti i lupi problematici e di valutare il futuro abbattimento di tutti i lupi presenti sul territorio, al fine di garantire la sicurezza delle comunità e la sopravvivenza delle attività agricole montane».

«Anche il Canton Ticino, come i Grigioni, deve agire per sfruttare i margini di manovra concessi dalla Confederazione», scrive l'UDC Ticino: «La presenza del lupo sta distruggendo la pastorizia e l’allevamento del bestiame minuto in Ticino e con essa spariranno tradizioni profondamente legate al nostro territorio. Numerose aziende agricole sono a rischio di chiusura, con conseguente perdite di posti di lavoro, abbandono della produzione di prodotti locali e della cura del territorio».

Zali: «C'è un quadro normativo, non possiamo dare spazio alle emozioni»

Il consigliere di Stato Claudio Zali, a capo del Dipartimento del territorio, da noi sollecitato ha commentato la protesta degli allevatori. Partendo da una premessa: «Le cifre dicono che la situazione, negli ultimi anni, è migliorata. Il numero delle predazioni è diminuito, è diminuito pure il numero degli attacchi da parte del lupo, nonostante sia aumentato il numero degli esemplari». Perché? Ci si è adeguati alla presenza del lupo, proteggendo le greggi. Il Consiglio di Stato «si attiene al quadro normativo federale: laddove ne sono state date le premesse, sono stati ordinati ed eseguiti ordini di abbattimento. Laddove le premesse non si verificano, questo non è possibile. Anche se lo chiedessimo, l'Ufficio federale non darebbe il preavviso». Gli ultimi episodi sono ancora al vaglio, si attendono le analisi del DNA. «Date le premesse, anche in questi casi faremo quello che la legge ci consente di fare», aggiunge Zali.

In merito a una possibile regolazione del lupo in Ticino a partire da settembre 2024, la richiesta da parte del Governo «è ancora in corso di formulazione». «Il Consiglio di Stato ha una politica equilibrata su questo oggetto», conclude il direttore del DT. «E si muove nell'ambito del quadro legislativo. Certo, quando ci sono giornate come quella odierna si vorrebbe dare spazio alle emozioni, ma non è così» che si agisce.

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