L'idea di un pedaggio piace, in Ticino si levano gli scudi
Da poco lanciata in Parlamento, l’idea di un pedaggio flessibile al San Gottardo sembra sfondare porte aperte fra la popolazione. Secondo un sondaggio pubblicato da Tamedia e 20 Minuten, il 69% degli svizzeri sarebbe favorevole a introdurre una tassa per il tunnel autostradale. L’importo dovrebbe variare a seconda del periodo: la tariffa più alta abdrebbe fatta pagare per Pasqua, Ascensione, Pentecoste ed estate mentre nei periodi più tranquilli il transito potrebbe anche essere gratuito. Solo il 28% si opporrebbe alla misura, che nelle intenzioni dei suoi promotori dovrebbe servire a ridurre il traffico lungo l’arteria alpina, dove la durata delle colonne sta facendo segnare nuovi primati. I contraccolpi si avvertono soprattutto sulle strade del canton Uri, prese d’assalto da chi vuole saltare le code.
Pochi interpellati in Ticino
L’indagine demoscopica è stata effettuata tra il 15 e il 18 giugno su un campione di 13.660 persone, in netta prevalenza (11.199) residenti nella Svizzera tedesca. Gli interpellati in Romandia sono 2.245 e in Ticino solo 216, un numero troppo basso per trarre indicazioni chiare, anche se si nota un sostegno meno netto alla misura. A livello partitico, i più favorevoli sarebbero i Verdi (82%). Ma anche nelle file dell’UDC la proposta sembra fare breccia, con il 58% di favorevoli. I sì la spunterebbero un po’ ovunque, secondo gli autori, sia tra gli impiegati che tra gli accademici, gli abitanti delle città come pure le donne che vivono in campagna. Tra i giovani sotto i 34 anni il 58% sarebbe favorevole, mentre tra gli over 65 il dato salirebbe al 74%. Non ottiene consensi, invece, la richiesta di Uri di un sistema di prenotazione: il 57% degli interpellati si è detto contrario, il 39% favorevole. «È bello vedere questa ampia solidarietà» ha commentato il consigliere nazionale del Centro Simon Stadler (UR), autore di una delle tre mozioni (identiche) presentate a inizio giugno a Berna in favore di un pedaggio variabile. «La situazione al San Gottardo non è più sostenibile. Un pedaggio potrebbe non essere la soluzione migliore, ma può incoraggiare gli automobilisti a prendere altre strade», ha dichiarato alla Tribune de Genève Benjamin Roduit (Centro/VS). Anche la verde Isabelle Pasquier-Eichenberger (GE) sostiene l’idea. «Personalmente, preferirei un sistema di pre-prenotazione. È una misura più sociale, perché è gratuita. Ma queste mozioni contribuiranno ad alimentare la riflessione sulla tariffazione della mobilità e altre misure volte ad agire sulle abitudini, come soluzione per ridurre gli ingorghi sul territorio».
«Una discriminazione»
«I ticinesi dovrebbero pagare una tassa d’ingresso per il resto della Svizzera» ha replicato sul «Tages-Anzeiger» Alex Farinelli (PLR). «Un pedaggio interno non è svizzero» gli ha fatto eco su Facebook Marco Romano (Centro), comunque preoccupato per il consenso che la misura starebbe riscuotendo anche in Ticino. «Non facciamoci prendere da facili discorsi. Il problema reale non è il San Gottardo, ma in generale il traffico di attraversamento lungo l’intero asse nord-sud. Si focalizza attorno al San Gottardo perché ha una valenza simbolica e storica (quasi mitica), ma le medesime auto generano traffico e rallentamenti dalla frontiera con Francia/Germania fino a Chiasso lungo tutto l’asse. Ogni misura presa attorno al San Gottardo rappresenterebbe quindi una crassa discriminazione nei confronti del Ticino».
Deputazione unanime
Ma sulla questione del pedaggio, tutta la deputazione ticinese alle Camere, pur con sfumature diverse, è contraria. Il presidente Fabio Regazzi (Centro) lo aveva detto alla fine dell’ultima sessione. «Lotteremo con tutti i mezzi contro questa mozione, discriminatoria e penalizzante» ribadisce ora alla luce del sondaggio. «Se venisse accolta, ne presenterei a mia volta una chiedendo un pedaggio per il Seelisberg e il Gubrist. Mi si dovrà spiegare perché al San Gottardo sì e in altri tunnel no».
Anche gli ambienti economici si oppongono. «Il Ticino diventerebbe l’unica regione Svizzera raggiungibile a pagamento», ribadisce da parte sua il direttore della Camera di commercio Luca Albertoni. «È una cosa assurda e che andrebbe spiegata agli svizzero-tedeschi e ai romandi. Posso capire che quando si parla di introdurre un pedaggio per limitare il traffico, lì per lì la prima intenzione è di dire di sì, senza però riflettere su tutte le implicazioni. Tocca a noi fare un grande lavoro di informazione oltre San Gottardo, anche con la deputazione ticinese».
Il Consiglio federale e il Parlamento dovranno comunque prendere posizione. «Immagino che il direttore del Dipartimento federale dei trasporti Albert Rösti abbia una certa sensibilità per questo tema. Venendo dal mondo dell’automobile conosce bene le questioni di traffico. Poi chiaramente a livello di Parlamento ci sarà tutta la discussione. Bisognerà giocare bene le proprie carte. In ballo c’è una questione di coesione nazionale estremamente forte».