L’ospedale ora è un rebus e c’è poi anche la bonifica
In poco più di tre anni si è passati dalla «soluzione pianificatoria ideale» in Ticino (e con pochi eguali in Svizzera) per la realizzazione di un nosocomio ad una soluzione praticabile ma solo a determinate condizioni. È vero che in Ticino oramai siamo abituati quasi a tutto (vi ricordate dell’ipotesi dello stadio ACB in via Tatti a Bellinzona? Prima si poteva fare e dopo non più...), ma stavolta ci sono di mezzo la Confederazione, il Cantone, la Città e l’Ente ospedaliero cantonale (EOC). Non un club calcistico, insomma. E si sta parlando dell’ospedale regionale del Sopraceneri alla Saleggina, nella capitale. Un complesso da costruire a tappe (la prima fase dovrebbe vedere la luce nel 2031) con un investimento iniziale di 380 milioni di franchi. Numerosi i posti di lavoro: nel Programma d’agglomerato di quinta generazione (PAB5) del comprensorio, la cui consultazione si è conclusa un mese e mezzo fa, e che - attenzione - contempla l’opera, si parla di 1.500 addetti. Cosa c’è che non va, quindi?
Da regionale a cantonale?
Un parere giuridico del Dipartimento del territorio, chiesto questa estate dall’EOC e dal Municipio della Turrita, afferma che i 100 mila metri quadrati circa che verranno sacrificati per far spazio all’ospedale dovranno essere compensati altrove. Il nosocomio da regionale deve diventare cantonale e la pianificazione verrà portata avanti dal Cantone. Quanto riferito sabato da laRegione ha lasciato increduli politici ed addetti ai lavori considerando l’iter oramai decennale legato alla futura infrastruttura. Il capodicastero Territorio e mobilità Mattia Lepori, da noi contattato, puntualizza che al momento l’Esecutivo non intende rilasciare dichiarazioni. Il Gran Consiglio nel 2021 aveva dato luce verde all’acquisto dalla Confederazione per 16 milioni di franchi alla luce del messaggio elaborato dal Governo, al quale avevano lavorato i funzionari di ben quattro dipartimenti su cinque. Tranne il DECS, ma compreso il Territorio, i cui giuristi ora sostengono che il nosocomio si può fare ma solo rispettando le due condizioni citate per adempiere appieno agli scrupolosi dettami di Berna in fatto di dezonamenti e pianificazione territoriale. Nel frattempo vuole vederci chiaro il deputato PLRPatrick Rusconi, che ha inoltrato un’interrogazione al Consiglio di Stato. «Dobbiamo aspettarci altre sorprese?», chiede, citando i futuri comparti alle Officine FFS e alle Ferriere Cattaneo: «Se questo progetto alla Saleggina sarà cantonale, il dezonamento rimarrà comunale? O si allargherà a tutto il territorio?».
Era l’operazione «win-win»
La domanda sorge spontanea: ma il parere giuridico non si poteva chiedere prima di procedere all’acquisto dei fondi? Tutti - quindi Confederazione (il sedime apparteneva ad Armasuisse: le attività militari si sono spostate all’ex Infocentro AlpTransit di Pollegio), Cantone, Città ed EOC - si erano detti entusiasti di un’operazione considerata «win-win». E adesso invece non va più bene se non si fa quanto indicato nel rapporto di una ventina di pagine? L’EOC, stando a nostre informazioni, potrebbe prendere posizione nei prossimi giorni. Mentre l’Esecutivo cittadino intende chiedere una perizia esterna.
Discarica e stand di tiro
«La nuova ubicazione dell’ospedale, grazie alla già buona accessibilità con il trasporto oggi e l’ottima connessione a quello futuro, contribuisce alla concentrazione di posti di lavoro e servizi in aree centrali dell’agglomerato», si legge nel PAB5, che non accenna minimamente ai vincoli pianificatori. In aggiunta ai quali, poi, c’è da considerare anche l’aspetto della bonifica dei terreni, che prima dello stand di tiro fra gli anni Cinquanta e Settanta accoglievano una discarica. In questo caso i costi sono stimati in 11 milioni di franchi, come avevamo riferito nell’agosto 2020, compreso lo smaltimento del materiale inquinato. Stando a quanto ci risulta, comunque, la situazione non dovrebbe essere così preoccupante come si poteva temere inizialmente. Non siamo, per capirci, alle condizioni dei fondi occupati da oltre un secolo dalle Officine FFS di Bellinzona.