Elezioni: Macron e le Pen, due volti della Francia
Ed eccoci arrivati alla fine della corsa, dopo i risultati del primo turno delle elezioni francesi. Da un lato, Macron, dall’altro, Le Pen. In mezzo, c’è stato un confronto sentito e atteso, quello del 20 aprile sui canali TF1 e France 2. Ma è domenica che si decidono le sorti del Paese: Macron riconfermerà il suo incarico o Le Pen riuscirà a sbaragliare le previsioni? Ad oggi, anche dopo il tanto atteso dibattito, il primo tra i due candidati, stando ai dati dei sondaggi, è sempre e ancora Macron. Emmanuel Macron, con En Marche, ha consolidato il suo vantaggio su Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, mentre la data del ballottaggio è sempre più vicina.
I cambiamenti
E se la sinistra di Mélenchon è stata una sorpresa notevole (è uscita al primo turno con il 22% dei voti), l’altro punto da sottolineare è anche il cambiamento di rotta della destra. Zemmour ha contribuito, come dicevamo, a uno scostamento meno netto di Le Pen. Almeno, analizzando la situazione, i toni aggressivi del candidato Zemmour hanno contribuito a far percepire Le Pen come più moderata. Questa è anche una delle chiavi dell’attuale successo della leader del Rassemblement National. Rispetto al 2017, infatti, le posizioni della Le Pen sembrano meno estreme, i toni del dibattito tra i due candidati - che si erano già fronteggiati durante un face to face nel 2017- sono stati sempre combattivi, ma meno aggressivi. Questi sono tutti cambiamenti che abbiamo potuto osservare nella nuova corsa elettorale.
Il dibattito tv
E mentre Macron ha accusato Le Pen per la sua vicinanza al Cremlino, il dibattito televisivo ha toccato svariati temi: dall’Unione Europea, alle pensioni, all’energia, al velo indossato in pubblico. Macron ha detto a Le Pen che lei dipende da Putin e non è la prima volta che Macron la attacca su questo punto. Ma nonostante questo momento di tensione, Le Pen si è comportata decisamente meglio rispetto al passato, mostrandosi più composta. Nel dibattito del 2017, la scarsa prestazione di Le Pen, che era parsa agitata e impreparata, era stata ampiamente vista come una previsione della sua sconfitta al secondo turno. Ma il contesto è cambiato. Macron, allora, era visto come volto fresco, nuovo, democratico e liberale. Nel 2017, quando Macron vinse il testa a testa finale con largo margine, Le Pen era stata più aggressiva e non aveva cercato di ammorbidire le sue posizioni. Ora, Macron ha evitato la trappola di apparire troppo arrogante o tecnocratico durante il dibattito. A uscire vincitore dal dibattito televisivo sembra essere stato Macron. Secondo un sondaggio di Elabe per BFM TV, il 59% degli spettatori ha trovato Macron più convincente di Le Pen.
I candidati
La campagna di Le Pen, incentrata sull’aumento del costo della vita, un tema molto sentito dai francesi, al primo turno di queste elezioni, ha assicurato a Le Pen il 23,1% dei voti contro il 27,8% di Macron. Il cambiamento della sua campagna, dall'immigrazione alla crisi del costo della vita l'ha aiutata ad ampliare la sua base di elettori. Anche i tentativi di disintossicare, in qualche modo, la sua immagine dal razzismo, ha aiutato, nonostante le abbia fatto perdere dei sostenitori, come la nipote Marion Maréchal, che ha dichiarato di aver votato per Zemmour. Macron, dal canto suo, si è mosso bene e ha cercato di svolgere un ruolo di primo piano negli sforzi diplomatici per prevenire la guerra e per cercare di mediare la pace. Una posizione che gli ha fatto guadagnare terreno. Del resto, pesa anche la gestione di periodi difficili: Macron, durante il suo mandato, ha dovuto affrontare il coronavirus, le proteste dei gilet gialli e una guerra alle porte dell’Europa. Il suo piano per rafforzare l'autonomia e il peso geopolitico francese all’interno dell’Unione Europea lo ha reso rispettato all'estero. Macron è più popolare nelle grandi città, ma si è assicurato il sostegno di molti per la sua visione liberale e pro-UE. L’arroganza e la distanza dal popolo sono due dei suoi punti deboli agli occhi degli elettori francesi.
Mélenchon e i voti della sinistra
Jean-Luc Mélenchon ha ottenuto parecchi voti al primo turno e un ottimo terzo posto. Ora, uno degli obiettivi di Macron e Le Pen è anche quello di cercare di convincere gli elettori di sinistra rimasti senza un candidato da votare. Questa è una sfida difficile per Le Pen, dato che Mélenchon ha chiesto ai suoi elettori di non votare per lei. «Non ci deve essere un solo voto per Le Pen al secondo turno», aveva affermato Mélenchon.
Ma la sfida è ardua anche per Macron, che dovrà vincere la resistenza dell’astensionismo e della scheda bianca. Molti elettori di sinistra sono distanti da Macron, che viene visto come il presidente dei ricchi e dell’élite: in questi ultimi anni parecchi non hanno amato le sue politiche e molti elettori, delusi per la sconfitta di Mélenchon, si sentono politicamente orfani. Mélenchon era anche il candidato più popolare tra i giovani. Macron deve convincere gli elettori che lui può essere in grado di unire una Francia frammentata e delusa.
La settimana scorsa ci sono state proteste nelle università; lo slogan era «né Macron, né Le Pen».
Ancor prima che i due candidati si avvinghiassero nel dibattito televisivo del 20 aprile, Mélenchon, il leader veterano dell’estrema sinistra, il terzo al primo turno delle elezioni, aveva twittato che il dibattito televisivo tra Macron e le Pen fosse uno spreco. «Il paese merita di meglio», aveva scritto Mélenchon. «Non vedo l'ora del terzo turno», ha detto, riferendosi alle elezioni legislative francesi di giugno (altra tappa importante per la Francia).
Le Pen e la Russia
I legami di Le Pen con la Russia sono stati un grosso problema per la sua campagna ed è stato probabilmente difficile per lei smarcarsi da quella strana vicinanza con Putin. Bisogna dire che la Le Pen è stata particolarmente abile nel prendere le distanze dalle sue precedenti posizioni e dalle sue precedenti dichiarazioni pro-Putin, specie con la guerra in corso in Ucraina. Marine Le Pen ha espresso il suo sostegno per un’Ucraina libera, aiuti a Kiev e sanzioni contro la Russia, anche se si è mostrata contraria al blocco dell'importazione di gas e petrolio russi. Contrariamente a prima, la posizione di Le Pen su euro e Unione Europea è cambiata (e di molto). Le frecciate di Macron, durante il dibattito televisivo, hanno comunque fatto presa: l’attuale Presidente ha colto la palla al balzo e ha fatto riferimento al passato riconoscimento da parte della Le Pen dell’annessione russa della penisola di Crimea nel 2014 e il prestito russo ottenuto da Le Pen per il suo partito.
Rispondendo a Macron, Le Pen ha detto di essere «una donna assolutamente e totalmente libera» e che è stata costretta a chiedere un prestito all’estero perché nessuna banca francese le avrebbe prestato il denaro che le serviva.
Macron ha anche definito il voto come un referendum. «L'intera elezione è un referendum a favore o contro l'UE e ai legami tra Francia e Germania; a favore o contro la transizione ecologica». Continuando ha aggiunto «un referendum a favore o contro quello che siamo.»
Sondaggi
Le previsioni danno Macron sempre in testa. La maggior parte dei sondaggi mostra un suo vantaggio di oltre il 10%. Sono passati 20 anni dall’ultima rielezione di un Presidente francese. Se vincesse di nuovo, Macron sarebbe il primo presidente francese a vincere un secondo mandato dalla vittoria di Jacques Chirac, nel 2002, contro il padre di Le Pen. Secondo un sondaggio Ifop, Macron sarebbe al 55,5%, Le Pen al 44,5% (ma i dati della casa di sondaggi sono interattivi). Secondo il Poll of Polls di Politico, Macron è al 55%, Le Pen al 45%. Secondo IPSOS, dopo il dibattito, Macron avrebbe aumentato la sua percentuale di successo: sarebbe al 57,5%, contro il 42,5% di Le Pen.
Questione (anche) di numeri
Se dopo il primo turno Zemmour ha indicato ai suoi elettori di votare Le Pen e la maggior parte dei candidati perdenti ha esortato i propri elettori a sostenere Macron per impedire all’estrema destra di vincere, Mélenchon ha indicato di non votare Le Pen senza esprimere sostegno a Macron. Le percentuali pesano e la matematica aiuta: Zemmour aveva il 7,1%, Mèlenchon aveva il 22%. Non tutti i voti del candidato di estrema destra andranno a Le Pen, non tutti i voti di Mélenchon andranno a Macron, molti probabilmente non voteranno. Macron è anche molto odiato e Le Pen sta cavalcando questo sentimento. Nonostante ciò, molti elettori potrebbero votare per Macron con l’obiettivo di costruire un argine contro la destra.
Macron o Le Pen?
Con Macron, si tenderebbe a mantenere lo status delle cose anche all’interno dell’Unione Europea. Una presidenza Le Pen potrebbe potenzialmente avere forti ripercussioni per il futuro dell’UE e emanerebbe onde d’urto in tutta Europa, specie in un periodo delicato come questo. Una vittoria di Le Pen, sebbene improbabile, potrebbe essere anche possibile. Anche se Le Pen ha attutito la sua campagna ed eliminato la retorica nazionalista e anti UE, il suo obiettivo rimane quello di rivedere le relazioni tra la Francia e l’Europa. Molti paragonano una potenziale vittoria di Le Pen a una sorta di Brexit o a un’incognita. Se il centrista Macron vincesse, l’obiettivo sarebbe riunificare la Francia. Macron dovrebbe inevitabilmente fare i conti con un’estrema destra sempre più forte in Francia e una sinistra scontenta e orfana.