Iran

«L'arresto di Cecilia Sala non c'entra con quello di Abedini»

Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, respingendo la tesi secondo cui le due vicende siano collegate
Red. Online
06.01.2025 11:06

L'arresto della giornalista italiana Cecillia Sala non ha legami con l'arresto in Italia del cittadino iraniano Mohammad Abedini Najafabadi su mandato americano, per l'accusa di esportazione di tecnologia sensibile statunitense in Iran e violazione delle sanzioni statunitensi. Così, almeno, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei. «La giornalista italiana è stata detenuta per violazione delle leggi iraniane» mentre, al contrario, «la misura presa dagli Stati Uniti contro Abedini è una sorta di presa di ostaggi» ha aggiunto Baghaei.

Nelle scorse ore, la premier italiana Giorgia Meloni è stata protagonista di una visita lampo proprio negli Stati Uniti, a Mar-a-Lago, in Florida, quartier generale del presidente eletto Donald Trump, per parlare (anche) della situazione della giornalista italiana. Liberare Cecilia Sala «è una questione di interesse nazionale» avrebbe ribadito Meloni al tycoon. Sin qui, le due vicende sono sempre state trattate in modo parallelo e collegato. Abedini, ricordiamo, è l'ingegnere iraniano assunto da un laboratorio del Politecnico federale di Losanna come borsista post-dottorato dal 2019 al 2022 arrestato a Malpensa su richiesta proprio degli americani, che lo accusano di associazione per delinquere finalizzata alla violazione dell’International Emergency Economic Power Act ma anche di «fornitura di supporto materiale a un’organizzazione terroristica straniera, componenti elettroniche per la costruzione di armi letali, nella fattispecie droni».

La Corte di Appello di Milano ha fissato al 15 gennaio l'udienza per discutere gli arresti domiciliari dell'ingegnere. La difesa ritiene che, per scacciare ogni dubbio sulle possibilità di fuga, sia sufficiente un appartamento con garanzia del Consolato iraniano. Secondo Washington, tuttavia, il soggetto avrebbe ampie possibilità di lasciare l'Italia in simili condizioni. In mezzo, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il quale, forte di un articolo del codice di procedura penale, il 718, potrebbe liberare in qualsiasi momento Abedini. Resta da capire, pensando alle parole di Baghaei, se un eventuale intervento di Nordio possa, in un qualche modo, sbloccare la situazione di Cecilia Sala. Detto in altri termini: se le due vicende, come sostiene il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, non sono collegate, rimane comunque possibile collegarle?

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