Stati Uniti

Pro-Ucraina e critico con Donald Trump, chi è Ryan Routh

È sospettato di essersi appostato oltre la recinzione del Golf Club di Palm Beach con una AK-47 per colpire l'ex presidente – Originario del North Carolina, si era trasferito alle Hawaii nel 2018, dove aveva aperto una società di costruzioni per la realizzazione di strutture per i senzatetto
© Ryan Routh (Facebook)
Red. Online
16.09.2024 08:41

«Vorrei ringraziare tutti per la vostra preoccupazione e i vostri auguri: è stata sicuramente una giornata interessante! Soprattutto, voglio ringraziare i servizi segreti degli Stati Uniti, lo sceriffo Ric Bradshaw e il suo ufficio di coraggiosi e devoti patrioti, e tutte le forze dell'ordine, per l'incredibile lavoro svolto oggi al Trump International nel tenermi, come 45. presidente degli Stati Uniti e candidato repubblicano alle prossime elezioni presidenziali, al sicuro. Il lavoro svolto è stato assolutamente straordinario. Sono molto orgoglioso di essere americano!». Donald Trump si è espresso anche sul suo social media Truth, dopo lo sventato attentato di ieri mentre giocava a golf.

Il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha annunciato che lo Stato condurrà una propria indagine sul tentato omicidio al Trump International Golf Club di Palm Beach. «La gente merita di sapere la verità sul possibile assassino e come è riuscito ad avvicinarsi a meno di 500 metri dall'ex presidente e attuale candidato repubblicano», ha scritto su X il governatore.

Dopo le reazioni di Kamala Harris – «sono lieta che stia bene, la violenza non ha posto in America» – e Joe Biden – «ho dato indicazioni al mio staff per continuare ad assicurare che il Secret Service abbia tutte le risorse necessarie per garantire la sicurezza dell'ex presidente» –, ci ha pensato il controverso Elon Musk a scrivere su X un commento di cattivo gusto: «Nessuno sta cercando di assassinare Biden e Kamala».

Nuovi dettagli su Ryan Routh

Al momento, come detto, si indaga su un «possibile fallito attentato» alla vita di Donald Trump. In manette è finito Ryan Routh, 58 anni. Una lunga fedina penale e post pro-Ucraina e critici dell'ex presidente. Ryan Wesley Routh, questo il suo nome completo, sui social era molto attivo.

Routh ha una sfilza di precedenti penali, grandi e piccoli, lunga oltre 20 anni. Nel 2002 fu arrestato nel North Carolina, quando aveva 36 anni, per il possesso di una mitragliatrice, che la polizia allora, sulla scia degli eventi dell'11 settembre, classificò come «arma di distruzione di massa». Fra i precedenti anche l'aver portato di nascosto un'arma, possesso di oggetti rubati, mancato soccorso dopo un incidente, resistenza a pubblico ufficiale, guida con la patente sospesa e altre reati minori, per i quali è stato in libertà vigilata.

Originario del North Carolina, Routh si è trasferito alle Hawaii nel 2018, dove ha aperto una società di costruzioni per la realizzazione di strutture per i senzatetto. «È un uomo onesto e un gran lavoratore. Non so quello che è accaduto in Florida: da quello che ho sentito non sembra la persona che io conosco», ha detto il figlio Oran ai media USA. L'uomo ha anche una figlia: l'auto su cui è stato fermato era intestata a lei.

Da anni donatore a favore di candidati e cause democratiche, Routh è politicamente attivo. Alle elezioni «in gioco c'è la democrazia e non possiamo fallire», ha scritto su X il 22 aprile, ricorrendo alle parole spesso usate da Joe Biden in campagna elettorale. Nello stesso giorno aveva consigliato al presidente, che allora era ancora candidato, di far ruotare la sua campagna intorno all'idea di una «America democratica e libera» perché Trump «vuole rendere gli americani schiavi contro i padroni».

Dopo il tentato assassinio dell'ex presidente a Butler, Pennsylvania, Routh aveva invitato Biden a visitare le vittime dei colpi di Thomas Crooks e a partecipare al funerale del pompiere ucciso. «Trump certamente non lo farà. Mostra al mondo cosa fanno i veri leader», aveva scritto su X. 

La casa di Ryan Wesley Routh. © KEYSTONE
La casa di Ryan Wesley Routh. © KEYSTONE

«Pronto a combattere al fianco degli ucraini»

Ryan Wesley Routh era pronto a morire per combattere al fianco degli ucraini contro il «terrorista Putin». Così si era espresso, intervistato dal New York Times nel 2022 e poi dall'Afp a Kiev. «Sono determinato a volare a Cracovia e poi andare al confine con l'Ucraina come volontario per combattere e morire... Posso essere da esempio. Dobbiamo vincere», aveva scritto su X nel marzo del 2022, scrive il New York Times.

Alla France Presse che lo intervistò a Kiev durante una manifestazione nell'aprile del 2022, Routh dichiarò: «Putin è un terrorista e deve essere eliminato. C'è bisogno che tutti, in tutto il mondo, lascino quello che stanno facendo e vengano qui, ora».

Rispondendo a un tweet di Elon Musk, poi, aveva ha rincarato la dose sull'Ucraina: «Vorrei comprare uno dei suoi missili e caricarlo con una testata per la mansion di Putin nel Mar Nero, per finirlo. Se può dirmi il prezzo per favore, può essere anche vecchio e usato».

«Idee deliranti»

Un ufficiale della legione straniera ucraina ha raccontato alla CNN che Ryan Wesley Routh li aveva contattati più volte, ma ha affermato di non avere mai fatto parte dell'unità militare in cui combattono i volontari stranieri. «Il modo migliore per descrivere i suoi messaggi è "idee deliranti"», ha detto Oleksandr Shaguri del Dipartimento di coordinamento degli stranieri del Comando delle forze terrestri. «Ci offriva un gran numero di reclute da diversi Paesi, ma per noi era ovvio che le sue offerte non erano realistiche. Non abbiamo nemmeno risposto, non c'era nulla a cui rispondere».  

«Giocare con il fuoco ha le sue conseguenze»: questo il commento del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sul secondo presunto attentato alla vita di Donald Trump. Lo rifersce Interfax. Peskov rispondeva a una domanda sui possibili collegamenti con l'Ucraina di Ryan Routh. «Non siamo noi a dover pensare, ma i servizi speciali americani. In ogni caso, giocare con il fuoco ha le sue conseguenze», ha commentato il portavoce. «Prima di tutto, questo dovrebbe essere una grande preoccupazione e un grattacapo per le agenzie di intelligence statunitensi», ha insistito il portavoce del presidente Vladimir Putin. Peskov ha aggiunto che l'atmosfera della campagna elettorale statunitense è «tesa, anche tra i rivali politici, e la lotta politica si sta intensificando». «Stiamo osservando da vicino, ma non abbiamo mai interferito in alcun modo e non interferiamo ora», ha concluso Peskov, rispondendo alla domanda se quanto avvenuto possa influenzare l'esito del voto per la Casa Bianca.

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