Le reazioni

«Niente estensione della pista a Locarno? Aspettiamo tempi migliori»

Lo scalo sopracenerino si prepara a un rinnovo votato in Gran consiglio, ma altri lavori «urgenti» sono fermi – «Situazione non proprio piacevole, ma restiamo fiduciosi sul futuro. Il Cantone, sull’aeroporto, ora è sensibile e attento»
Una struttura da 50.000 voli all’anno, sede di molte realtà del mondo dell’aviazione; in primo piano, Fabio Käppeli, tra le altre cose presidente dell’Alba, l’associazione Locarnese Bellinzonese per l’aeroporto cantonale
Jona Mantovan
05.06.2024 06:00

Il Gran consiglio, la settimana scorsa, ha votato per un «mini rinnovo» all’aeroporto di Locarno da poco più di tre milioni e mezzo. Soldi destinati a una serie di opere di competenza cantonale «di contorno» alla nuova aviorimessa costruita da privati. Nel rapporto della Commissione della gestione, tuttavia, si accennava a un altro «pacchetto». O, meglio, alla sua rinuncia: un intervento che prevedeva l’estensione della pista di atterraggio (verso Bellinzona) di 150 metri, oltre che il suo completo rifacimento. In parole povere, riasfaltare a nuovo gli 800 metri di lunghezza, aggiungendone un pezzetto. Nel mondo degli aviatori, si dice si tratti di lavori «urgenti» che garantirebbero da una parte una maggiore sicurezza e, dall’altra, il rispetto delle regole.

Apparecchi più grandi a rischio

«Se un pezzo di asfalto dovesse staccarsi e finire nel carrello di uno degli aerei più grandi, sarebbe lo stop per questa categoria di velivoli. Potrebbero decollare o atterrare solo gli apparecchi più piccoli», è la cantilena che gli esperti ripetono da tempo. Da mesi, in realtà. Cioè da quando il Dipartimento del territorio ha comunicato all’Ufficio federale dell’aviazione civile di voler rinunciare a questo progetto.

La pista è vecchia, insomma. È necessario intervenire. E, nel documento che chiede l’adeguamento, inevitabile anche domandare un’estensione di 150 metri (verso Bellinzona) per, appunto, un rispetto delle regole e una maggiore sicurezza.

«Non posso dire che questa situazione ci faccia piacere», premette Fabio Käppeli, tra le altre cose presidente dell’Alba, l’associazione Locarnese Bellinzonese per l’aeroporto cantonale.

Questione di priorità

«Tuttavia comprendo la decisione, alla luce delle altre opere che vanno portate avanti, dalla nuova aviorimessa al suo ‘contorno’. Progetti che per il momento vediamo come prioritari», precisa il 29.enne.

«Siamo comunque fiduciosi, perché vediamo il Cantone è attento e sensibile sulla questione e confidiamo che anche in futuro lo sarà, quando poi si tratterà di valutare proporre e modifiche necessarie. Progetti che un domani dovranno comunque essere riproposti, in una forma o nell’altra».

Una realtà da difendere

Con i suoi 50.000 voli all’anno e 200 posti di lavoro anche qualificati, l’aeroporto di Locarno è il campo di aviazione più importante a livello nazionale (fatto salvo le strutture con voli di linea), una realtà da difendere: «Sarà inevitabile, in futuro, riprendere le discussioni sui prossimi adeguamenti, vuoi per motivi di sicurezza, vuoi per il rispetto delle regole minime necessarie per poter mantenere operativo l’aeroporto. Ho come l’impressione che i privati e l’esercito abbiano investito parecchio negli ultimi anni, parliamo di almeno un centinaio di milioni, mentre il Cantone è rimasto fermo. Ecco perché varie parti di proprietà cantonale oggi accusano inevitabilmente i segni del tempo e in alcuni punti si presentano deteriorate in modo più o meno importante».

Un piccolo «sacrificio», che finora non ha davvero compromesso l’operatività della struttura, andato a favore della riserva delle Bolle: «Un tema preso sempre seriamente. l’area ricca di specie di uccelli è vicina all’aeroporto e già vent’anni fa, era stata stabilito un limite al numero dei sorvoli, oltre all’introduzione di fasce orarie».

Apprensioni ambientaliste

A questo proposito, il direttore della fondazione Bolle di Magadino, il biologo Nicola Patocchi, afferma come una decisione relativa all’estensione della pista sia attesa dal 2020.

«L’aeroporto è lì, su questo non discutiamo. Ma abbiamo sempre portato avanti le nostre preoccupazioni per la sua convivenza con la riserva naturale, con particolare attenzione alla salvaguardia degli uccelli. Anche per possibili misure di allontanamento degli uccelli per garantire la sicurezza dei piloti. Il prossimo passo sarà l’aggiornamento del regolamento d’esercizio dell’aeroporto, cosa che il Cantone si sta impegnando a fare», conclude il cinquantenne al Corriere del Ticino.

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