«Noi, bloccati nel nord del mondo senza un volo di ritorno»

Ormai lo sanno tutti: in questo periodo è il caos in cielo e a terra per chi cerca di viaggiare: migliaia di voli cancellati, ore e ore di attesa in aeroporto, una disorganizzazione con i bagagli senza precedenti. Ma quando questo caos intacca il viaggio di nozze di due neosposi, il disagio ha un impatto ancora maggiore. Ed è quanto sta accadendo a Matteo Zulian e Federica Mantella, una coppia ligure. Ingegnere lui, avvocata lei, vivono a Millesimo, in provincia di Savona, e in questo momento si trovano (letteralmente) bloccati a Longyearbyen, nelle norvegesi isole Svalbard. Con circa 2.000 persone, Longyearbyen «è il centro abitato con più di mille abitanti più a nord del mondo» scrive Wikipedia. La disavvenutra è legata alla situazione in cui si trova SAS, la Scandinavian Airlines, compagnia aerea di bandiera di Danimarca, Norvegia e Svezia: confrontata a uno sciopero del suo principale sindacato piloti, il vettore si è piazzato sotto la protezione del capitolo 11 della legge fallimentare statunitense.
Il viaggio di nozze
Matteo e Federica sono partiti il 27 giugno alla volta di Tromsø, definita «la porta dell’Artico» in quanto città situata all’estremo Nord della Norvegia, a 400 chilometri dal Circolo Polare Artico. Ricca di suggestivi paesaggi di respiro polare, collegata alla terraferma da un ponte ad arco, la sua bellezza è resa (anche) dalla corona di montagne innevate che la circonda e dai fiordi in cui è incastonata. Dopo una settimana a Tromsø, la scorsa domenica - tra cancellazioni e ritardi - sono volati a Longyearbyen, da cui oggi avrebbero dovuto prendere un volo per l'Italia, per passare l'ultima settimana di viaggio di nozze in Sicilia, prima di rientrare a Millesimo. Ma qualcosa è andato storto. Il volo di ritorno è stato cancellato e la comunicazione ufficiale da parte di SAS è giunta solo 12 ore prima dell'orario previsto per il decollo. E senza l'assistenza di SAS o di Norwegian non possono lasciare l'isola.

Nessun supporto
«Longyearbyen è abitata prevalentemente da ricercatori, studiosi che lavorano quotidianamente in favore del sistema mondiale. Per il resto ci sono solo turisti - ci spiegano al telefono -. L'aeroporto è molto piccolo, anche più di quello di Agno (che Matteo conosce perché ha ottenuto la licenza di volo proprio alla scuola Avilù, ndr.). I voli per Oslo non sono quotidiani e sono operati da SAS o da Norwegian. Mentre i voli charter sono gestiti dalle agenzie e quindi a noi in questo momento inaccessibili».
Matteo e Federica non sono i soli a trovarsi in questa situazione. Ci sono altri turisti bloccati sull'isola da giorni. «In questo momento siamo un gruppetto di una decina di persone, tra cui francesi e tedeschi. Alcuni dei nostri compagni di disavventura hanno contattato l’Ambasciata italiana, che ha alzato le mani. Una delle risposte lasciava intendere “se scegliete mete di questo tipo, poi non lamentatevi”. Noi siamo giovani, parliamo inglese, Matteo conosce bene la Norvegia, ma ci sono altri che non sanno davvero cosa fare. Siamo abbandonati a noi stessi, a nostre spese, senza nessun dipo di supporto neppure dalla compagnia». SAS non è raggiungibile per e-mail e la linea telefonica è attualmente intasata, con attese fino a 4 ore (comunque infruttuose).
Non c'è modo di volare
Che fare, dunque? Di posti splendidi è pieno, ma anche volendosi rassegnare e ripiegare sulle escursioni, è necessario organizzarsi e munirsi di una guida esperta e armata (il territorio è popolato dagli orsi). E i costi per «prolungare la vacanza» non sono indifferenti, senza contare che Matteo e Federica hanno già perso la somma sborsata per il volo e l'albergo in Sicilia («non rimborsabili»).
«A oggi, per SAS, siamo in lista di attesa per un rientro a partire dal 15 luglio. Abbiamo pensato a un aereo privato, ma i costi sono esorbitanti e non è comunque così semplice trovarlo da qui. Stiamo cercando di capire se c’è un volo che ci porti anche in Germania o in Svizzera, per poi proseguire verso l'Italia. Ma è un salto nel buio. Potremmo affidarci a SAS e aspettare, ma non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dalla compagnia (nonostante Matteo sia Frequent Traveller, ndr.). E noi il 17 dobbiamo rientrare al lavoro».
Dalla nave all'auto, un viaggio infinito
L'ultima spiaggia (se così si può dire anche a Longyearbyen) sembra essere l'acqua. «Oggi abbiamo scoperto che sta arrivando una nave con a bordo dei turisti e forse riusciamo a imbarcarci. Con un viaggio di due giorni dovremmo riuscire a raggiungere il continente. Ma poi da Tromsø riusciremo a rientrare in italia? La prima disponibilità è dal 16-17 luglio. Allora stiamo pensando di noleggiare un’auto per raggiungere Oslo da Tromsø. Ma ci vogliono altri due giorni di viaggio». Matteo, fortunatamente, ha lavorato per nove anni in Norvegia e sa di cosa parla. «Io so cosa vuol dire mettersi in viaggio qui, con tutti quei chilometri. È un itinerario infinito». Una soluzione comunque non percorribile da parte di altre persone un po' più «sprovvedute».
Il bilancio attuale è un'avventura meravigliosa post-matrimonio nel nord del mondo. Ma anche tanta frustrazione, oltre alla rinuncia di una settimana al mare in Sicilia e all'enorme danno economico. Matteo è ancora positivo: «Onestamente comprendo i motivi che hanno portato i piloti a scioperare. E li condivido». Ma resta il fatto che ora devono trovare il modo per tornare a casa. E, con il caos nei cieli e a terra, una soluzione ancora non c'è.