Il caso

Officine, impieghi confermati ma altri ricorsi

Le FFS stanno ottimizzando il progetto previsto a Castione per ridurre i costi: 360 i posti di lavoro, immutati pure contenuti e dimensioni – Salvo sorprese Biasca e contadini impugneranno la licenza edilizia senza però l’effetto sospensivo
Il cantiere, a Castione, dello stabilimento industriale da 580,5 milioni. © CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
13.12.2023 06:00

Sono settimane (per non dire mesi, come vedremo più avanti) decisive per le nuove Officine FFS di Castione. L’ex regia federale sta ottimizzando il progetto con l’obiettivo di ridurre i costi, oggi stimati in 580,5 milioni di franchi. Le verifiche sono in corso ed «un quadro completo sarà fornito presumibilmente nel primo trimestre del 2024», ci fa sapere il responsabile Comunicazione della Regione Sud Patrick Walser. Allo stato attuale, puntualizza il nostro interlocutore, sono confermati i posti di lavoro (360 collaboratori, ai quali si andranno ad aggiungere 80 apprendisti), i contenuti e le dimensioni dello stabilimento industriale più moderno d’Europa.

Sotto la lente

Parallelamente, su un altro binario, c’è però il rischio molto concreto che possano esserci dei ricorsi al Tribunale amministrativo federale (TAF) contro la licenza edilizia rilasciata il 15 novembre scorso dall’Ufficio federale dei trasporti. Come appreso dal CdT, salvo sorprese inoltreranno delle censure sia il Municipio di Biasca sia l’Unione contadini ticinesi (UCT): non sono contrari al sito produttivo - tant’è che non chiederanno l’effetto sospensivo -, ma si tratta di una questione di terreni agricoli.

Verifiche in corso

A tre anni (o poco più) dall’inaugurazione dell’innovativo impianto prevista tra la fine del 2026 e l’inizio del 2027, la strada verso l’Officina di domani è sempre e comunque in salita. I «significativi aumenti dei costi» (stando al comunicato dell’azienda del 16 novembre) emersi dopo aver ricevuto le offerte legate allo stabile e all’infrastruttura ferroviaria stanno obbligando le Ferrovie ad adoperarsi affinché il progetto sia il migliore possibile. Di quanto è aumentato l’investimento?, chiediamo a Patrick Walser. «Allo stato attuale non è possibile fornire cifre. L’aumento dei costi è dovuto anche alla congiuntura economica (inflazione e rincaro delle materie prime)». Se ne saprà di più nei primi mesi dell’anno alle porte.

Lunga 370 metri

Quello che c’è di buono, come detto, è che i tre aspetti principali delle avanguardistiche Officine sono confermati. Primo: i 360 posti di lavoro. Secondo: i contenuti, vale a dire la manutenzione leggera e pesante dei nuovi elettrotreni (Giruno, ETR e Flirt TiLo) e delle locomotive, con le mansioni che saranno più che altro relative all’elettromeccanica. Terzo: le dimensioni, con lo stabilimento che avrà una lunghezza di 370 metri per una superficie edificata complessiva di 63.000 metri quadrati circa ed un’altezza massima di oltre 24 metri. Quattro le parti nelle quali sarà suddivisa la struttura in acciaio. In primis il capannone multifunzionale e quello per i binari lunghi, mentre il resto sarà contraddistinto dalla logistica e dall’amministrazione nonché dal lavaggio dei convogli.

Quei terreni del Patriziato

Quasi sicuramente, tuttavia, sulla linea ferroviaria che dal vecchio sito di Bellinzona porta a quello all’ultimo grido di Castione si poseranno metaforicamente (altri) due macigni: i ricorsi del Municipio di Biasca e dell’UCT al Tribunale amministrativo federale contro il rilascio della licenza edilizia. Nell’ambito dell’approvazione dei piani non è stato possibile venire a capo di sole 2 delle 26 opposizioni inoltrate. Entrambe riguardano la compensazione delle Superfici per l’avvicendamento delle colture, le cosiddette SAC, terreni ritenuti particolarmente pregiati che verranno sacrificati per far spazio alle Officine (in totale 88 mila metri quadri). Ed entrambe sono state interposte da chi ora è pronto ad appellarsi ai giudici di San Gallo. Il Borgo contesta da mesi la conversione in SAC dei sedimi in zona Boscone (a sud del paese e a due passi dal Polo di sviluppo economico), per complessivi 26 mila metri quadrati, di proprietà del locale Patriziato.

La questione delle SAC

Attenzione: il Comune di Biasca non è contrario alla futura Officina, tant’è che attraverso l’avvocato Fulvio Pelli (consulente legale dell’Esecutivo) non chiederà l’effetto sospensivo. Ma ritiene che ci siano altri fondi più idonei sul territorio dell’ente locale, ad esempio quelli accanto alla linea AlpTransit. Se il Borgo dovesse spuntarla davanti al TAF verrebbero meno le garanzie che l’Unione contadini ticinesi ha ottenuto dalle Ferrovie per quanto concerne le SAC (individuate nel Bellinzonese e in Riviera). Ecco perché anche l’UCT al 99% ricorrerà a titolo precauzionale.

I lavori preliminari

I lavori preliminari per la realizzazione delle future Officine FFS di Castione sono iniziati il 2 marzo scorso. Finora tutto si è svolto secondo i piani e senza provocare particolari disagi alle aziende che operano in zona industriale, benché dal 28 agosto sia «cambiata» la strada che dal cavalcavia sulla cantonale scende nel comparto, fino all’altezza della centrale della Coop. All’inizio di questo mese avrebbe dovuto aprirsi il cantiere vero e proprio con la simbolica posa della prima pietra. Il momento celebrativo è stato rimandato, vista la possibilità di inoltrare ricorso contro il rilascio della licenza edilizia.

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