Officine, l’appalto è corretto: il tribunale dà ragione alle FFS
«Accogliamo con favore questa sentenza». Alle FFS bastano poche parole per commentare la decisione del Tribunale amministrativo federale (TAF) che respinge il ricorso inoltrato da uno dei consorzi esclusi dal progetto da 292 milioni di franchi per la costruzione dello stabile principale delle nuove Officine. Le opere, dopo diversi scossoni e tante interruzioni, possono quindi fare un passo avanti. Almeno per il momento. La sentenza, pubblicata oggi dal TAF e datata 29 ottobre, non è infatti ancora definitiva in quanto potrebbe essere impugnata dai ricorrenti davanti al Tribunale federale di Losanna, istanza superiore di ricorso. Proprio per questo le Ferrovie, su nostra precisa domanda, non si sbilanciano sulla data dell’inizio vero e proprio dei lavori.
Cantieri bloccati
Seppur non definitiva, la sentenza evidenzia nelle sue 36 pagine come la valutazione fatta a suo tempo dalle FFS fosse giusta. Il ricorso, che contestava la correttezza dell’assegnazione dei lavori, aveva congelato i cantieri per la realizzazione del nuovo stabilimento industriale ferroviario di Arbedo-Castione. Ricorso mosso, appunto, contro l’aggiudicazione della commessa plurimilionaria. La ragione del contendere risale al 20 dicembre 2022, quando la divisione Immobili dell’ex regia federale aveva indetto un concorso pubblico per la commessa di lavori edili. Il 23 maggio di quest’anno le FFS avevano quindi comunicato l’aggiudicazione in favore del Consorzio officine ticinesi (OFT), a cui avevano assegnato il mandato per i lavori di edificazione. A seguito di questa decisione, le ditte appartenenti a uno dei consorzi scartati avevano fatto ricorso dinanzi al TAF, chiedendo ai giudici di San Gallo l’annullamento dell’aggiudicazione fatta dalle FFS e della loro esclusione dalla gara. Nonché il rinvio degli atti alla committente, le FFS, per una nuova valutazione delle offerte, previo reintegro nella gara. Insomma, le ricorrenti avevano chiesto al Tribunale non solo di rifare tutto daccapo ma anche di poter tornare in gioco, contestando - in sostanza - la legittimità della loro esclusione dal concorso pubblico.
«Esclusione giustificata»
Nelle 36 pagine della sentenza il Tribunale, come detto, non ha seguito le tesi dei ricorrenti. I giudici sono infatti del parere che la valutazione durante la gara d’appalto sia avvenuta «in modo corretto» e ritengono pertanto «legittima l’estromissione» delle ditte firmatarie del ricorso. La ragione di questa estromissione sarebbe da ricercarsi nella violazione di una clausola da parte del consorzio. Clausola relativa al divieto di subappalto per le opere di carpenteria metallica, chiaramente riconoscibile ed esplicitamente prevista dal bando di concorso e dalla documentazione di gara. Secondo il TAF quest’ultima era infatti resa disponibile a tutti i concorrenti simultaneamente all’avvio del concorso.
I costi lievitano
Nel frattempo, i costi di realizzazione delle Officine 2.0, a causa dei continui rinvii, non fanno che aumentare. Se inizialmente l’ex regia federale aveva stimato un investimento complessivo di 580 milioni, ora le ultime stime parlano di ben 755 milioni.