«Per i cittadini l’ente pubblico è uno solo, Cantone e Comuni devono coordinarsi»

Ancora qualche giorno e poi Nicola Pini taglierà il traguardo del primo anno in qualità di sindaco di Locarno. Con lui abbiamo tracciato un bilancio personale e politico dell’esperienza vissuta sinora al timone di Palazzo Marcacci: dal progetto per la trasformazione urbanistica di piazza Grande e Largo Zorzi a quello per una nuova viabilità in Città Vecchia, senza dimenticare il cantiere delle aggregazioni. La strategia vincente, ribadisce Pini, è quella della partecipazione attiva della popolazione.
Nell’intervista che ci aveva rilasciato in occasione dei primi cento giorni da sindaco di Locarno aveva dichiarato che a volte la carica le provocava le vertigini. Le avverte ancora?
«Sì, e non tanto perché nelle scorse settimane ho sofferto di labirintite, ma soprattutto perché sono molto onorato della carica che rivesto e ne avverto la grande responsabilità verso i cittadini e il futuro».
La concordanza è sempre uno dei caratteri distintivi del nuovo Esecutivo entrato in carica un anno fa?
«Sì, e ne sono felice. È una bella squadra. Si cercano di superare non solo le logiche di partito e opinione, ma anche quelle di dicastero, e non è scontato».
La via imboccata da tempo dal Municipio è quella del coinvolgimento della popolazione nelle scelte strategiche per la costruzione della Città del futuro. Qual è il bilancio in questo primo anno della nuova legislatura?
«Positivo, nel senso che gli stimoli che arrivano sono utili e preziosi. Anche se si allunga il processo decisionale, siamo convinti che questo coinvolgimento permette di realizzare opere e politiche pubbliche migliori e più condivise, diminuendo le opposizioni al momento dell’attuazione delle stesse. Oltre che, speriamo, suscitare la vicinanza e l’adesione – non passiva, ma vigile e propulsiva – dei cittadini alle Istituzioni».


Il preventivo 2025 segna rosso a causa, in particolare, degli effetti delle riforme fiscali e dei ribaltamenti di oneri dal Cantone ai Comuni. Come fare per meglio definire la ripartizione dei compiti e degli oneri tra i due livelli istituzionali? La Piattaforma di dialogo è sufficiente?
«La Piattaforma deve essere maggiormente di “discussione” e non solo di “informazione”. Con il suo rinnovo si sono introdotte alcune modifiche di impostazione, vedremo se vi saranno miglioramenti. Per il cittadino l’ente pubblico è uno solo, rimpallarsi tra livelli istituzionali non serve a nulla, come non servono politiche pubbliche non coordinate tra loro. La riforma fiscale ne è un perfetto esempio, perché l’hanno pagata i Comuni, mentre al Cantone nei primi anni porta addirittura più soldi. Siamo in attesa della riforma Ticino2020, che qualcosina migliorerà anche, ma non è certamente risolutiva. In breve, il cantiere è e deve rimanere aperto».
Quello di sindaco è un mandato da svolgere praticamente a tempo pieno. Come riesce a farlo conciliare con i suoi impegni lavorativi ed il tempo da dedicare alla famiglia?
«Dormendo poco, lavorando molto e beneficiando della comprensione della mia famiglia, che fortunatamente crede quanto me in quello che sto, o meglio stiamo, facendo. Ho però praticamente azzerato i momenti con gli amici, e non posso negare che l’azienda che ho con mia moglie ne stia risentendo, e che quindi un nuovo equilibrio per me sia da trovare».
E con l’attività di granconsigliere?
«Combinare le due cariche è impegnativo, ma i rapporti tra Cantone e Comuni sono in una fase delicata e spesso il doppio ruolo permette di portare più consapevolezza da entrambe le parti».


Il treno delle aggregazioni sembra essersi finalmente messo in moto. Sarà la volta buona?
«L’avvio del prestudio non era per nulla scontato. Saranno gli elementi che emergeranno a determinare come e se si proseguirà».
La proposta di sperimentare una nuova viabilità in Città Vecchia sta sollevando un polverone. È un ulteriore esempio della litigiosità dei locarnesi oppure un segno di vivacità della popolazione per quanto attiene alle decisioni prese dalla politica?
«Sapevamo che il tema era controverso. Siamo partiti da due visioni diametralmente opposte - chi per la pedonalizzazione, chi per lo statu quo - e abbiamo proposto una via mediana che cercasse di tenere conto delle varie esigenze di sicurezza, qualità di vita, attrattiva e funzionalità per residenti e commercianti. Tale via ci sembra interessante e teoricamente sostenibile, per questo abbiamo proposto una sperimentazione per poi disporre di tutti gli elementi per decidere. E prima di fare la sperimentazione, anche se non era necessario, abbiamo voluto coinvolgere il Consiglio Comunale per stimolare in tutta trasparenza un dibattito pubblico e politico».
All’orizzonte si stagliano grandi opere, su tutte quella per la valorizzazione degli spazi del centro urbano definiti dal progetto «La Nouvelle Belle Époque». Quando si potrà aprire il primo cantiere?
«Speriamo ancora in questa legislatura. Gli architetti che hanno vinto il concorso stanno finalizzando il progetto definitivo e come Municipio vogliamo presentare la richiesta del credito di realizzazione al Consiglio Comunale per la fine dell’anno. Abbiamo tanti progetti a Locarno e in questi mesi ci siamo accorti che dobbiamo essere più chiari sulle tempistiche di ognuno di questi, altrimenti sembra che non si va mai avanti: per questo nel Piano finanziario abbiamo cercato di dare più riferimenti temporali possibili. È innegabile che le tempistiche realizzative siano lunghe: modifiche pianificatorie, concorsi, progettazione (di massima e poi definitiva), domande di costruzione, ricorsi e controricorsi. Sebbene non tutto sia di nostra responsabilità (anzi) dobbiamo comunicare con più regolarità, altrimenti si perdono entusiasmo e, purtroppo, fiducia nelle istituzioni».
In tempi di ristrettezze economiche, come continuare a effettuare investimenti senza andare ad intaccare la qualità e la quantità dei servizi offerti alla cittadinanza?
«Dovremo definire le giuste priorità e modalità di finanziamento, senza paura di coinvolgere e condividere. Da parte del Municipio vi è la volontà di essere sempre più una vera Città, con un’alta qualità di vita e un’offerta culturale e ricreativa intensa e variegata, un paesaggio valorizzato e degli spazi pubblici accessibili e vivibili, in cui sia bello vivere, crescere, creare e lavorare. E per farlo dobbiamo investire».
Cosa ne pensa dell’idea di cambiare le date del Locarno Film Festival?
«Con la richiesta di manifestazione di interesse per i concerti abbiamo mantenuto la porta aperta a un eventuale anticipo del Festival del film, che dipenderà però da che proposte arriveranno a livello musicale, come anche dai miglioramenti che lo stesso Festival potrà fare in termini di ottimizzazione logistica. Per il Municipio l’eventuale anticipo deve comunque se del caso poggiare su solidi elementi e un’ampia condivisione, perché è una scelta importante che tocca non solo il Festival ma anche il territorio che lo ospita e gli attori che lo animano. Penso ai professionisti, ma anche alle Istituzioni, ai partner e soprattutto al pubblico».
Qual è il progetto che intende assolutamente condurre in porto entro la fine della corrente legislatura?
«Nel Piano finanziario, che abbiamo impostato quasi come un programma di legislatura, abbiamo fissato la conclusione della riqualifica della Rotonda: per giugno sono attesi i risultati dei lavori dei cinque giovani architetti che vi stanno lavorando. Sarà inoltre importante chiudere la pianificazione del comparto sud, in particolare quella relativa al comparto ex-gas-macello».