Il dibattito

Auto in Città Vecchia a Locarno, parla il sindaco Nicola Pini: «Non vogliamo imporre nulla»

Il punto sulla sperimentazione che mira a limitare il traffico di transito nel nucleo storico – «Continua la fase di dialogo che coinvolge i rappresentanti dei vari punti di vista, mentre a marzo ci sarà una serata pubblica»
Via Cittadella e via Borghese sono le due strade al centro della prova per una gestione del traffico alternativa; in primo piano, il sindaco della Città di Locarno, Nicola Pini, 40 anni © CdT/Gabriele Putzu
Jona Mantovan
22.02.2025 06:00

Il sindaco di Locarno, Nicola Pini, è categorico: «Non vogliamo imporre nulla». Il 40.enne, al timone dall’aprile scorso, trova qualche minuto per lasciare Palazzo Marcacci e raggiungere, con passo rapido e sicuro, il «perno» di una sperimentazione di tre mesi che mira a limitare il traffico «di transito», o anche detto «parassitario», in una delle parti più antiche dell’agglomerato: il crocevia tra le stradine Cittadella e Borghese, ognuna a senso unico, uno opposto all’altro, che si diramano dalla Biblioteca cantonale. «Abbiamo voluto portare la proposta sul tavolo del Consiglio comunale in modo da avere una discussione pubblica e politica importante», dice al Corriere del Ticino.

La decisione di proporre l’avvio di una prova sul campo, con l’installazione di una segnaletica provvisoria e un sistema di telecamere, ha dato avvio a due raccolte di firme spontanee da parte di favorevoli e contrari. In mezzo, anche l’associazione di quartiere, la Pro Città Vecchia.

Coinvolte tutte le parti

«Il tema è al centro delle attenzioni del Municipio già dagli anni Novanta - continua Pini - quando fu costruita la galleria Mappo-Morettina. Nel tempo, ci sono state due importanti raccolte di sottoscrizioni tra chi voleva una pedonalizzazione totale del nucleo storico e chi preferiva dare libero accesso alle automobili. L’Esecutivo ha approfondito la questione, coinvolgendo e ascoltando le varie parti in causa, individuando così una possibile soluzione intermedia tra queste visioni molto polarizzate e dibattute. Via intermedia che ora si propone di affinare e sperimentare». 

Da qui, una prima serata (alla quale ne seguirà un’altra, aperta al pubblico, il 20 marzo) durante la quale sono stati chiariti una serie di dubbi e da cui è scaturita la volontà di concretizzare un dialogo tra l’autorità e la cittadinanza più o meno toccata dal problema.

«Una bella esperienza costruttiva, che fra l’altro si è trascinata fino a tarda ora. Penso sia passata la nostra buona fede su una esame che servirà per prendere una decisione più avanti».

Timori da sgombrare

Un’occasione per sgombrare i timori sui punti «dolenti», una serie di incertezze che aleggiavano e servita anche alla creazione di un gruppo di lavoro - che avrà un ruolo prima, durante e dopo il periodo di analisi - con i promotori delle petizioni e l’associazione che rappresenta la realtà del comparto: «Abbiamo chiarito che non intendiamo togliere i posteggi, o che la limitazione in via Cittadella riguardi solo la sera e i fine settimana, scartando l’opzione di estendere la misura durante il giorno. Sono stati pure ricevuti alcuni suggerimenti sui cartelli da piazzare in via Borghese, che suscitano qualche preoccupazione e vanno studiati insieme. Ma siamo anche concordi sull’importanza di mettere a punto una campagna informativa».

Seimila veicoli al giorno

In fin dei conti, lo scopo è levare dai vicoli chi ci non ci dovrebbe passare, ossia la stragrande maggioranza (il 70%) dei 6.000 veicoli al giorno guidati da chi è alla ricerca soltanto di una scorciatoia e che non ha la minima intenzione di fare acquisti in un negozio della zona o semplicemente passeggiare tra le attrazioni culturali, dalla chiesa di Sant’Antonio al museo Casorella, facendo quattro passi sul prezioso selciato.

«Pensiamo sia importante dare la priorità a chi si ferma, a chi vive, lavora oppure è solo in visita per rendere omaggio a questo gioiello dal punto di vista urbanistico, un’area ancora vissuta e abitata, con una popolazione di 1.200 persone». Il nostro interlocutore snocciola quindi i tre punti dello studio: togliere i 3.000 passaggi che salgono da via delle Monache, i 4.200 che transitano senza fermarsi da via Borghese tramite videosorveglianza, lasciando via Cittadella aperta alla circolazione generale durante il giorno, da lunedì a venerdì feriali, anche con un ragionamento stagionale.

«Non è una misura drastica»

«Limitare la sera e il fine settimana l’accesso serve a favorire l’afflusso di più persone, magari anche con passeggini. Una commerciante aveva detto che non se vedono tanti, da queste parti, ed è vero. Vogliamo provare questa misura, che non è una pedonalizzazione drastica, ma un compromesso. Siamo ben lontani da una imposizione draconiana. Anzi, noi del Municipio non vogliamo proprio imporre nulla, ma sperimentare per poi decidere», conclude Pini.

La reazione

«Quel messaggio dev’essere ritirato»

La Sezione di Locarno del Centro, il secondo partito della Città con due municipali e otto seggi nel Legislativo, chiede il ritiro del messaggio con la richiesta del credito per la sperimentazione della limitazione del traffico in Città Vecchia. «Bene il dialogo, ma questo confronto sarebbe dovuto avvenire prima, evitando le tensioni e le preoccupazioni che ne sono scaturite». La capogruppo, Barbara Angelini Piva, dichiara l’importanza di arrivare a presentare un nuovo messaggio «fondato su basi solide e su un consenso più ampio tra le parti interessate, soltanto una volta raccolti tutti i contributi. Il processo di ascolto, avviato tardivamente, deve ora proseguire in modo serio».

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