Automobili in Città Vecchia a Locarno: i commercianti si dividono
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Il traffico in Città Vecchia divide. A occhio, si potrebbe dire che chi ci abita non lo vuole, chi ci lavora - in qualità di titolare di un’attività o di un negozio - lo vede invece favorevolmente. «Automobili benvenute nel nucleo storico», sembrano dire le oltre mille firme raccolte dai contrari alla sperimentazione proposta dal Municipio, per individuare una gestione alternativa della viabilità, con derivante limitazione dei passaggi lungo le vie Borghese, Cittadella, delle Monache e San Francesco. Come riferito nell’edizione di ieri, un test considerato da più parti «inutile, uno spreco di soldi» (140.000 franchi, ndr). La maggior parte delle sottoscrizioni consegnate martedì alla Cancellria comunale, però, sono state raccolte fuori dal Comune. La situazione, in realtà, è dunque molto più sfumata. Una seconda lista «raduna» infatti chi ritiene sia questa la giusta direzione, tra cui si contano parecchi commercianti. «Persone che vivono la quotidianità del quartiere», racconta al Corriere del Ticino il primo dell’elenco, Federico Rotta.
«Zona incontro fallimentare»
«È dal 1996 che aspettiamo una soluzione a questo problema. Avrebbe dovuto risolversi con la chiusura al traffico di via Borghese, all’epoca dell’inaugurazione della galleria Mappo-Morettina», evidenzia il 62.enne. «Una misura mai concretizzata a causa delle pressioni esercitate dal mondo del commercio». Il nostro interlocutore ricorda la cosiddetta «zona incontro» (un cartello, e poco altro, con indicato il limite di 20 chilometri all’ora e precedenza ai pedoni in tutta l’area), definita senza mezzi termini «un completo fallimento».
Nadia Del Priore, parrucchiera in via Cittadella dal 1992, sostiene che le vetture sono aumentate «tantissimo». «Questi tre mesi di esame sono una buona idea: bisogna prima provare per vedere se una novità funziona», afferma la 50.enne, riferendosi alla limitazione su via Cittadella (per fasce orarie - diurna o serale/notturna - e per giorni - nei fine settimana e nei festivi) e alla chiusura di via Borghese al traffico «parassitario».
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«Per ora, pochi passeggini»
«Sento bellissime idee da molte persone che approfitterebbero di una situazione priva di macchine per organizzare concerti o altri eventi in mezzo alle viuzze. Ma già impostazioni meno estreme permetterebbero di attirare gente nuova. Genitori con passeggini, attualmente, non se ne vedono proprio. Evitano di passare qui come la peste, a causa dell’eccessiva pericolosità». La donna accenna poi al prospettato autosilo sotto il parco Balli.
«Spero proprio di riuscire a vederlo, un giorno. Questa possibilità potrebbe far cambiare le abitudini delle persone». Le fa eco la collega (che lavora nello stesso locale) Sabrina Corsi, la quale aggiunge l’esperienza vissuta a Verona: «È una dimensione differente, però è almeno un paio di decenni che il centro storico è una zona a traffico limitato». La 52.enne spiega come questa sia stata «una strategia che ha portato solo ulteriore prestigio ai negozianti. Il fatto che non passino tutte queste auto, ma che le persone vadano a piedi, può richiamare l’attenzione sulle attività».
«Aperta a qualsiasi ipotesi»
Infine, la ristoratrice Lara Guelli si dimostra comprensiva nei confronti di chi ha espresso paure per il progetto. «Tutte le cose nuove mettono sotto pressione. Ma io sono aperta e disposta a vedere cosa succederà. Non escludo i contenimenti che si ipotizzano in questa analisi. Se porteranno benefici, tanto meglio. Sono d’altronde dell’avviso che i passaggi in via Cittadella sono fastidiosi per i turisti e per chi vorrebbe fare una passeggiata, ma deve rinunciarvi», conclude la 53.enne.