Il dibattito

Si parlerà di aggregazione ma solo tra chi è «Urbano»

Luce verde al prestudio sulla fusione tra Locarno, Losone, Brione, Orselina, Minusio e Tenero-Contra – Quest’ultimo era previsto nello scenario «Piano», che però è stato affossato dal «no» dei vicini di Gordola, Cugnasco-Gerra, Gambarogno, Cadenazzo e Lavertezzo – Il Dipartimento istituzioni incontrerà i sindaci del «sì»
Una plaga che, un giorno, potrebbe avere più peso nei dibattiti a livello cantonale © CdT/Chiara Zocchetti
Jona Mantovan
06.02.2025 06:00

Si chiamava «Piano», ma in realtà – più che rallentare – si è proprio fermato. Incagliato, arenato, naufragato. Come del resto già annunciato nell’edizione del 21 gennaio. Il nome del progetto, forse portatore di sfortune, si riferiva ai Comuni più lontani dal centro però comunque in pianura. Comuni che avrebbero potuto avviare una fase di prestudio per iniziare a mettere sul tavolo le tesi di una possibile, tuttavia ancora molto lontana, ipotesi di aggregazione. Ma no. Nell'ultima nota del dipartimento Istituzioni, l’elenco di chi ha rimandato a monte l’opportunità: GordolaCugnasco-GerraGambarognoCadenazzo (due non previsti nello scenario ma in qualche modo integrati dopo un invito)Lavertezzo. L’unico del «gruppetto» ad aver accettato è Tenero-Contra. Che, a questo punto, potrebbe unirsi al destino immaginato nella seconda ipotesi, denominata «Urbano»: con LocarnoLosoneBrione sopra MinusioOrselina e Minusio. L’unica delle visioni della Sezione degli Enti locali ad aver tagliato questo primissimo traguardo.

Vogliamo compiere piccoli passi concreti, ecco perché guardiamo a ovest, verso Mappo, e anche a Mergoscia
Graziano Crugnola, sindaco di Tenero, 57 anni
Due raggruppamenti. Anzi, due... e mezzo
Due raggruppamenti. Anzi, due... e mezzo

«Precisazioni e garanzie»

E sarà proprio con loro, con le «lanterne verdi», che Bellinzona intende organizzare una serie di incontri a stretto giro, ancora nel corso di questo mese, alfine di «perfezionare i termini e i confini della collaborazione, trovando soluzioni condivise che permettano di proseguire le discussioni, così da soddisfare le esigenze espresse da chi è coinvolto». Questo perché, si legge, alcuni Municipi vorrebbero ottenere una serie di «precisazioni e garanzie».

Per quanto riguarda il fronte del «no», dal Cantone arriva un laconico «rispetto di entrambe le scelte, riconoscendo l’autonomia di ciascuno nella gestione delle proprie dinamiche». E una pacca sulle spalle di chi vuole fare squadra: «Apprezziamo la disponibilità e l’impegno dimostrato dagli Esecutivi del Locarnese in questo esercizio di confronto democratico» senza però chiudere la porta ad altre opzioni.

«Restiamo orientati favorevolmente verso qualunque iniziativa che dovesse emergere in maniera spontanea». Per capire cosa succede al «controcorrente» della situazione, ecco le parole del sindaco, Graziano Crugnola.

Il piede... in due scarpe

«Guardiamo al lago e ai suoi dintorni, verso Mappo. Nella nostra lettera agli Enti locali, abbiamo indicato di voler compiere piccoli passi concreti. Proprio per questo, siamo aperti a un’ipotesi tra noi, più Mergoscia (in gerenza e privo di Municipio, ndr), e Minusio, nostro vicino a ovest», conclude il 57.enne. Chiamato in causa, il collega in questione - Renato Mondada - precisa meglio i contorni della cosa, che ha l’aria del classico «piede in due scarpe».

«Abbiamo comunicato l’intenzione di mettere a disposizione le risorse per elaborare i dati di questa fase preliminare ipotizzando uno scenario aggregativo più contenuto tra noi e Tenero, più Mergoscia». Il 40.enne aggiunge che «allo stesso tempo, proprio per non pregiudicare un discorso più ampio nella regione dato che siamo la seconda realtà più popolosa dopo la Città, abbiamo dato la disponibilità a usare le stesse informazioni per lo scenario “canonico”, il cosiddetto “Urbano”. Valutiamo quindi entrambe le soluzioni».

«Lavorare insieme favorendo lo sviluppo»

Infine, soddisfazione anche da Nicola Pini, sindaco di Locarno: «È una notizia positiva, indipendentemente dal risultato finale. L’importante è il percorso. È bello vedere tanti Comuni disposti a sedersi allo stesso tavolo, un tavolo idealmente rotondo, dove tutti sono allo stesso livello e condividono la stessa volontà di migliorare i servizi ai cittadini e favorire lo sviluppo sociale ed economico della regione. È fantastico poter lavorare insieme, identificare opportunità, elaborare scenari, affrontare sfide comuni e raccogliere elementi e dati che possano rendere oggettive le discussioni e le decisioni da prendere in futuro», evidenzia il 40.enne.

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