«Che brutto colpo la chiusura, improvvisa, di quel negozio»
Locarno, quartiere Rusca e Saleggi (in realtà, due ex quartieri fusi in uno solo). Appena oltre la rotonda di Piazza Castello, quel che un tempo era un punto di ritrovo con tanto di parcheggi, caffetteria e una grande superficie di vendita, ora è inagibile. Apprezzato in tutta la Città fino alla sua chiusura (con l’arrivo del 2025), per un certo periodo ha dato pure il nome alla fermata dell’autobus lì di fronte, ora cambiata in «Alle Torri». L’edificio del distributore nazionale Migros è seminascosto da ponteggi, assi, recinzioni e altri materiali edìli. L’insegna è ancora al suo posto, ma il rivestimento che contraddistingueva la costruzione ormai è stato tolto, rivelando gli strati termoisolanti sottostanti. «Sì, in fin dei conti è un brutto colpo non averlo più». È più o meno con queste parole che si può riassumere l’impatto della scomparsa - seppur temporanea, fino a ottobre - di questo centro nevralgico.
Le opzioni non mancano
Uno «stop» che il gigante del commercio al dettaglio non ha voluto pubblicizzare più di quel tanto, limitandosi a inviare una lettera ai titolari della carta fedeltà residenti nelle vicinanze e a organizzare un servizio navetta gratuito verso la filiale di Losone. Altre opzioni possono essere il negozio nel quartiere Campagna o quelli di Ascona e Minusio. Per non parlare del marchio concorrente, Coop, che vanta due grandi sedi, lo storico «Mercato Cattori» sempre oltre la Maggia e, a Tenero, un suo gemello, sulla piazza da vent’anni. «Lavoro qui dietro, era comodo perché ci andavo per il pranzo», spiega Sophia. «L’offerta al pian terreno era notevole, completata da numerosi tavolini ai quali ci si poteva accomodare. Ora devo camminare qualche minuto in più e trovare altri posti per la pausa pranzo», aggiunge la 19.enne.
«Vederlo dal vivo fa effetto»
La nostra interlocutrice, impiegata in una sede scolastica ma nel tempo libero cantante nota con il nome Zoya Adams, dice di aver scoperto dell’imminente «fermo» grazie al passaparola. «Alcuni colleghi ordinavano la spesa da lì e lo sapevano. Certo, uscire un giorno e rendersi conto che una cosa così grande non c’è più fa tutto un altro effetto». «Abbiamo solo sentito qualche lamentela perché i posti auto non ci sono più», evidenzia Matteo, responsabile del negozio di ottica situato nello stesso isolato.
Alla ricerca di spazi
«Eravamo anche abituati a comprare qui dietro, era molto comodo. Ora è un po’ diverso, pazienza». Il 36.enne sottolinea di aver appreso della drastica ricostruzione tramite alcuni dipendenti di passaggio per raggiungere il posto di lavoro. «Mi sono messo in contatto con l’azienda perché, da quel che ho capito, ci saranno spazi per altre attività all’interno, una volta compiuto il rinnovo. Tuttavia, ad oggi, non ho ancora saputo nulla. Vorrà dire che rimarremo qui. D’altronde, ci siamo da trent’anni e non penso che cambierà molto per la nostra clientela». Di avviso un po’ differente Hane, parrucchiera titolare in uno dei palazzi nei dintorni. «Un peccato per tutti gli anziani che si incontravano nell’area di ristoro. Non è la stessa cosa di un bar, che ‘preme’ sugli avventori per ordinare il più possibile. Lì ci si poteva accomodare anche per un periodo più lungo e chiacchierare», afferma la 56.enne, mentre si concentra a sforbiciare la chioma di un giovanissimo cliente.
«Non si poteva fare a tappe?»
Ma non solo. La donna si chiede come sia possibile che un’area di tali dimensioni possa rimanere sbarrata così a lungo. «In tutti quei mesi si può costruire un palazzo di sette piani», esclama. «Avranno considerato di procedere a tappe, evitando il blocco integrale? E i posteggi? Sono in molti a contarci, non potevano lasciarli?», si chiede.
Uno sguardo tra le strade adiacenti rivela una situazione viaria caotica. Colonne di auto si formano all’improvviso, per poi sciogliersi dopo una serie di strombazzamenti, andar di braccia e indicazioni a gesti degli occupanti. Ancora qualche istante senza intoppi e la situazione si ripresenta. «Sono curioso di vedere come si presenterà alla riapertura», rileva positivo Andrea. «L’avevo proprio sotto casa, quindi era davvero comodissimo. Ora debbo farne a meno, ma non importa. Non è un disagio così grande. E per il momento i lavori non sono nemmeno così rumorosi, spero procedano così», conclude il 38.enne.